Padre Mario Pacifici, aspettando come noi il Natale, dall'Africa ci manda questo messaggio, un decalogo condivisibile oltre ogni fede, e per questo lo propongo, con alcune immagini malawiane, alla lettura.
A. P.
All’inizio del NUOVO ANNO LITURGICO 2019-2020, condivido alcune riflessioni dall'omelia 8/10/2019 di MARIO DELPINI, Arcivescovo di Milano “Per essere d’aiuto ai cristiani che sono coscienti di essere ‘antipatici’, ma vogliono continuare ad offrire la loro testimonianza con serenità, semplicità e fierezza, ho pensato che si potrebbe scrivere un manuale per la sopravvivenza nei giorni dell’antipatia.
1. Non mendicare simpatia, non venderti all’idolatria.
I cristiani vigilano per evitare di adeguarsi alle abitudini del tempo e quindi cercano
di non lasciarsi sedurre dagli idoli, che sono costumi, pratiche di vita, risultati che chiedono sacrifici senza dare vantaggi: il denaro, il potere, il prestigio, la bellezza, ecc.
2. Se non percorri la via del sapere,
ogni obiezione ti mette a tacere.
Di fronte alle accuse, alle insinuazioni, ai luoghi comuni nel leggere la storia, i cristiani possono rispondere, se sanno come sono andate le cose e se sanno i contenuti e gli argomenti della dottrina cristiana.
3. Se impari la preghiera,
sei sereno mattino e sera.
I cristiani non sono cristiani perché portano un distintivo, ma perché hanno un rapporto vivo con Gesù: gli parlano, lo invocano, lo ascoltano. Cioè pregano. In questa preghiera si stabilisce un rapporto personale che sostiene in ogni situazione e rende perseveranti, vincendo ogni tentazione.
4. In amicizia e compagnia
ogni paura vola via.
Da soli non si può andare avanti, non si può essere testimoni della fede che si professa. L’amicizia e l’appartenenza alla comunità danno energie, fiducia, intraprendenza e fantasia per perseverare in ogni situazione.
5. Ogni data situazione
è ottima occasione.
Di fronte a una situazione è possibile lamentarsi, è possibile rassegnarsi, è possibile arrabbiarsi. Ma il cristiano è convinto che in ogni situazione il dono dello Spirito Santo rende possibile dare testimonianza e vivere in coerenza.
6. Guarda lontano,
per non finire nel pantano.
La vita cristiana non è una vita parcheggiata, non è una vita seduta su un divano. Il cristiano guarda avanti con fiducia: vive nell’attesa della manifestazione del Regno. Sa che tutto passa e sarà distrutto, ma non quelli che vivono e muoiono nel Signore.
7. Ogni nemico può essere un fratello,
ogni amico può essere un tranello.
Le persone mostrano talora delle apparenze che nascondono una verità o una menzogna che non si può cogliere all’istante. Perciò anche nell'amicizia è necessario essere prudenti. Una persona ostile può cambiare atteggiamento; una persona amica può approfittare della fiducia e indurre al male.
8. Gesù ha dato a tutti salvezza e perdono,
non giudicare: la vita è un dono.
Lo sguardo sull’ambiente in cui viviamo non deve essere ispirato dal risentimento.
Il mondo non corrisponde alle nostre aspettative e noi siamo chiamati a non giudicare, ma a condividere i sentimenti di Gesù per tutti e a considerarci chiamati a collaborare a dare acqua fresca a chi ha sete, prossimità vera a chi è solo, speranza a tutti.
9. Con il grazie comincia ogni mattino,
con la gioia vivi ogni destino.
L’amicizia con Gesù, la fraternità dentro la comunità, la stima di sé, perché abbiamo ricevuto una vocazione santa, sono motivi sufficienti per riassumere nella gratitudine ogni giornata e ogni condizione che ci è data da vivere”.
Saluti cari ed anche auguri di buon cammino di Avvento verso il Natale.
p. Mario
Padre Mario Pacifici |
Grazie! Riflettiamo, ci farà bene. Buon Natale, lo sarà se prima lo sentiremo dentro di noi.
RispondiEliminaMarisa, allora, per Natale, pensami, almeno un poco ,ti ricambierò comunque. Io e Ambrogio ci sommergiamo di pensieri amicali, ogni tanto si schiantano per aria, ma ne arrivano poi parecchi. Ambrogio è un uomo ottimo e massimo senza se e ma.
EliminaCaro Franco sono d'accordo con la tua opinione su Ambrogio e ancora non capisco come mi abbia " incontrato" senza "conoscermi ", o viceversa . Se Pascoli potesse scrivere una poesia per me mi metterebbe tra le ultime delle Myricae...tra le cose nascoste. Sta'certo che a Natale ti penseró. Sii sereno, in pace con te stesso e con gli altri. Ciao!
RispondiEliminaMarisa, dire che ti ringrazio è poca cosa. Mi spiace solo che non ci siamo ancora né visti né sentiti. Siamo anche colleghi. Marisa, a me non piace il Pascoli onomatopeico e pigolante, ma quello dell’Atomo opaco del Male. Leggevo sempre ai miei ragazzi due poesie di un Zvaì meno noto, ma terribile e raggelante, ai limiti del cinema espressionista tedesco, nelle immagini suscitate. Leggi Nella nebbia, non La nebbia, e Scalpitìo. E Digitale purpurea, con un Pascoli affranto e sbigottito ⎌dinnanzi al mistero della femminilifà? Ciao, Marisa! ?
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