Occorre ormai far chiarezza sulla costruzione che tiene in scacco la credibilità la nostra città. Qualcuno aveva promesso di trasformare la vecchia circonvallazione in boulevard parigini, oggi ci troviamo con questa orribile costruzione cui fanno da contorno rotatorie di ogni forma e fattura, "appoggiate" anche alle difformità artificiali del terreno, ma questo fa parte di un'altra puntata.
Ci chiediamo:
- chi ci darà spiegazione di questo prima delle elezioni secondarie di maggio/giugno, visto che le primarie si tengono il prossimo mese di marzo,
- chi ci dirà come risolverà questa situazione toccasse a lui farlo.
Ma ecco la storia
Possiamo cominciare così: c'era una volta questo capolavoro di architettura razionalista, ma lasciamo perdere.
Facciamo comunque un passo indietro, molto indietro urbanisticamente parlando, e siamo nel 2002 e l'assessore Varani così spiega le sinergie tra pubblico e privato che aprono la via al progetto che viene approvato con 10 voti favorevoli (Tedeschi Massimo, Toscani Luigi, Vanicelli Davide, Scudieri Luigi, Sartori Rita, Ferrante Sigismondo, Costa Giorgio, Parizzi Andrea, Maffini Ennio, Tomasetig Luciano), 1 contrario (Rainieri Michele) e 6 astenuti (Denti Stefano, Maggi Paolo, Gandolfi Stefano, Calza Paolo Mario, Uni Benvenuto, Bonatti Lino), palesi, presenti e votanti 17 consiglieri.
Ecco cosa dice Varani:
- "a tal proposito la proprietà ha presentato una proposta di progetto che ripropone nella volumetria il tema della porta di accesso alla città con un elemento iconico di maggior spicco al quale si affianca un volume più basso che definisce il limite tra città vecchia e nuova espansione;
- rientra negli obiettivi dell’Amministrazione la riqualificazione di un’area strategica posizionata lungo la via Emilia ridefinendo il tessuto edilizio mediante progetto qualificante con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso e contemporaneamente la risoluzione di problemi legati alla mobilità"
Da questo punto in poi la mano passa al privato sia come tempistica sia come progettazione e gestione delle varianti. Non si entra nei rapporti tra privati possessori dell'area e costruttori e di eventuali anomalie di questi rapporti teoricamente privati.
Da parte del Consiglio Comunale tra il 2002 ed il 2006 vengono approvate varie delibere a seguire di altrettante richieste ed nel 2006 il progetto è cresciuto a sette piani (C.C. 86 ex esso 28 09 2006):
- La modifica riguarda sostanzialmente il carattere urbano ed edilizio da conferire al fabbricato passando da una soluzione più compatta ma di minor altezza ad un fabbricato maggiormente sagomato e che riduce progressivamente la propria pianta ma raggiunge quote di maggior altezza (la parte più alta prevede di arrivare fino a 7 piani).
- Prevede, inoltre una limitata occupazione di suolo pubblico (13,80 mq) da parte della costruzione su via IV Novembre; di tale superficie è necessario prevedere la cessione contestualmente alla sottoscrizione della convenzione urbanistica e l’istituzione di uso pubblico in quanto la stessa al piano terra è destinata alla formazione del porticato che caratterizza il fronte di via IV Novembre. Allo stesso modo la modifica oggetto di approvazione prevede l’istituzione di servitù di sottosuolo per autorimesse a favore del complesso su una superficie di 67,37 mq destinata a rimanere invece di proprietà pubblica.
Nel 2007 l'autorizzazione alla demolizione dell'esistente distributore ex Esso, dei fabbricati ad esso pertinenziali e di altri fabbricati limitrofi. Il 13_12_2007 il permesso a costruire ed l'esposizione del prescritto cartello scompilato in ogni sua parte:
Viene inoltre esposto il seguente cartello:
e il cantiere parte:
un piccolo inconveniente premonitore:
ma si va avanti, prima lentamente:
poi a singhiozzo sino ad arrivare alla foto di partenza in alto, ormai consolidata da due anni.
Tutto questo credo sia figlio di due fattori: il primo è la scriteriata gestione del territorio da parte di amministratori che ne hanno fatte di tutti i colori, continuando a concedere licenze edilizie a chiunque, ma a qualcuno più facilmente che ad altri. Lo scheletro sopra illustrato, conseguenza di una ditta fallita ed una mancata vendita all'asta, chissà per quanto tempo ancora resterà lì ad indicare le allegre gestioni del territorio dal dopoguerra ad oggi, io ci metterei un bel megacartellone con scritto Vota PD, un altro lo metterei sull'ex Villa Panini, un altro lo metterei sulle "Torri Gemelle" dei Nuovi Terragli e via discorrendo, fino ad arrivare all'obbrobbrio di Palazzo Porcellini, quello scatolone faccia a vista dei primi anni '60 che ha preso il posto di una recuperabilissima e bella rocca solo parzialmente lesionata dai bombardamenti.
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