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venerdì 7 febbraio 2014

Olocausto e foibe: il negazionismo contro la memoria

Il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell'umiliante esodo di tanti nostri connazionali dai territori istriani, giuliani e dalmati, sarà celebrato a Fidenza con una seduta straordinaria del Consiglio Comunale, che si terrà al Ridotto del Teatro Magnani lunedì 10 febbraio alle ore 18.00.
Ad aprire la seduta sarà il presidente del consiglio comunale, Francesca Gambarini. Seguiranno il saluto del sindaco Mario Cantini e letture di testi storici e testimonianze a cura di Stefania Ferrari e Roberto Bona del “Theatro del Vicolo” di Parma.


Olocausto e foibe: il negazionismo contro la memoria
Veleni ovunque per occultare la verità della storia

27 gennaio e 10 febbraio: due giornate che ogni anno fanno memoria di due tragedie - l’Olocausto e le foibe - “perché orrori simili non si ripetano mai più” (Steven Spielberg). 
Ma già nel lontano 1956 Jean Cayrol, sopravvissuto a Mathausen, ammoniva: “È più facile dimenticare che ricordare. La memoria infatti è tenuta viva da scritti, immagini, rappresentazioni teatrali e testimonianze dal vivo di chi ha vissuto sulla propria pelle quegli orrori, ma soprattutto da una coscienza civile che rimane vigile.
Scriveva infatti Bertolt Brecht che “il sonno della ragione genera nel tempo nuovi mostri”.
Ne abbiamo purtroppo avuto la conferma nei giorni scorsi quando alla sede della comunità ebraica di Roma sono state fatte recapitare teste di porco e sui muri della capitale sono comparse scritte oltraggiose come “Olocausto menzogna” e “Anna Frank bugiarda”. 
Con il triste contorno di svastiche e di frasi inneggianti al nazismo. Ormai il negazionismo è una realtà con la quale dobbiamo fare i conti: un fenomeno che non è più ristretto a gruppi di nostalgici ma che in maniera strisciante si va diffondendo a macchia d’olio. 
È di qualche mese fa la notizia che all'interno di un liceo classico un docente poteva ripetere tranquillamente ai suoi studenti che “l’Olocausto è un falso costruito dalla propaganda ebraica”. 
E in occasione della morte del nazista (mai pentito) Priebke solo la mobilitazione popolare ha impedito che i funerali si trasformassero in una gazzarra invereconda con slogan inneggianti a Hitler e al Terzo Reich. Dall’Italia alla Francia: qui le autorità municipali sono state costrette a vietare uno spettacolo del comico Dieudonné infarcito di battute offensive nei confronti degli ebrei e della Shoah. Il negazionismo ormai ha messo radici ovunque in Europa, ma si sta diffondendo pericolosamente perfino in Asia.
A Bangkok, Seul, Shanghai e Hong Kong vengono esposti in bella vista nei negozi magliette, bandiere, aquile ed elmetti che fanno esplicitamente riferimento al Terzo Reich. Senza dimenticare che in Giappone e in Corea del Sud da tempo sono presenti organizzazioni dichiaratamente neonaziste con sedi e giornali.
Di fronte a tutto ciò ci si chiede: che cosa c’è alla base di questo fenomeno sempre più diffuso?
Ignoranza? Provocazione? Scrive il corrispondente di “Avvenire” Stefano Vecchia: “Non è solo questo. In Asia (e non solo in Asia) l’insofferenza nei confronti della globalizzazione spinge le élites locali a simpatizzare per regimi (anche del passato) dal carattere inequivocabilmente autoritario e nazionalista”.
Per le foibe il discorso riguarda direttamente l’Italia e anche in questo caso ci si ostina a negare la verità della storia.
Di fronte alla notizia che la Rai manderà in onda il 10 febbraio il programma dal titolo “Magazzino 18”, si sono scatenate nei giorni scorsi accese polemiche.
Eppure il musical a sfondo civile del cantante Simone Cristicchi si propone solo di onorare le vittime delle foibe e di raccontare l’esodo di 350.000 istriani, giuliani e dalmati. E lo fa senza prestarsi a strumentalizzazioni di parte. Ma evidentemente questo non basta. E così a Monza per il Giorno del Ricordo viene invitata provocatoriamente la storica negazionista Alessandra Kersevan. 
A Lucca si minimizza indecentemente con l’equazione infoibati=fascisti. E infine a Pisa la lapide che ricorda le vittime delle foibe viene impunemente distrutta. Ha ragione Cayrol: la memoria storica fa appello alle coscienze dei cittadini e diventa un dovere ineludibile per tutti.
(M.F.)



Articolo pubblicato sul settimanale "il Risveglio" in distribuzione in questi giorni.

1 commento:

  1. Io ho una modestissima opinione su questo modo di fare storia e alla base di tutto c'è un solo concetto, mai scritto da nessuno: "La storia la scrive sempre chi vince, mai chi perde". Da questo si evince che mai ci saranno descritti realmente vari episodi che ci hanno toccato più o meno da vicino. Basta mettere mano alla guerra civile che ci ha distrutto nell'ultima parte della seconda guerra mondiale. Oggi ci vengono dipinti i partigiani come eroi e brava gente ed i fascisti tutti carogne e delinquenti, meritevoli solo di pena di morte, alla faccia dei bempensanti oggi portatori del messaggio "no alla pena di morte". Così è successo che ci hanno raccontato storie come essi volevano e come noi abbiamo "dovuto credere". Stalin, bravissima persona, solo perchè alleato dei vincitori, nonostante i milioni di ebrei sulla coscienza (forse in maggior numero di quelli trucidati da Hitler). Brava persona anche perchè, in barba a tutti i trattati internazionali, ha lasciato morire nelle galere russe i soldati italiani, che invece al termine della guerra dovevano essere rilasciati e fatti tornare alle loro case ed alle loro famiglie, cosa c'entravano loro con la eventuale follia mussoliniana? Ma anche di questo vorrei parlarne. Se non avessero risposto alla chiamata alle armi sarebbero stati passibili di fucilazione. Anche mio padre ha partecipato a varie misioni, ma non era fascista, se fosse stato mandato in Russia difficilmente sarei venuto al mondo io, o perchè ucciso in battaglia o dal freddo o dalla detenzione come per tutti coloro che non sono riusciti a tornare. Ma la realtà è un'altra: è quella delle foibe, cosa scoperta per caso all'inizo degli anni '60, fino ad allora vergognosamente taciuta. Così come ci sono state taciute le vendette partigiane, come nel tristemente divenuto famoso "Triangolo della morte". Casi simili ne sono successi anche dalle nostre parti ed il più barbaro ha certamente avuto come teatro Castione Marchesi. Vergogna anche per coloro che hanno intascato milioni di dollari dalla "Madre Russia" per portare avanti il progetto di ingresso nel Patto di Varsavia, previa rivoluzione "rossa", poi miseramente fallito; quasi tutte queste persone sono morte (Togliatti, Pajetta, Ingrao, ecc), ne resta una in particolare che oggi occupa lo scranno più alto d'Italia. Ma questa storia non ce l'ha mai raccontata nessuno e se mai qualcuno ci ha provato è stato immediatamente zittito. VERGOGNA!!!!!

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