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venerdì 14 febbraio 2014

I buchi di Matteo Renzi

Riproponiamo questo post di 3 anni fa dove Matteo Renzi, allora "solo" Sindaco di Firenze, cercò un po' di visibilità "bucando" il dipinto del Vasari. Oggi che Matteo Renzi è assurto ad arbitro della politica nazionale c'è solo da sperare che non aggiunga altri buchi al bilancio dello stato. 

La Battaglia di Anghiari ed i buchi del Sindaco Renzi
6 dicembre 2011

Copia di Paul Rubens della parte centrale del dipinto di Leonardo da Vinci.
L'originale dovrebbe essere nascosto dal dipinto, stesso soggetto, del  Vasari
 nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze


Si e' conclusa da poche ore la fase di ricerca della 'Battaglia di Anghiari' di Leonardo da Vinci nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. La ricerca, condotta con l'utilizzo di una sonda endoscopica, sull'affresco di Giorgio Vasari si è fermata a 6 dei 7 buchi autorizzati, 14 quelli chiesti dal direttore scientifico dei lavori, l'ingegner Maurizio Seracini. L'esplorazione, che si concluderà a fine mese, si poneva come obiettivo quello di accertare l'esistenza dell'affresco di Leonardo da Vinci sottostante a quello del Vasari.
Mentre è certo che Leonardo a suo tempo dipinse il Salone (ne fanno memoria le copie dello stesso fatte da altri pittori tra cui il Rubens, meno certo è lo stato attuale dell'affresco che ebbe fin dall'inizio vita tribolata anche in sede di esecuzione.
Sull'operazione il Sindaco Renzi si aspetta, in caso di successo, un ritorno commerciale significativo ma qualche centinaio di intellettuali e storici dell'arte hanno firmato un appello contro l'operazione che danneggerebbe l'affresco del Vasari. Italia Nostra ha poi presentato esposto alla Procura di Firenze che ha aperto un fascicolo.
"Non stiamo vandalizzando il Vasari" e “"siamo vicinissimi a dare una risposta" afferma invece il Sindaco Renzi che assicura che nel 2012 sarà data risposta "al più grande mistero della storia dell'arte". 



DOCUMENTI

Non bucate il Vasari a Palazzo Vecchio!
Ecco il testo dell’esposto di Italia Nostra alla Procura della Repubblica
Al signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze
Italia Nostra, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, riconosciuta come persona giuridica con D.P.R. n. 1111 del 1958, con sede in Roma, viale Liegi, n. 33, che svolge attività “di rilevante interesse pubblico” “nel campo della tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione” (art.1, legge 23 maggio 1980, n. 211) ed è individuata dal Ministro dell’Ambiente come associazione nazionale di protezione ambientale a carattere nazionale (art.13 legge 8 luglio 1986), nella persona del presidente, legale rappresentante, Alessandra Mottola Molfino (nata a Roma il 24 aprile 1939 e residente ad Argenta – Ferrara -),
espone
i seguenti fatti perché Ella voglia valutare se in essi siano ravvisabili profili penalmente rilevanti.
Ella sicuramente conosce la vicenda che ha attratto l’attenzione della stampa non solo fiorentina e ha suscitato la preoccupazione della opinione competente degli storici dell’arte. Si sta mettendo mano sugli affreschi del Vasari nella sala del Consiglio Grande in Palazzo Vecchio, nella avventurosa ricerca della leonardesca Battaglia di Anghiari, sul labile fondamento di una incerta memoria storica. L’idea, non certo nuova e ciclicamente alimentata da una superficiale tensione verso miracolosi ritrovamenti, ha avuto recentemente una ripresa conclusiva con l’iniziativa del Sindaco Matteo Renzi. La sua fortunata trasferta americana gli ha valso l’impegno finanziario di National Geographic, e nel Salone dei Cinquecento le telecamere della prestigiosa rivista (nonché quelle di Voyager, di Sandro Giacobbo) sono già pronte alla ripresa della operazione sensazionale che necessariamente passa attraverso la sia pur parziale lesione della integrità fisica degli affreschi vasariani (almeno dieci fori passanti, dichiara il direttore della ricerca). Perché l’intervento è per certo “invasivo sulla pittura”, come ha subito opposto la funzionaria Cecilia Frosinini, responsabile delle pitture murali dell’Opificio delle Pietre Dure, alla quale, di fronte alla approvazione della Soprintendente Cristina Acidini a lei gerarchicamente superiore, non è rimasto che far valere il suo diritto di obbiettore di coscienza.
In un articolo sul Fatto Quotidiano dello scorso mercoledì 30 novembre un autorevole studioso e storico dell’arte ha argomentato le ragioni per cui “l’dea di trovare Leonardo può apparire romantica, ma se la si guarda con un po’ di senso critico appare antistorica, velleitaria, pericolosa e demagogica”.
E’ palese infatti che non si tratta di corrispondere alla doverosa esigenza di restauro come definito nell’articolo 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, l’unico ammissibile “intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo”. La finalità, al contrario, concepita e perseguita all’esterno della sede istituzionale deputata alla tutela e da essa non contenuta, e infine subita, è quella che ben si può dire politica della costruzione del grande, spettacolare evento di vasta risonanza mediatica, immaginato capace di esaltare il prestigio della città e, perché no, di chi l’amministra. Una finalità di «marketing» (secondo le parole dello stesso Renzi) che sacrifica la prima istanza della tutela, quella conservativa, e che comporta una inammissibile lesione alla integrità fisica del bene culturale (l’affresco del Vasari).
Italia Nostra crede che una simile programmata condotta (anzi già avviata alla esecuzione) si esponga alla sanzione dell’art.635 (primo e secondo comma sub 3) del codice penale, che appunto punisce il danneggiamento delle cose di interesse storico o artistico. E perciò ritiene doveroso rispettosamente richiedere al signor Procuratore della Repubblica che voglia valutare il fondamento di un simile convincimento, perché, se lo avrà condiviso, possano essere attuate quelle misure cautelari (con la richiesta di sequestro preventivo ex art. 321 codice di procedura penale) idonee a scongiurare l’aggravamento delle conseguenze lesive della già avviata condotta di intervento sugli affreschi di Giorgio Vasari nella Sala del Consiglio Grande del Palazzo Vecchio in Firenze.
(L’associazione dichiara di voler essere informata nella ipotesi di cui all’ultimo comma dell’art.408 c.p.p.).
RingraziandoLa della cortese attenzione, Le porgo rispettosi saluti.
Roma – Firenze, 3 dicembre 2011.
Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra.
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Ecco l’appello alla Soprintendente di Firenze Cristina Acidini e al Sindaco di Firenze Matteo Renzi
Desideriamo esprimere la nostra grande preoccupazione per la sorte dell’affresco di Giorgio Vasari in Palazzo Vecchio a Firenze che in questi giorni viene bucato a più riprese nel tentativo di rintracciare quel che potrebbe rimanere della Battaglia di Anghiari di Leonardo.
La dissociazione della dottoressa Frosinini, responsabile del settore pitture murarie presso l’Opificio delle Pietre Dure, ha mostrato che all’interno dell’Opificio stesso non c’è accordo sulla natura e sui rischi di questi interventi.
Riteniamo del tutto improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile sotto un muro, e ci preoccupa che siano stati a dir poco sottovalutati i più attendibili risultati della ricerca storico-artistica, i quali mostrano che la Battaglia era con ogni verosimiglianza sulla parete opposta a quella che ora si sta forando.
Condividiamo dunque le ragioni dell’esposto presentato da Italia Nostra alla Procura della Repubblica di Firenze, e chiediamo alla Soprintendente Cristina Acidini e al Sindaco Matteo Renzi di fermare i lavori, e di non riprenderli senza aver insediato un osservatorio terzo, formato da autorevoli specialisti di storia dell’arte del Rinascimento.
Le prime firme 





2 commenti:

  1. Maremmina maialetta, ma mo' pure Renzi vol fare il buhaiolo? A me hotesta faccenda 'un mi garba pe' niente...

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  2. Gesù di Nazaret, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti avendo avuto un intelligenza simile, basata su processi ricorsivi, giochi di specchi, procedimenti inclusivi; hanno avuto un volto somigliante verso il termine della loro vita pur avvenuta in età e condizioni diverse. L’autoritratto di Leonardo assomiglia al ritratto di Michelangelo eseguito da Daniele da Volterra, e l’autoritratto di Leonardo assomiglia al volto sindonico (negativo). Il telo sindonico come un'opera rinascimentale, (l'immagine della ferita al costato della Sindone ricorda l'urlo del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo; e ne sancisce la presenza nascosta nel Palazzo Vecchio a Firenze) , i quadri del rinascimento come icone. Gesù modello e volto archetipo del genio. Cfr. ebook/book. di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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