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lunedì 30 dicembre 2019

La filastrocca di Nonno Abelardo con dedica al "Prete di Bastelli"



Vorrei parlare qui, oggi 30 dicembre 2019, sesto anniversario del ritorno alla Casa del Padre di Don Amos Aimi, di una gradita sorpresa in suo ricordo, in occasione della Seconda Edizione del Premio a lui dedicato (raccontata daAmbrogio su questo blog il 26 ottobre 2019).

Alla fine della cerimonia nel Palazzo Municipale di Fidenza, l’inaspettato intervento dell’unico partecipante non premiato, ha coinvolto i presenti con una simpatica filastrocca dedicata al prete di Bastelli!
La cosa mi aveva incuriosito e, da allora, sono andata alla ricerca di quel signore con vistosi barba e baffi alla Vittorio Emanuele che ha scritto su di Lui in rima.

Non dimentico, comunque, le belle parole dedicate al Sacerdote dalla professoressa Maria Pia Bariggi, Assessore alla Cultura, nonché promotrice del Premio, che lo ha esaltato come studioso colto e appassionato, divulgatore non geloso delle sue ricerche, in particolare sulla storia di Fidenza, che hanno permesso, nel tempo, di riprendere dai documenti e codificare la Gran Fiera di Borgo, dando valore agli Statuta per l’omaggio al Santo e ripristinando usanze e giochi, come l’albero della cuccagna; e quelle del Vicario Generale della Diocesi Don Gianemilio Pedroni, che ne ha espresso le doti umane di carità e di profondo rispetto per il prossimo, di qualsiasi ceto, cui umilmente si rivolgeva, facendolo sentire accolto.

Sono riuscita, quindi, a incontrare l’autore della filastrocca, e, ancora con sorpresa, ho scoperto un personaggio dal cuore grande, che, in silenzio, come volontario, dedica tanto tempo della sua giornata ad aiutare gli anziani in difficoltà, nella Casa Protetta di Fidenza.
Volontario del Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza dal 2005 e della VAPA (Volontari Assistenza Pasti Anziani) dal 2017, è stato insignito nel 2014 della onorificenza di Cavaliere “Al merito della Repubblica Italiana”.
Il suo nome è Ermanno Sozzi, ma non ama apparire, per cui per gli amici e gli anziani è Nonno Abelardo, come il personaggio dei fumetti degli anni sessanta; scrive in rima da tanto tempo ed ha realizzato un suo sogno nel cassetto pubblicando “Le filastrocche di Nonno Abelardo”.

Gli ho chiesto se mi lasciava pubblicare detta filastrocca: lui gentilmente, mi ha mandato la pagina stampata con il componimento (realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario di sacerdozio del Don, il 15 luglio 2007, festeggiato a Bastelli), pagina a lui cara perché porta in calce le firme per presa visione di Don Amos e di S. E. il Vescovo Mons. Maurizio Galli!

In occasione, infatti, della festa nella piccola frazione per omaggiare il sacerdote, vi è stato il ritorno da Cremona, unico nella nostra terra - credo di non sbagliare - del Vescovo Galli, dopo che era stato ‘mandato via’ da Fidenza.  Mi fa piacere ricordare qui anche questa figura di uomo e di religioso umilmente straordinario, che ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere, e dire, per chi non lo sapesse, che vicino alla sua tomba, nella cripta del Duomo, ci sono cinque ‘cuoricini’ di grazie ricevute.  

Ho chiesto poi al signor Ermanno, che mi ha spedito anche la bella foto del Don sorridente, se mi voleva far partecipe di altre sue conoscenze sul sacerdote.

Mi ha risposto in rima:
“Scrivo tanto per passione
ed a volte su commissione
ma non so resistere alle sfide
ed a volte più che la testa è il cuore che decide”,

e mi ha mandato altri due componimenti sempre in rima: in uno fa risaltare il rapporto di generosità del Don con i parrocchiani anziani, tra questi, sua suocera, (p. 2), e nell’altro fa risaltare la sua preoccupazione e il suo interesse per il lavoro che cominciava a mancare e racconta un aneddoto su una sua gustosa espressione al Circolo della frazione di Bastelli. 

Ringrazio di cuore il Signor Ermanno, Nonno Abelardo, per la grande disponibilità che mi ha accordato. Lui si definisce “allergico al fumo delle candele, anche a quelle elettriche”, ma questo non ha impedito di avere un ottimo rapporto personale con Don Amos, e ora va orgoglioso di essere anche uno fra i tanti che hanno avuto l’onore di conoscere questo grande uomo. 
Attraverso le sue rime abbiamo aggiunto altri tasselli importanti per definire meglio il ritratto di questo sacerdote, non capito da tutti (anche da me per certi versi…) che alberga in silenzio con affetto e gratitudine nel pensiero di molti, non solo nel mio. 

Fidenza 30.12.2019                                                          Mirella Capretti

La simpatica filastrocca dedicata al prete di Bastelli


Su Don Amos mi è stata chiesta una testimonianza.
Subito mi sono detto: “Basta e avanza
        la filastrocca che gli ho dedicato
        per i suoi 50 anni di “sacerdotato”.
O si dice
        sacerdozio?
Poi, siccome non mi si addice
        un eccesso di ozio,
                ho deciso di scavare
                nella memoria per trovare
qualcosa di inedito che di lui possa rivelare
come era Amos, l’uomo, oltre all’altare.

Impresa non facile, perché la sua dimensione religiosa,
era ovviamente la più preziosa,
        ma anche quella di storico, anche se questa è già stata
        da più parti testimoniata.

Particolare è stato il rapporto con i suoi parrocchiani;
dei bimbi già fu scritto ma qui voglio parlare degli anziani.

Anche quelli un po’ “strajiè”, fuori parrocchia residenti
che lui aveva nel suo cuore ben presenti.

La Celestina Dotti, “Celesta” per gli amici, è stata una di quelle
        che lui andava a trovare la vigilia di Natale,
con la pioggia, la neve, la nebbia oppur le stelle,
        sempre puntuale,
                assieme al fido Savino!
                E portava persino,
oltre al calore Umano e Divino,
persino un piccolo “pensierino”.

E dalla Celesta riceveva, come Natalizio scambio, un panettone,
un pandoro ed altre cose buone.

Ma la storia ci insegna che la sua generosità
gli impediva ogni ombra di golosità
        ed i doni venivano sempre devoluti
        ai poveretti, come uno dei tanti suoi aiuti.

Mi sono dimenticato di dire che Celesta era la mia suocera “preferita”,
mia “seconda mamma”, la prima per mia moglie Rita.


A me Don Amos chiedeva del mio lavoro, dopo che la crisi aziendale
aveva messo a rischio presente e futuro. Diceva che ciò che vale
        è soprattutto la dignità
        che solo il lavoro ad una persona da!

Rima per rima, oltre alla generosità
ed alla profonda umanità
ricordo la sua inconsapevole ingenuità.

Faceva fatica a distinguere nell’altrui comportamento
dove finiva l’interesse e iniziava il sentimento.

Non so se ciò lo abbia fatto soffrire
o se il suo “Se stesso a tutti offrire”
        lo salvasse dalle delusioni di questo mondo.
        In fondo,
        Don Amos era un Prete “a tutto tondo”,
e chi ha avuto la fortuna di incontralo
non poteva far altro che ammirarlo.

Alla fine non poteva mancare
un aneddoto che Leonardo mi ha voluto raccontare.

Al Circolo di Bastelli, sul televisore,
scorrevano immagini che facevano scalpore:
        una compagnia di ballerine brasiliane,
        coscia lunga e gonnellino di banane,
su musiche tropicali danzava.
A chi chiedeva a Don Amos, che ammirato le guardava,
        se quella fosse una rappresentazione moralmente adeguata
        lui rispose: “Ma è tutta carne battezzata!”

Su Don Amos una testimonianza mi è stata chiesta
ma la prosa non è nella mia testa,
        preferisco esprimermi in rima
        come farò e come ho fatto prima.

E quindi, giusto in fin della licenza……
vi saluta Nonno Abelardo da Fidenza


2 commenti:

  1. Ancora grazie, Mirella. Particolare e prezioso ricordo di don Amos.

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  2. Simpatico e bravo NONNO ABELARDO.

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