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martedì 3 dicembre 2019

Il Duomo di Fidenza nel Protocollo d’intesa tra Regione e Conferenza Episcopale



Turismo religioso

A firmare il Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e la Conferenza Episcopale Emilia-Romagna per valorizzare i gioielli sacri e i monumenti religiosi, dopo la prima convenzione del 2016, sono stati il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Sua Eminenza il cardinale Matteo Maria Zuppi, alla presenza del Vescovo Emerito di Fidenza, monsignor Carlo Mazza e dei due assessori regionali.

Il Duomo di Fidenza si trova quindi insieme allo splendido complesso di San Vitale a Ravenna, patrimonio mondiale Unesco dal 1996, alle espressioni del ‘romanico emiliano’ offerte dalle altre cattedrali -Piacenza, Parma, Modena (patrimonio mondiale Unesco dal 1997) e Ferrara- passando per la basilica di Santo Stefano a Bologna che riecheggia il Santo Sepolcro di Gerusalemme. E poi il Tempio Malatestiano di Rimini, dove Giotto realizzerà il suo crocifisso e la Biblioteca malatestiana di Cesena (nel Registro Unesco Memoria del Mondo dal 2005).


E ancora le 23 strutture tra pievi, chiostri, abbazie, monasteri millenari e luoghi di culto che si trovano lungo alcuni dei 18 Cammini per viandanti e pellegrini dell’Emilia-Romagna e che hanno registrato più di 1.600 visitatori per la prima edizione di Monasteri aperti, l’appuntamento con l’arte sacra e la spiritualità frutto di uno stretto lavoro sinergico tra 10 diocesi emiliano-romagnole e una decina di associazioni di Cammini, che hanno contribuito alla realizzazione di un evento unico nel suo genere in Italia e in Europa.

Foto di Paolo Panni che ringrazio

Il protocollo d’intesa


Nella foto la firma del Protocollo da parte del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini e del Cardinale Matteo Maria Zuppi, alla presenza del Vescovo Emerito di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, e degli assessori Andrea Corsini e Massimo Mezzetti.

Il protocollo d’intesa siglato oggi, 2 dicembre 2019, dà attuazione a un accordo precedentemente firmato dalla Conferenza delle Regioni e dalla Cei, nel 2016. È valido cinque anni e rinnovabile per altri cinque e ha l’obiettivo di individuare azioni congiunte di programmazione e promozione finalizzate a garantire modalità di conoscenza, fruizione e valorizzazione dei beni ecclesiastici del patrimonio religioso materiale e immateriale da parte dei visitatori dei luoghi sacri (chiese, pievi, complessi monastici, santuari, musei, archivi, ecc). 
Il tutto nel rispetto di una accessibilità piena, non solo fisica, con un’attenzione particolare allo sviluppo di un turismo sostenibile, competitivo e di qualità, etico e responsabile e che si propone di favorire anche il turismo educativo attraverso viaggi di istruzione, visite guidate, vacanze studio e campi estivi.
Inoltre, compito dei firmatari, anche quello di rafforzare gli itinerari religiosi, interculturali e interreligiosi ad hoc per ciascun territorio e un’informazione capillare sulle diverse iniziative e attività d’interesse turistico. Infine, è prevista anche una specifica formazione e un aggiornamento per le guide turistiche e gli operatori turistici e culturali sull’arte sacra e il turismo religioso.
E per sviluppare l’intesa, che guarda anche alla valorizzazione dell’offerta turistica all’estero, è prevista l’istituzione di un tavolo permanente di lavoro che opererà a titolo gratuito, composto da un rappresentante della Ceer e altri quattro referenti indicati sempre dalla Conferenza episcopale regionale, due rappresentanti della Regione (nei settori del Turismo e della Cultura), un rappresentante dell’Ibc, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali e due di Apt di cui uno con funzioni di coordinamento.

7 commenti:

  1. Eh, sì, siamo proprio tornati a 200 anni fa, alla Santa Alleanza Trono-Altare.

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  2. Ritengo che sia un'iniziativa lodevole.

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  3. Sono d'accordo con Claretta

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  4. Zuppi - Bonacini! Ghe ne fùsse. Bell'intento!

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  5. Oggi si parla di "turismo religioso", ma un tempo erano chiamati "pellegrinaggi" e vedevano persone appiedate, spostarsi da un capo all'altro dell'Europa. Ogni città, ogni paese aveva ostelli per i pellegrini. Borgo San Donnino, ne aveva decine entro e fuori le Mura. Certo è che, i pellegrini, dovevano accontentarsi dell'alloggio e del cibo che veniva distribuito loro ed erano responsabili di loro stessi contro le insidie del lungo viaggio.

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  6. Ambrogio, grazie!
    Mi ha fatto piacere sentire, nel filmato, la voce di S. E. il Vescovo emerito Mons. Carlo Mazza che comincia a vedere realizzarsi un suo pensiero e desiderio: la valorizzazione della ricchezza di significati custoditi nel patrimonio artistico religioso delle nostre terre, in particolare del nostro Duomo, da offrire con competenza al visitatore che passa...
    La conoscenza porta l'amore, diceva, più o meno, Leonardo.
    La conoscenza rende familiari i luoghi, li rende più "nostri" e ci fa star bene.
    La consapevolezza del loro valore ci fa sentire più ricchi e anche più responsabili.

    È bello provare a sentire il respiro di queste pietre, sovrapposte con fatica e tanta speranza nei secoli per edificare ritrovi di fede; sentire le vibrazioni di quelle scolpite, fatte per raccontare, per insegnare, per fare da guida nella vita; vedere colori stesi per la bellezza e la gioia degli occhi, luce per la strada che porta in Alto; fruire di oggetti sacri e carte, giunti miracolosamente fino a noi, che testimoniano la storia religiosa dei nostri avi...
    Pietre, come involucro a protezione di reliquie, che hanno assorbito nel tempo gli umori e gli odori dei luoghi, sferzate dal vento, bagnate dalla pioggia battente, con le fessure impregnate di polvere e di nebbia padana poi spaccate dal gelo; pietre coperte dalla neve o inermi sotto il sole cocente, appoggio ai piccioni di turno, o obiettivo di qualche sasso lanciato da bimbi monelli; pietre che hanno sentito vicino il sibilo disastroso delle bombe, ma soprattutto l'incuria degli uomini, sempre più opulenti, ma sempre più distratti...
    E sono ancora lì, quasi relitti, a testimoniare e essere di monito...

    Ricordo S. E. nelle omelie degli ultimi anni a Fidenza quando sempre di più trasmetteva con sensibilità e finezza la sua ammirazione per la nostra splendida e importante Cattedrale, custode 'unica' del prezioso corpo del Martire Donnino.
    La speranza è che siano i Fidentini ad amarla per primi, a rispettarla (anche quelli che attorno ad essa portano a spasso i cani e non solo quelli...) e ad essere orgogliosi della sua mole.
    Mirella Capretti

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  7. Mons. Mazza si inquietava molto con i borghigiani che, appena nominato loro il nostro Duomo, rispondevano raccontandogli solo episodi di cavalcate sui due leoni ed altre azioni fanciullesche, senza mai penetrare nel cuore mistico ed artistico del prezioso monumento.

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