Pubblichiamo la seconda parte di uno studio di Germano Meletti sulla storia di Castione Marchesi oggi importante frazione di Fidenza. Situata tra il capoluogo e Busseto è da millenni un luogo abitato e nelle sue terre popolazioni diverse hanno soggiornato. Questa seconda parte copre il periodo etrusco-romano e siamo decisamente nella storia. Viene anche considerata la toponomastica e l'assetto viario anche con riferimento alla situazione attuale.
SECONDA PARTE
L'INCREDIBILE
STORIA DI CASTIONE MARCHESI: DOPO LA PREISTORIA TERRAMARICOLA PROSEGUE CON LE
CIVILTA' ETRUSCA E ROMANA
Finita
la preistoria, quel periodo dove la storia non è scritta, cioè prima della
storia, inizia la storia, che rappresenta quel lunghissimo periodo dove ci sono
riferimenti certi. Terminato il periodo delle Terramare, durato quasi 1.500
anni, non è che a Castione Marchesi tutto si sia fermato e tutto sia scomparso.
Gli abitanti delle Terramare sono stati "risucchiati" dalla civiltà etrusca,
anche in questo non c'è certezza, ma andando per esclusione, resta l'ipotesi più
accreditata.
Dopo un periodo relativamente breve rispetto a quello della civiltà
terramaricola, la civiltà etrusca venne integrata da quella romana. Non si hanno
riferimenti precisi, ma ruderi consistenti in resti di abitazioni e
suppellettili, oltre che monete, sono una traccia sufficiente per dire che
quella popolazione è stata qui.
Dopo gli etruschi sono arrivati i romani e qui
ci sono riferimenti storici ben precisi, avvalorati dalla presenza, anche in
questo caso, di abitazioni ed altro che ne testimoniano la presenza. La traccia
più importante lasciata dai romani è la Via Emilia, fatta costruire dal console
Emilio Lepido, non proprio a Castione ma determinante per il paese: un unico
lunghissimo rettilineo da Piacenza a Rimini di poco meno di 300 chilometri, ma
come avranno fatto a calcolarne la direzione?
Le curve che vediamo oggi,
considerando il tragitto prima dell'avvento delle tangenziali e prima ancora
delle circonvallazioni, sono state apportate tra la fine del XIX secolo e
l'inizio del XX, quando è stata realizzata la praticamente parallela ferrovia
Milano - Bologna.
Le vie consolari sono state ovunque grandi opere
dell'ingegneria romana, grandi vie di comunicazione per favorire gli scambi
commerciali ed i rapporti con i territori colonizzati, oltre che inviare
celermente truppe nei luoghi ove essi nutrivano ambizioni espansionistiche o
dove si minacciavano rivolte. La Via Emilia venne completata nel 187 A.C., e su
di essa sono nate proprio in quell'epoca cittadine intermedie tra Parma e
Piacenza (Parmae e Placentia), tali cittadine erano Fidentia (oggi Fidenza, nome
succeduto a Borgo San Donnino) e Florentiola (oggi Fiorenzuola d'Arda).
La
distanza tra Parma e Piacenza veniva così divisa in tre parti praticamente
uguali (Parma-Fidenza, Fidenza-Fiorenzuola e Fiorenzuola-Piacenza) allo scopo di
cambiare o far riposare i cavalli per lunghi trasferimenti e comunque godere di
un maggior numero di roccaforti sul territorio.
Tra Fidenza e Castione Marchesi
c'è una differenza sostanziale: Fidenza è nata esclusivamente come punto
geografico intermedio tra Parma e Piacenza (proprio come Fiorenzuola d'Arda),
Castione Marchesi invece è nata dall'evoluzione dell'enorme villaggio
palafitticolo, in cui la vita era scandita regolarmente ogni giorno con una sua
economia ed un filo logico trainante per l'intero villaggio ed altri minori ad
esso collegati.
I romani, con la costruzione della Via Emilia, dalle nostre
parti misero in atto quell'operazione denominata "centuriazione romana".
Schema di centuriazione romana
La
centuriazione consisteva nel costruire strade, alcune fondamentali per i
collegamenti, così come era la Via Emilia, ma altre avevano il solo scopo di
portare verso la bassa per bonificare terreni per destinarli alle coltivazioni.
Una centuria romana corrispondeva all'incirca agli attuali 731 metri ed appunto
ogni tratto di quella lunghezza segnava l'inizio di una strada partendo dalla
Via Emilia con direzione nord.
Ancora oggi vediamo i segni di queste operazioni
fatte dai romani, per esempio i campi squadrati ed ordinati e poi appunto le
strade.
Prendiamo in considerazione quelle che avevano a che fare con Castione
Marchesi. Dalla Via Emilia, all'altezza di Rimale (allora detta Ripa Mala, in
quanto la zona era infestata da briganti), partiva una prima strada verso la
bassa, presente fino a pochi decenni fa, si trovava proprio di fianco
all'attuale Ferramenta Corradi. I più anziani ricorderanno che all'incrocio con
la ferrovia c'era un passaggio a livello sempre chiuso, per farlo aprire
bisognava agitare fortemente il cavo d'acciaio che sollevava ed abbassava le
sbarre per far suonare il campanello ad esso appeso e posto prorio davanti al
casello, in conseguenza il casellante azionava la manovella, che andava così ad
aprire il passaggio a livello distante appunto circa 750 metri, questo solo per
dare un punto di riferimento al mio racconto.
Un secondo passaggio a livello
era proprio all'altezza del casello, ricordo quand'ero bambino e mi trovavo a
casa di mio nonno, andavo spesso a vedere il treno e ricordo che il passaggio a
livello di allora era composto da quattro veri e propri cancelli, esso si
trovava esattamente sulla strada che dalla Via Emilia va a lambire la chiesa di
Rimale e poi a Castione Marchesi, tali "cancelli" vennero sostituiti dapprima da
un po' più moderne sbarre e poi dall'attuale sottopasso.
Andando in direzione
Piacenza c'era una terza strada, identificabile con l'inizio della Strada
Cacalupo che, parallelamente a quella di Rimale, portava anch'essa a Castione
Marchesi ed anch'essa era dotata di passaggio a livello azionato, come il primo
descritto, attraverso lo stesso sistema di "comando a distanza", provocato dalla
forte vibrazione del cavo d'acciaio e conseguente "scampanellata" davanti al
casello custodito.
Ma torniamo all'epoca romana ed alle sue strade restando
nell'esempio delle tre summenzionate: non ho misurato, anche perché nel tempo,
la ferrovia o le conseguenti modifiche apportate al tragitto originale della via
Emilia potrebbero aver modificato quella distanza, ma ad occhio e croce direi
proprio che dall'inizio di quella all'altezza della Ferramenta Corradi
all'imbocco di quella per Rimale e Castione Marchesi possono starci i circa 731
metri (una centuria), se non corrisponde al millimetro è per i motivi appena
descritti.
Stessa distanza c'è, sempre approssimativamente e per lo stesso
motivo, per arrivare fino al vecchio imbocco della Strada Cacalupo. Tra queste
tre strade la più importante è ed era indiscutibilmente quella che conduce al
vicino paese di Rimale e Castione Marchesi, recante altre modifiche che ne hanno
cambiato il percorso, dapprima con l'avvento dell'autostrada del sole (seconda
metà degli anni '50 del XX secolo) e poi con la più recente realizzazione della
linea ferroviaria ad alta velocità.
Il percorso iniziale era rigorosamente
diritto, attraversava Castione Marchesi e proseguiva verso la località di
Semoriva, attraverso l'odierna strada Malcantone (che diventa strada Cancelliera
nel comune di Busseto). Dopo la frazione bussetana un ramo portava nel
capoluogo, ma il proseguimento era per Cremona e Brescia, appena prima di
quest'ultima città una variante portava anche a Bergamo, permettendo attraverso
altre strade a cui era direttamente collegata, di raggiungere Svizzera e
Germania, allora poste nelle vicinanze rispettivamente di Lago Maggiore e Lago
di Como.
Questa era strada di grandi collegamenti commerciali con l'attuale
Lombardia, anzi mi permetto di ipotizzare che essa sia stata praticamente il
perno del territorio dei Pallavicino, famiglia che arriverà dalle nostre parti
solo poco prima del mille.
Tutto questo per la ricorrente citazione della nota e
storica famiglia, che arrivò a fondare uno stato con il proprio nome, che
troviamo anche in terra lombarda sia nel cremonese che nel bresciano e
addirittura nel bergamasco, dove il centro più settentrionale che ci ricorda
l'importante casato è Torre Pallavicina, in provincia di Bergamo.
Nomi di
località associabili alla famiglia Pallavicino li troviamo anche sulla statale
Cremona- Mantova (Dosso Pallavicino) e in varie località del bresciano, dove
spesso si incontra lo stesso nome sottoforma di Via Pallavicina o Tenuta
Pallavicino e simili.
CONTINUA
Germano Meletti
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