Vorrei
parlare qui, oggi 30 dicembre 2019, sesto anniversario del ritorno alla Casa
del Padre di Don Amos Aimi, di una gradita sorpresa in suo ricordo, in
occasione della Seconda Edizione del Premio a lui dedicato (raccontata daAmbrogio su questo blog il 26 ottobre 2019).
Alla
fine della cerimonia nel Palazzo Municipale di Fidenza, l’inaspettato intervento
dell’unico partecipante non premiato, ha coinvolto i presenti con una simpatica
filastrocca dedicata al prete di Bastelli!
La
cosa mi aveva incuriosito e, da allora, sono andata alla ricerca di quel
signore con vistosi barba e baffi alla Vittorio Emanuele che ha scritto su di Lui
in rima.
Non
dimentico, comunque, le belle parole dedicate al Sacerdote dalla professoressa
Maria Pia Bariggi, Assessore alla Cultura, nonché promotrice del Premio, che lo
ha esaltato come studioso colto e appassionato, divulgatore non geloso delle
sue ricerche, in particolare sulla storia di Fidenza, che hanno permesso, nel
tempo, di riprendere dai documenti e codificare la Gran Fiera di Borgo, dando
valore agli Statuta per l’omaggio al Santo e ripristinando usanze e giochi,
come l’albero della cuccagna; e quelle del Vicario Generale della Diocesi Don
Gianemilio Pedroni, che ne ha espresso le doti umane di carità e di profondo rispetto
per il prossimo, di qualsiasi ceto, cui umilmente si rivolgeva, facendolo
sentire accolto.
Sono
riuscita, quindi, a incontrare l’autore della filastrocca, e, ancora con
sorpresa, ho scoperto un personaggio dal cuore grande, che, in silenzio, come volontario,
dedica tanto tempo della sua giornata ad aiutare gli anziani in difficoltà,
nella Casa Protetta di Fidenza.
Volontario
del Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza dal 2005 e della VAPA (Volontari
Assistenza Pasti Anziani) dal 2017, è stato insignito nel 2014 della
onorificenza di Cavaliere “Al merito della Repubblica Italiana”.
Il
suo nome è Ermanno Sozzi, ma non ama apparire, per cui per gli amici e gli
anziani è Nonno Abelardo, come il personaggio dei fumetti degli anni sessanta;
scrive in rima da tanto tempo ed ha realizzato un suo sogno nel cassetto
pubblicando “Le filastrocche di Nonno Abelardo”.
Gli
ho chiesto se mi lasciava pubblicare detta filastrocca: lui gentilmente, mi ha
mandato la pagina stampata con il componimento (realizzato in occasione del
cinquantesimo anniversario di sacerdozio del Don, il 15 luglio 2007, festeggiato
a Bastelli), pagina a lui cara perché porta in calce le firme per presa visione
di Don Amos e di S. E. il Vescovo Mons. Maurizio Galli!
In occasione, infatti, della festa nella piccola frazione per omaggiare il sacerdote, vi è stato il ritorno da Cremona, unico nella nostra terra - credo di non sbagliare - del Vescovo Galli, dopo che era stato ‘mandato via’ da Fidenza. Mi fa piacere ricordare qui anche questa figura di uomo e di religioso umilmente straordinario, che ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere, e dire, per chi non lo sapesse, che vicino alla sua tomba, nella cripta del Duomo, ci sono cinque ‘cuoricini’ di grazie ricevute.
In occasione, infatti, della festa nella piccola frazione per omaggiare il sacerdote, vi è stato il ritorno da Cremona, unico nella nostra terra - credo di non sbagliare - del Vescovo Galli, dopo che era stato ‘mandato via’ da Fidenza. Mi fa piacere ricordare qui anche questa figura di uomo e di religioso umilmente straordinario, che ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere, e dire, per chi non lo sapesse, che vicino alla sua tomba, nella cripta del Duomo, ci sono cinque ‘cuoricini’ di grazie ricevute.
Ho chiesto poi al signor Ermanno, che mi ha spedito anche la bella foto del Don sorridente, se mi voleva far partecipe di altre sue conoscenze sul sacerdote.
Mi ha risposto in rima:
“Scrivo tanto per passione
ed a volte su commissione
ma non so resistere alle sfide
ed a volte più che la testa è il cuore che decide”,
e mi ha mandato altri due componimenti sempre in rima: in uno fa risaltare il rapporto di generosità del Don con i parrocchiani anziani, tra questi, sua suocera, (p. 2), e nell’altro fa risaltare la sua preoccupazione e il suo interesse per il lavoro che cominciava a mancare e racconta un aneddoto su una sua gustosa espressione al Circolo della frazione di Bastelli.
Ringrazio di cuore il Signor Ermanno, Nonno Abelardo, per la grande disponibilità che mi ha accordato. Lui si definisce “allergico al fumo delle candele, anche a quelle elettriche”, ma questo non ha impedito di avere un ottimo rapporto personale con Don Amos, e ora va orgoglioso di essere anche uno fra i tanti che hanno avuto l’onore di conoscere questo grande uomo.
Attraverso le sue rime abbiamo aggiunto altri tasselli importanti per definire meglio il ritratto di questo sacerdote, non capito da tutti (anche da me per certi versi…) che alberga in silenzio con affetto e gratitudine nel pensiero di molti, non solo nel mio.
Fidenza 30.12.2019 Mirella Capretti
La simpatica filastrocca dedicata al prete di Bastelli
Su Don
Amos mi è stata chiesta una testimonianza.
Subito mi
sono detto: “Basta e avanza
la
filastrocca che gli ho dedicato
per
i suoi 50 anni di “sacerdotato”.
O si dice
sacerdozio?
Poi,
siccome non mi si addice
un eccesso di ozio,
ho deciso di scavare
nella memoria per trovare
qualcosa di
inedito che di lui possa rivelare
come era Amos,
l’uomo, oltre all’altare.
Impresa
non facile, perché la sua dimensione religiosa,
era
ovviamente la più preziosa,
ma anche quella di storico, anche se
questa è già stata
da più parti testimoniata.
Particolare
è stato il rapporto con i suoi parrocchiani;
dei bimbi
già fu scritto ma qui voglio parlare degli anziani.
Anche
quelli un po’ “strajiè”, fuori
parrocchia residenti
che lui aveva
nel suo cuore ben presenti.
La
Celestina Dotti, “Celesta” per gli amici, è stata una di quelle
che lui andava a trovare la vigilia di
Natale,
con la
pioggia, la neve, la nebbia oppur le stelle,
sempre puntuale,
assieme al fido Savino!
E portava persino,
oltre al
calore Umano e Divino,
persino un
piccolo “pensierino”.
E dalla
Celesta riceveva, come Natalizio scambio, un panettone,
un
pandoro ed altre cose buone.
Ma la
storia ci insegna che la sua generosità
gli
impediva ogni ombra di golosità
ed i doni venivano sempre devoluti
ai poveretti, come uno dei tanti suoi
aiuti.
Mi sono dimenticato di
dire che Celesta era la mia suocera “preferita”,
mia “seconda mamma”, la
prima per mia moglie Rita.
A me Don Amos chiedeva
del mio lavoro, dopo che la crisi aziendale
aveva messo a rischio
presente e futuro. Diceva che ciò che vale
è soprattutto la dignità
che solo il lavoro ad una persona da!
Rima per rima, oltre
alla generosità
ed alla profonda
umanità
ricordo la sua inconsapevole
ingenuità.
Faceva fatica a
distinguere nell’altrui comportamento
dove finiva l’interesse
e iniziava il sentimento.
Non so se ciò lo abbia
fatto soffrire
o se il suo “Se stesso
a tutti offrire”
lo salvasse dalle delusioni di questo mondo.
In fondo,
Don Amos era un Prete “a tutto tondo”,
e chi ha avuto la
fortuna di incontralo
non poteva far altro
che ammirarlo.
Alla fine non poteva
mancare
un aneddoto che
Leonardo mi ha voluto raccontare.
Al Circolo di Bastelli,
sul televisore,
scorrevano immagini che
facevano scalpore:
una compagnia di ballerine brasiliane,
coscia lunga e gonnellino di banane,
su musiche tropicali
danzava.
A chi chiedeva a Don
Amos, che ammirato le guardava,
se quella fosse una rappresentazione moralmente adeguata
lui rispose: “Ma è
tutta carne battezzata!”
Su Don
Amos una testimonianza mi è stata chiesta
ma la
prosa non è nella mia testa,
preferisco esprimermi in rima
come farò e come ho fatto prima.
E quindi, giusto in fin della licenza……
vi saluta Nonno Abelardo da Fidenza
Ancora grazie, Mirella. Particolare e prezioso ricordo di don Amos.
RispondiEliminaSimpatico e bravo NONNO ABELARDO.
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