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lunedì 3 febbraio 2014

Una società che non fa figli muore


Mattei Enrico e Camilla dell'Ufficio Famiglia della 
Diocesi di Fidenza domenica mattina 2 febbraio 2014 alla trasmissione "A Sua immagine"  su RAI1


Enrico e Camilla Mattei ospiti del programma di Rai 1
A sua immagine” presentato da Lorena Bianchetti

Un’esperienza significativa per tutta la famiglia che archivieremo nel nostro “album fotografico”.
Così Camilla ed Enrico iniziano il racconto della loro partecipazione alla trasmissione su Rai 1 di domenica 2 febbraio “A Sua immagine”. Siamo stati contattati dalla redazione della trasmissione, su segnalazione dell’Ufficio Famiglia Nazionale della Cei.
La richiesta inizialmente è stata quella di leggere un tema che nostra figlia Silvia fece in prima media, in cui parlò delle sue tre mamme (che pubblichiamo qui di seguito).
Silvia, adottata all'età di due mesi, ha un ricordo bellissimo di Enrica, la mamma affidataria che l’ha accolta in attesa che il giudice trovasse la sua famiglia adottiva.
Poi la richiesta di dialogare su altre tematiche riguardanti la coppia, la famiglia, la genitorialità.
L’emozione è stata davvero tanta: consapevoli della diretta, avvertivamo tutta la tensione di questa nuova esperienza.
Il 2 febbraio si celebrava anche la 36° Giornata per la Vita e ci era stato chiesto di commentare anche un dato proveniente dal Movimento Italiano per la Vita dove si dice che nel 2013 il ricorso all’aborto è diminuito del 5%. Poi di fatto non ce ne è stato il tempo e si sono approfondite altre tematiche.
Pensiamo comunque che sia importante creare una cultura della vita che vada oltre la “cultura dello scarto”, come è stata definita da Papa Francesco.
Tutti noi infatti non dobbiamo dimenticare che siamo stati un “mucchietto di cellule” a cui una mamma anche a nome del papà ha “fatto credito”. Tutti noi potremmo dire che se non avessimo ricevuto credito in questo momento di così grande fragilità (solo un mucchietto di cellule) noi non saremmo le persone che siamo oggi.
La vita è un dono e come ci ha esortato Giovanni Paolo II “ che il dono resti dono!”

TEMA
Il tempo cancella anche i ricordi, ma in ciascuno di noi vi è almeno una persona che sicuramente non verrà mai dimenticata.
Una persona molto significativa per me è stata Enrica e la sua famiglia che mi ha avuto in affidamento appena nata per due mesi. Si è presa cura di me, dai filmati che ho visto, e due dei suoi figli facevano a gara per tenermi in braccio! Mi vogliono bene e io ne voglio a loro.
Rivedo Enrica ogni anno, ad Assisi, verso aprile per la domenica delle Palme: e tutte le volte le corro incontro per abbracciarla forte! Dall’insieme dei video che i miei genitori adottivi Camilla ed Enrico mi hanno mostrato, era lei che mi dava da mangiare e mi faceva addormentare. E lo faceva con amore.
Carlo, suo marito, si doveva prendere cura di Francesco, il figlio disabile. L’ho scelta per farmi da madrina per la mia prima Comunione e per la Cresima.
Io mi ritengo fortunata ad averla incontrata e senza di lei, che per me è come una terza mamma, mi sentirei incompleta. Lei è la persona più dolce che abbia mai conosciuto, non mi stanco mai di parlare di lei e con lei. Non dimenticherò mai Enrica: ha lasciato una macchia indelebile nella mia vita.
Silvia




3 commenti:

  1. Purtroppo, per cause impedienti non volontarie, non sono riuscito a seguire la trasmissione e nemmeno a rivederla, scaricandola qui sul mio PC. Fin da giovane, ho sempre pensato al matrimonio, con prole, preferibilmente femminile, ed ho, effettivamente avuto due figlie. Non ho mai capito le ragioni degli scapoli a vita, così come la scelta di chi è ateo o miscredente; ma, comunque, non entro nel merito delle scelte personali,pur disapprovandole. A proposito di prole, non capisco gli eccessi dei neocatecumenali, che tendono ad avere famiglie con un numero spropositato di figli. All'opposto, nemmeno giustifico chi, per scelta egoistica, ne rifiuta assolutamente anche uno solo. Vengo ora da una lunga, gradita telefonata con il carissimo Don Luigi Guglielmoni, che mi ha chiarito un punto, che ricordavo un po' vagamente, dai tempi in cui studiavo, sotto la guida di Mons. Guzzetti, alla Cattolica di Milano, Morale e Dogmatica cattolica. In effetti, ci sono coppie che, consenzienti, con o senza una dichiarazione esplicita al sacerdote officiante il matrimonio, scelgono di vivere in castità ed astinenza, in modo temporaneo od anche definitivo. La cosa mi lascia perplesso, sapendo che il fine primario del matrimonio è proprio il bonum prolis; ma anche qui, ognuno può liberamente operare una sua scelta personale.

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  2. "I figli non si pagano" fa dire Eduardo a Filumena. E non si uccidono, dico io.

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  3. Hai ragione, Clary, di solito sono loro ad uccidere i genitori, in tutti i sensi, fisici e psichici. I figli non si pagano, ma il loro mantenimento, oggidì, per un minimo di decenza nella preparazione culturale, educativa e lavorativa, si paga e come. Quindi, ripeto, non capisco le coppie che ne mettono al mondo delle caterve. Ho letto parechhie testimonianze sul train de vie quotidiano, di queste compagini familiari, ed è molto triste e misero. C'erano genitori con 10, 12 figli, sereni, allegri e sorridenti, almeno apparentemente,nei video e nelle foto, che raccontavano che non uscivano mai di casa per una pizza, per vedere un film, che passavano l'un l'altro ai figli i capi di abbigliamento, comperavano i libri di testo scolastici usati, insieme a tutto il corredo necessario. Mai una vacanza, una uscita ad un museo, un momemto di svago. Loro forse erano contenti, ma avrei voluto sentire, a parte i figli, se lo erano altrettanto, dato che non avevano chiesto loro di venire al mondo in una famiglia del genere. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, d'accordo, o Signore, ma anche una fettina, sottile, di mortadella o di cicciolata, per dargli un sapore più attraent;, non di solo pane vive l'uomo. Le scelte balorde degli adulti rimangano tra di loro, non ricadano sui figli incolpevoli. E si badi bene che non sto parlando di concedere loro Playstation, abbigliamento griffato, Iphone, Ipad, scooters costosissimi a 14 anni, e simili; ma se tutti i 10 o 12 figli volessero,data la loro intelligenza, frequentare gli studi universitari, che devono fare, mettersi a spacciare droga?

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