Pubblichiamo la prima parte di uno studio di Germano Meletti sulla storia di Castione Marchesi oggi importante frazione di Fidenza. Situata tra il capoluogo e Busseto è da millenni un luogo abitato e nelle sue terre popolazioni diverse hanno soggiornato. Questa prima parte copre il periodo terramaricolo che si situa tra preistoria e storia. Vedremo anche come il termine Terramare vada correttamente inteso visto che di terra non c'è scarsità ma di mare proprio non c'è ombra da milioni d'anni.
Riportiamo immediatamente sotto la trascrizione in poesia della nota (in prosa) che Germano ha inteso premettere al suo lavoro.
QUESTA E' LA STORIA DI CASTIONE
CHE SENZA PRESUNZIONE
OSO SCRIVERE CON GUSTO
DEL VERO E DEL GIUSTO.
MA CON LA PRETESA
DI FORMULARE
MIE TEORIE
TUTTE DA PROVARE
SEPPUR SENSATE
E SU TRACCE BEN PRECISE BASATE
SE VUOI LE PUOI COMMENTARE
E, ALLA FIN, CONTESTARE
STORIA DI CASTIONE MARCHESI - PRIMA PARTE
In vari pezzi pubblicati su questo sito da me firmati, avrete visto
che faccio cenno spesso e volentieri al turismo a Fidenza, voce
assolutamente inesistente a tutt'oggi, non fosse altro che per quei
poco meno di 20 mila visitatori l'anno della bellissima Cattedrale
dedicata a San Donnino.
Ho anche parlato spesso di poter trattenere una parte di quei
supposti 4 milioni di visitatori annui del Fidenza Village,
visitatori mordi e fuggi, praticamente come quelli interessati alla
visita del Duomo. Trattenerli non vuol dire vendere fumo, far credere
cose che non esistono, ma mostrare con orgoglio la nostra storia e le
nostre origini, magari collegando il tutto con le nostre prelibatezze
gastronomiche.
Se riuscirò a portarlo a termine sto scrivendo un libro sul mio
paese, Castione Marchesi, paese che tutti gli "addetti ai
lavori" conoscono e studiano ampiamente, sopratutto per certe
esclusività presenti solo qui. Uno di questi studiosi che si sono
ampiamente interessati a Castione è stato Don Amos Aimi,
recentemente scomparso, a cui sarà dedicato il mio libro,
naturalmente se andrà a buon fine.
Il primo a mettere mano alla storia di Castione Marchesi e di tutta
l'area interessata dalle Terramare fu Luigi Pigorini. Solo intorno al
1830 si scoprì dell'esistenza di questa civiltà delle Terramare, fu
ampia materia di studio di preparazione all'argomento da parte del
noto archeologo di Fontanellato, il quale diede il via agli studi
sulle Terramare proprio a Castione Marchesi nel 1861 (non si poteva
celebrarne il centocinquantenario nel 2011 visto che
l'Amministrazione Comunale di Fidenza ne ha celebrati diversi, uno in
particolare assolutamente inutile e poco pertinente?).
Successivamente organizzò varie campagne di scavi ed i reperti
portati alla luce furono portati in vari musei, ancora oggi si ha
certezza della loro presenza nei musei di Parma, Piacenza, Viadana,
Como, Milano, Torino, Bologna, inoltre nel Museo Pigorini di Roma, di
cui il famoso archeologo ne fu direttore per vari anni, una parte
consistente di oggetti è esposta anche al Museo Peabody di Harvard
(USA), ci sarebbero inoltre presenze "clandestine" anche in
Germania.
Ricostruzione di un villaggio terramaricolo. |
La vita a Castione Marchesi inizia più di quattromila anni fa,
l'origine va collocata nell'Età del Bronzo Antica, quando qui
arrivarono i primi abitanti che si costruirono villaggi palafitticoli
su paludi e poi da qui si diffusero in tutta la pianura emiliana,
approssimativamente tra il torrente Ongina (confine tra le provincie
di Parma e Piacenza) ed il fiume Reno in provincia di Bologna.
La prima cosa che viene da chiedersi è da dove arrivassero quelle
popolazioni, domanda a cui gli studiosi non hanno mai saputo dare una
risposta precisa, solo supposizioni. Proprio qui iniziano le mie
teorie, lo ripeto, assolutamente opinabili.
Negli scavi effettuati a Castione ed in tutti i villaggi nati
succesivamente si è appurato che ogni villaggio era dotato di una
necropoli (città dei morti, dal greco), che si trovava solitamente
appena fuori dal villaggio.
La sepoltura avveniva attraverso la
cremazione e le ceneri venivano poste all'interno di una urna
cineraria in terracotta e tutt'intorno trovavano posto gli oggetti
che la persona aveva avuto cari in vita. Fu proprio da questi
ritrovamenti che si conobbero i primi rudimenti su questa civiltà,
ancora oggi poco conosciuta.
Le urne cinerarie trovate a Castione ed in tutti i villaggi ove sono
stati eseguiti scavi erano piuttosto "panciute",
schiacciate e con una bocca abbastanza stretta. Identiche urne
cinerarie sono venute alla luce nella Repubblica Ceca, nei dintorni
di Praga, oltre che in Spagna, seppur in quest'ultimo caso in minima
quantità.
Negli scavi effettuati nei villaggi terramaricoli sono stati
ritrovati anche moltissimi pezzi di ambra, una bella pietra
ornamentale che si trova esclusivamente nelle zone dell'attuale
Europa dell'Est, nella parte più settentrionale (appunto Repubblica
Ceca, Polonia, Estonia, Litania e Lettonia). Qualcuno ipotizza
dell'esistenza di rapporti commerciali tra gli allora abitanti della
nostra terra e quelle zone e che l'ambra fungesse da moneta di
scambio.
Io ritengo che questa spiegazione sia molto superficiale, ma allora
quale importanza diamo al fatto dell'assoluta similitudine delle urne
cinerarie? E in un contesto di ampie e fittissime zone boschive in
cui si doveva ricavare l'itinerario, attraversando corsi d'acqua con
imbarcazioni improvvisate, come tronchi d'albero, che naturalmente
venivano abbandonate dopo l'impiego, quanto tempo occorreva da qui
alla attuale Repubblica Ceca? Come venivano trasportate le merci
acquistate?
Sicuramente si tratta di parlare della durata di anni di
questi eventuali viaggi e spostamenti, il tutto in un contesto di
assoluta pericolosità a causa di animali feroci, molte razze erano
presenti anche dalle nostre parti e nel resto d'Europa, così come
l'incrociare popolazioni ostili. Ammesso che tutto filasse liscio
come l'olio occorrevano almeno tre anni per affrontare un viaggio
simile, sfidando anche gli eventi atmosferici ed il consistente
freddo invernale, questo in una aspettativa di vita che non superava
i trent'anni.
E allora perché non pensare, in assenza di altre
teorie, della provenienza da quelle zone degli abitanti delle
Terramare? Quali sono i motivi che possono aver portato qui quelle
genti?
Terramare di Castione de’ Marchesi (Parma). |
Sappiamo benissimo che sono state guerre di religione a provocare
conflitti tra popolazioni o addirittura all'interno di un popolo, ne
è piena la storia di questi eventi. Nella zona cui faccio
riferimento, nei dintorni di Praga, sono state rinvenute anche salme
buttate alla rinfusa nel fango della palude sottostante le palafitte.
Confrontando questo tipo di sepoltura con quello delle urne
cinerarie, eventualmente esportato nelle nostre zone, si può
ipotizzare l'esistenza di due diverse credenze religiose e da qui il
sorgere di contrasti che possono essere degenerati in vera e
propria battaglia. Da qui la parte perdente e messa in fuga potrebbe
essere quella giunta da noi, seguendo un itinerario praticabile,
sopratutto evitando montagne ed altre difficoltà.
Molto
probabilmente potrebbero essere arrivati fino all'Istria ed aver
camminato sulle coste o navigato parallelamente ad esse con
imbarcazioni di fortuna, approdando e portandosi all'interno appena a
sud del Po, o addirittura risalendolo visto che la corrente è molto
lenta tra noi ed il mare. Lo stabilirsi a sud del Po può benissimo
essere giustificato come sfruttamento di una barriera protettiva
naturale contro eventuali inseguitori.
E per le urne cinerarie identiche alle nostre e a quelle trovate
nella Repubblica Ceca rinvenute in Spagna? Molto probabilmente,
strada facendo, sono nate discordanze sulla direzione da prendere,
per cui l'eventuale litigio che ne è nato ha determinato una
spaccatura nella carovana in migrazione.
Il fatto che il più antico villaggio sia quello di Castione
Marchesi, successivamente diverrà anche il più esteso arrivando
fino a 20 ettari nel periodo di massimo splendore, è confermato
dall'altezza della "collina" sulla quale è costruito il
Monastero con la Chiesa dedicata a Santa Maria Assunta.
Le "collinette" erano formate dai sedimenti (scarti di lavorazione, avanzi di cibo, carcasse di animali, escrementi, ecc.) di vari secoli di permanenza dei villaggi palafitticoli, quello di Castione è durato almeno una ventina di secoli. Gli altri sarebbero stati fondati da clan di giovani che si allontanavano dal villaggio originario per andarne a fondare altri, una specie di catena, fino ad andare ad occupare tutta la zona toccata dalla civiltà terramaricola, queste migrazioni si chiamavano Sacre Primavere.
Le "collinette" erano formate dai sedimenti (scarti di lavorazione, avanzi di cibo, carcasse di animali, escrementi, ecc.) di vari secoli di permanenza dei villaggi palafitticoli, quello di Castione è durato almeno una ventina di secoli. Gli altri sarebbero stati fondati da clan di giovani che si allontanavano dal villaggio originario per andarne a fondare altri, una specie di catena, fino ad andare ad occupare tutta la zona toccata dalla civiltà terramaricola, queste migrazioni si chiamavano Sacre Primavere.
Già che ci siamo vi butto lì anche la mia seconda teoria, quella
riguardante il nome Terramare (singolare Terramara), teoria "sposata"
anche da alcuni esperti in materia (Prof. Cremaschi in primis). Come
ripeto la civltà terramaricola era assolutamente sconosciuta fino
intorno al 1830, periodo in cui ci si incominciò a chiedere da dove
venissero quelle anfore, vasi, utensili, ecc..
Prima, a partire dal XVII secolo, quelle "collinette",
chiamate marniere perché composte da nerissimo terriccio denominato
terra marna, residuo organico e quindi ottimo fertilizzante, venivano
acquistate da signorotti e poi vendute proprio per rendere più
fertili i terreni.
Io voglio invitarvi ad una riflessione: visto che
allora la lingua più diffusa era il dialetto, provate un po' ad
immaginare il contadino che andasse a chiedere "un carretto di
terra marna" e traducetelo in dialetto, anche tenendo conto
delle variazioni che esso può aver subito in questi ultimi quattro
secoli, ci può stare un: "Dam un carét ad tera mara". Da
qui a terramara (singolare) o terramare (plurale) il passo direi che
è veramente breve.
Proprio per la vendita di quel fertilizzante molti resti di villaggi sono scomparsi, dipendenti da quello di Castione erano certamente quello in località Monta di Roncole, Casaroldo (l'attuale Samboseto), Castellazzo di Fontanellato, Semoriva di Busseto, Colombare di Bersano (appena al di là dell'Ongina, forse l'unico in provincia di Piacenza), Zibello e moltissimi altri. Addirittura a Santa Rosa di Poviglio, dove si stanno effettuando campagne di scavi nel periodo estivo con gli studenti universitari, questo da oltre dieci anni, si sarebbe appurato che esistevano due villaggi concentrici denominati Villaggio Grande e Villaggio Piccolo, una parte di essi è denominata Cantone del Castione. Riferimento preciso? Coincidenza? Chissà!
Proprio per la vendita di quel fertilizzante molti resti di villaggi sono scomparsi, dipendenti da quello di Castione erano certamente quello in località Monta di Roncole, Casaroldo (l'attuale Samboseto), Castellazzo di Fontanellato, Semoriva di Busseto, Colombare di Bersano (appena al di là dell'Ongina, forse l'unico in provincia di Piacenza), Zibello e moltissimi altri. Addirittura a Santa Rosa di Poviglio, dove si stanno effettuando campagne di scavi nel periodo estivo con gli studenti universitari, questo da oltre dieci anni, si sarebbe appurato che esistevano due villaggi concentrici denominati Villaggio Grande e Villaggio Piccolo, una parte di essi è denominata Cantone del Castione. Riferimento preciso? Coincidenza? Chissà!
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Queste popolazioni erano dedite sopratutto ad agricoltura,
allevamento, caccia e pastorizia, le donne portavano avanti i lavori
domestici, tra cui la realizzazione degli indumenti per tutta la
famiglia, lavorando il lino coltivato dagli uomini, attraverso il
telaio, molti esemplari di questi attrezzi sono stati ritrovati negli
scavi relativi a molte terramare. Compito delle donne era anche la
modellazione e produzione di oggetti in terracotta per la casa, ma
anche le urne cinerarie già menzionate, Gli uomini invece, oltre ai
lavori sopra descritti, lavoravano anche il bronzo, attraverso la
fusione e colata in appostiti stampi (anch'essi in terracotta) per la
produzione di armi per cacciare ed utensili sia per il lavoro che per
la casa.
I villaggi palafitticoli erano costruiti esclusivamente su paludi,
cosa che faceva sentire più protetti gli abitanti, questo faceva sì
che a contatto con l'acqua le pareti dell'acquitrino, tipicamente
sabbiose come è la conformazione del nostro sottosuolo, franassero,
per cui abbisognavano di appositi sostegni per far durare di più il
"contenitore" della palude e del villaggio sovrastante.
Quasi ovunque allo scopo venivano conficcati nel terreno fangoso
grossi pali o tronchi, disposti parallelamente ed appoggiati
sull'inclinatura dell'argine. Questa elementare struttura però
durava solo pochi anni, in quanto i pali o tronchi iniziavano ben
presto ad assumere ognuno inclinazioni diverse e a deteriorarsi.
Proprio per questo motivo gli abitanti della terramara di Castione
Marchesi realizzarono una struttura unica e resistente, oggi nota a
tutti gli studiosi come "I gabbioni di Castione Marchesi".
Essa consisteva nella realizzazione di "torri" attraverso
il fissaggio sicuro nel terreno di quattro consistenti tronchi,
disposti a quadrilatero.
A questo quadrilatero venivano fissati altri
tronchi, disposti orizzontalmente uno sopra l'altro, una struttura "a
gabbia" (da qui gabbioni), tanto da formare specie di torrioni
stabili ed uniti l'uno con l'altro da altri tronchi sovrapposti a
formare una diga di contenimento della franosità dell'arginatura
circostante il villaggio. Questa costruzione resisteva per decenni,
quindi esente da ogni operazione di manutenzione e/o rifacimento.
I terramaricoli non erano assolutamente un popolo bellicoso e non si
ha notizia di conflitti, per cui questo modo di vivere durò fino
intorno al 700/800 Avanti Cristo, questo per tutti i villaggi
dell'intera estensione occupata da questa civiltà. Di punto in
bianco, nel giro di pochi anni, questi villaggi sparirono, poi
assorbiti dalla civiltà etrusca, tranne qualcuno che volle mantenere
quel tipo di vita, per cui andarono a fondare alcuni villaggi
palafitticoli nel mantovano e nel veronese, seppur di breve durata.
Anche per la sparizione della civiltà terramaricola non ci sono
riferimenti certi, per cui le teorie si sprecano: si sono ipotizzate
calamità naturali, epidemie, distruzione ad opera di ostili
popolazioni belligeranti, ma nessuna di queste ipotesi è supportata
da tracce certe.
L'ipotesi più probabile, che io appoggio seppur
praticata da pochi addetti, è quella relativa ad un periodo
altamente siccitoso, in cui pastorizia ed allevamento, che
necessitavano di molta acqua, ne uscivano fortemente danneggiati,
stesso discorso vale per l'agricoltura, che si trovava a dover
lavorare terreni duri come il nostro quando è secco, che non solo
non davano la produzione fino ad allora mantenuta, ma era quasi
impossibile lavorarli con gli attrezzi di allora, la maggior parte in
legno.
Finì così la civiltà delle Terramare e subentrò la civiltà
Etrusca.
Oggi è stato ricostruito nel modenese, a Montale di Castelnuovo
Rangone (circa sei chilometri da Maranello) un piccolo villaggio
palafitticolo, che ripropone la stessa struttura abitativa
dell'antico popolo delle Terramare, allestite con gli stessi
strumenti di lavoro, stoviglie e quant'altro possa far parte di
un'abitazione di quel tempo, come i letti, il tavolo, le rudimentali
seggiole e tutto ciò che potesse servire alla vita di tutti i giorni.
A Montale di Castelnuovo Rangone, tra l'altro, sono stati ricostruiti
i "Gabbioni di Castione Marchesi" e nell'itinerario
storico-turistico-culturale-didattico si parla per ben sedici volte
di Castione Marchesi, pochissimi altri villaggi sono menzionati e
comunque mai più di una volta, vorrà pur dire qualcosa. Pensate che
qui giungono 300 mila visitatori l'anno, alla fine delle varie
puntate del mio racconto andremo a fare un paragone con Castione
Marchesi mettendo in campo tutti i valori per determinarne
l'importanza, ammesso che permangano dubbi. (CONTINUA)
Germano Meletti
Germano, hai scritto pagine stupende, di grande interesse storico, con uno stile scorrevole, piacevole, immaginifico. Si intende, nel tuo fervore e calore, un ammirevole e commovente amore per il tuo paese, che mi ha veramente conquistato. i periodi storici della Preistoria mi hanno sempre affascinato, nei loro misteriosi avvenimenti, con quei popoli che parevano usciti da zone oscure, da illimitati confini spazio-temporali.
RispondiEliminaMi unisco anche io alle parole di Franco Bifani. Nel testo, scorrevole e molto interessante, si nota palesemente (se mani ce ne fosse stato bisogno), anzitutto, l'amore sconfinato di Germano per la sua terra, il suo paese, la storia del meraviglioso borgo di Castione Marchesi. Quando una persona ama così tanto il proprio paese, merita sempre la stima e la gratitudine di tutti. So che Germano è simpaticamente definito il "sindaco" di Castione: un paese dove non servono elezioni, burocrazia o leggi più o meno impopolari (come quella discutibilissima sul limite del secondo mandato ai sindaci) per individuare il rappresentante dei cittadini. Germano, per chi lo conosce, è uno che non le manda a dire, dice quel che pensa, e porta avanti a testa alta le sue idee. A me è bastato vederlo piangere al funerale di don Amos Aimi per scorgere la tenerezza di un sanguigno uomo della Bassa (è vero, nel Fidentino si è ormai fuori dalla Bassa, ma penso che i castionesi non si offendano). Credo che oggi anche don Amos possa applaudire allo sforzo di Germano e, chissà, da Lassù guidare la sua penna.
RispondiEliminaRingrazio infinitamente Franco e Paolo per i graditissimi e gratificanti commenti, se la mia passione trova sbocchi è grazie, sopratutto, a persone come voi. Se non ci fosse la passione per la storia non mi interesserei a Castione e a chi lo ha abitato, questo da 51 anni. E se non ci fossero persone come voi le mie sarebbero grida nel deserto, ascoltate da nessuno. In entrambi i casi quanto varrebbero le mie più o meno strampalate ipotesi sui nostri antenati? Grazie si cuore
EliminaBuongiorno Germano, sono una studentessa di Architettura della facoltà di Parma. Le scrivo perché da poco ho iniziato una ricerca storica su un edificio di cui parla in questo "blog", l'ex Abbazia di Castione Marchesi. Avrei bisogno di chiederle dove è riuscito a recuperare tante delle informazioni che ha riportato in queste pagine, e magari avere un aiuto per il recupero di fonti e informazioni. Se volesse rispondermi le posso lasciare la mia email! martina.anelli90@gmail.com
RispondiEliminagrazie mille! Martina
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