LA
STORIA DI CASTIONE MARCHESI VE L'HO RACCONTATA, COSA NE PENSATE DI SFRUTTARE
ECONOMICAMENTE IL TUTTO REALIZZANDO UN ITINERARIO STORICO, TURISTICO, CULTURALE
E DIDATTICO?
Spero
proprio di non avervi tediato, ma di avervi "preso" almeno per un secondo
raccontandovi la "mia" storia di Castione Marchesi, "mia" perché, seppur
generata da accurate ricerche durate cinque decenni sono arrivato a ricostruire
ciò che vi ho raccontato e che potete rivedere cliccando sulle seguenti
righe:
Lo
vado ripetendo fin dall'inizio: non ho la pretesa di essere l'unico e vero
depositario della verità, sarei semplicemente un presuntuoso, ma fondare ipotesi
su realtà basate su fonti autorevoli e ritrovamenti
avvenuti
nelle varie campagne di scavo susseguitesi dal 1870 ad oggi.
Il
primo a guardare con enorme interesse alla storia di Castione Marchesi fu Luigi
Pigorini, insieme a Pellegrino Strobel e Don Gaetano Chierici (inevitabile
l'accostamento con il compianto Don Amos Aimi, anche lui molto interessato e "formulatore" di teorie basate su profonde conoscenze), fu attratto dal
ritrovamento di una sacca contenete sei coltelli, ritrovata tra Castione
Marchesi e Bastelli intorno al 1860. Questo ritrovamento fu assolutamente
casuale e nessuno mai ne ha saputo spiegare la provenienza, tant'è vero che nei
miei racconti non ne ho fatto volutamente menzione, nonostante l'alto valore e
pregio del ritrovamento, anche per i diversi stili ed origini, attribuite al
terziario, quasi certamente sono arrivati qui portati da qualcuno chissà perché ed in chissà quale epoca, va da sé che la prima presenza umana qui riscontrata è
quella appartenente alla civiltà terramaricola, più recente di alcuni secoli al
ritrovamento. E se fossero stati proprio i "nuovi arrivati" terramaricoli ad
averli portati, visto che per due di questi sei coltelli si da per certa la
provenienza dall'attuale ex Jugoslavia?
In
molti luoghi hanno realizzato attrattive turistiche basate su storia locale o
pura fantasia, esempio della prima ipotesi è l'itinerario realizzato a Montale
di Castelnuovo Rangone (Modena), esempio della seconda è il Parco della
Preistoria di Rivolta d'Adda (Cremona), dove sono state realizzate sagome di
animali della preistoria.
Io
vorrei vedere che qualcuno si interessasse per prendere in considerazione una
simile ipotesi da realizzarsi a Castione, andiamo a vedere insieme se sogno o
son desto.
Tanto
per iniziare proporrei la realizzazione di un paio di palafitte simili in tutto
e per tutto a quelle dell'epoca delle terramare, questo nel cortile
dell'abbazia, anche se non sarebbe la posizione naturale, ma per ragioni di
cronologia dell'itinerario proposto.
Proprio
come quelle delle illustrazioni proporrei le palafitte, nelle cui immediate
vicinanze, cioè nell'edificio dell'abbazia ed in quello prospiciente andrei a
realizzare le seguenti attrattive:
- Ripristino del caseificio dei frati dell'abbazia risalente ai primi del '500
- Realizzazione di un Museo della Civiltà Contadina. In questo caso le proposte a
tema nei dintorni sono molte, la cosa da sola non rappresenterebbe una grande attrattiva, ma
inserita in un certo contesto tratterrebbe a Castione i visitatori almeno un'ora in più. Avrei inoltre una
persona che si è proposta di cedere in comodato d'uso gratuito molti oggetti pertinenti di sua proprietà.
Conterei inoltre di trovare qualcosa di altrettanto valido e con lo stesso sistema del comodato d'uso
gratuito tra i castionesi in possesso di oggetti interessanti. Il comodato d'uso gratuito sarebbe vincolato
dalla restituzione del tutto nel caso le cose non dovessero andare per il giusto verso.
- Ripristino del caseificio moderno prospiciente l'abbazia, dismesso da sei o sette
anni, quindi ripristinabile piuttosto celermente; esso permetterebbe la visita per mostrare la moderna
produzione di Parmigiano Reggiano da confrontare con l'altra produzione, quella iniziale del caseificio
dei frati di 500 anni fa, del resto sono molti i caseifici della zona che accolgono tre o quattro pullman la
settimana.
-
Ripristino dei sotterranei abbattendo la chiusura muraria, sia quella eretta
all'abbazia che quella del monastero. Ho motivo di ritenere siano abbastanza in ordine i sotterranei, con
pochi interventi potrebbero essere messi in sicurezza, del resto di cedimenti sulla strada, dove
passano pesantissimi autotreni, non se ne vedono. Non sarà nulla di eccezionale, ma credo che
immettere i visitatori nei sotterranei dalla parte dell'abbazia e farli uscire dalla chiesa sia una cosa
altamente suggestiva ed affascinante. All'uscita si visiterebbe così la nostra bellissima ed unica
chiesa romanica e tutto il complesso del monastero.
Tutto
questo permetterebbe di trattenere il turista per almeno 4 o 5 ore, invitandolo
quinidi a restare a Castione per il pranzo, o eventualmente dirottarlo su
Fidenza per completare con il caratteristico e suggestivo Duomo, questo in un
ipotetico "pacchetto Fidenza".
Tanto
per concludere e completare il mio esercizio di fantasia non potrebbero trovare
posto nella struttura dell'abbazia anche un bed and breakfast, uno spaccio ed
eventualmente un ristorante o agriturismo?
Quasi
tutti voi lettori vi chiederete: "Ma in un periodo di congiuntura come quello
che stiamo vivendo, dove troveresti tutti i soldi necessari?"
Risposta:
l'amico Alberto Testa, proprietario dell'edificio dell'abbazia, oggi messo
piuttosto male, non avrebbe alcuno sbocco sulla destinazione d'uso eventualmente
generata dalla ristrutturazione dell'edificio, neppure appartamenti, oggi poco
appetibili visto il disastroso andamento del mercato e la bassa richiesta di
locali in affitto, quindi Alberto Testa potrebbe rientrare in una società
pubblico-privata in cui troverebbero posto le varie entità contribuenti, che
potrebbero essere: imprese edili disposte ad accollarsi i lavori, produttori di
salumi ed altri prodotti tipici che troverebbero posto nello spaccio e nel
ristorante o agriturismo (Consorzi vari che sovrintendono alle produzioni di
Parmigiano Reggiano, Culatello di Zibello, Salame di Felino, Prosciutto di
Parma, Spalla cotta di San Secondo, Spalla cruda di Palasone, produttori di
tipicità di vario genere facenti parte della nostra tradizione culinaria e
dolciaria, magari espandendo la proposta anche a produttori di vino piacentini o
delle vicinanze).
Non
credo sia utopia pensare anche ad eventuali contributi, seppur ristretti, da
parte eventualmente di Comune, Provincia, Regione, Ministero dei Beni Culturali,
magari bussando anche la porta per accedere a finanziamenti comunitari. Se poi
entrassero a far parte di questa ipotetica società anche banche disponibili
all'esborso di contributi con eventuale ritorno parziale attraverso
l'installazione di bancomat oppure anche aziende che credano nell'iniziativa,
tanto da sfruttare pubblicitariamente tutto il contesto.
A
Montale di Castelnuovo Rangone (Modena) si è realizzato qualcosa del genere,
anche se ci si è fermati alle palafitte ed alla ricostruzione dei "Gabbioni di
Castione Marchesi", proprio il nome del mio paese viene proposto per sedici
volte in tutto l'itinerario. Noi potremmo aggiungere tutto ciò che troverebbe
posto nell'abbazia e la meravigliosa chiesa romanica, raggiungibile attraverso
la suggestiva percorrenza di un lungo tratto di sotterranei. Montale di
Castelnuovo Rangone conta circa 300 mila visitatori l'anno, potremmo arrivare a
simili quantità anche a Castione? Beh, la certezza ci sarà solo di fronte al
fatto compiuto, ma pensare ad abbinare tutto questo ai luoghi verdiani, o alle
terme di Salsomaggiore e Tabiano, oppure a Castell'Arquato, Vigoleno e Veleja
Romana, o anche ai Castelli della Bassa Parmense, naturalmente senza escludere
la già esistente Via Francigena (percorso di Sigerico) e carpire qualche
presenza in più dagli ipotizzati e decantati quattro milioni di visitatori annui
del Fidenza Village, distolti dall'intenzione di acquisti mordi e fuggi.
Realtà?
Fantasia? Pensatela come volete, ma se invece che pensare alle "Torri Gemelle"
rappresentate dai Nuovi Terragli si fosse pensato a quanto da me illustrato
certamente la resa sarebbe stata molto maggiore ed a minor costo, non vi
pare?
Germano Meletti
Germano già Sindaco castionense,
RispondiEliminama però alla fine non capisco come possa esserci una abbazie e un monastero che sono la stessa cosa: il castrum - inteso nella etimologia 'castello' e non 'piccolo borgo fortificato' vedi il prof. Settia che di fortificazioni se ne intende! - ed il monastero con la chiesa.
Ciò che intendete come castrum "abbazia" è documentata in notarili d'archivio? Dovresti verificare all'Arch. Stato Parma all'Estimo Farnesiano cinquecentesco sia l'estimo rurale che civile, io l'ho fatto per il mio borgo natio, Kalendasco.
Non possono coesistere, soprattutto in quei tempi, abbazia e monastero a due passi uno dall'altro in campagna, viste le dispute di possesso fondiario che si facevano, e penso che quello che dici castrum-abbazia sia una cascina fortificata sul tipo di quella con annessa chiesetta, che abbiamo a Cotrebbia vecchia (luogo delle Diete barbarossianiche!) di proprietà dei benedettini di S. Sisto in Piacenza.
La mia è solo una curiosità da appasionato studioso di storia locale, nell'attesa del 29 marzo di averti al mio Corradiano borgo sul Po per conversare più loquacemente, grazie! amico sindaco, complimenti sempre,
tuo ex-sacrista sancti domnini
Umberto piacentino ladro e assassino
Carissimo Umberto Piacentino, naturalmente ladro ed assassino. La cosa è presto spiegata, comunque tale spiegazione la puoi trovare (sicuramente espressa più chiaramente) anche nelle quattro parti che hanno preceduto questo pezzo finale.
RispondiEliminaPer il complesso chiesa-monastero la costruzione è avvenuta dal 983 al 1020, stesso periodo anche per il Castrum, che però ha sostituito una precedente costruzione: è ancora evidente sopra alle fondamenta, alla base dell'edificio, una consistente struttura muraria con mattoni di epoca bizantina. Tale costruzione venne distrutta da Galeazzo (detto anche Azzo o Azzone) Visconti nello stesso periodo in cui si insediò a Fidenza. Conseguentemente a tale danneggiamento i monaci benedettini se ne andarono. Circa 150 anni dopo il monastero e l'ex castrum, nell'occasione trasformato in abbazia (nel senso di residenza dell'abate) venne dato in commenda a Daniele Birago, legato da parentela all'allora pontefice. Da quel momento quell'edificio venne sempre chiamato abbazia, ancora oggi si dice così e così era inteso anche come podere circostante, eccoti spiegato il motivo della tua supposta anomalia: i monaci benedettini erano nel monastero (chiamato anche conventino), mentre con l'arrivo degli Olivetani nel periodo in cui era commendatario Daniele Birago, l'abbazia diventa parte integrante del complesso chiesa-monastero, il tutto sotto il diretto controllo papale. Ti basta? Beh, 'stavolta ci passerò sopra, ma se non studi, quando arrivo a Calendasco ti tiro le orecchie. Ciao Umbertino Piacentino, un grande saluto dal per sempre in carica sindaco di Castione.
Sindaco grazie!
RispondiEliminaHo compreso che l'edificio di per sè non è una abbazia nel termine vero e proprio, solo grazie all'Abate che ci dimorava prese questo etimo mantenuto nel tempo, architettonicamente mi sa che sia e rimanga un castro fortificato, d'antica origine senza dubbio, e poi appunto commendato come bene mi spieghi.
Più che come abbazia però dovreste propagarne la memoria come castro o corte fortificata perchè in quel modo è stato voluto dall'antico, per poi essere ricordato anche come abbazia per i motivi già da te detti, a me generava un pò di confusione sentire parlare di abbazia e monastero.
Aspetto allora di incontrarti nel burgi calendaschi ove ammirerai il castro ed il ricetto oltre al più famoso romitorio-ospedale di S. Corrado! ps. il castello l'han restaurato e sarà visitabile internamente!
Intanto metto in fresca l'ortrugo, a presto Sindaco castionense
tuo Umberto piacentino ladro e assassino!
Sono ben lieto del tuo invito, al quale aderirò ben volentieri, anche perchè agli amici, anche se sono "ladri e assasini", essendo piacentini, si fa sempre visita volentieri, sopratutto quando è da tempo che non ci si vede. Ciao Umberto, penso proprio che alla fine di questo mese ci si incontri in quel di Calendasco
EliminaBravo Germano, sei approdato nel blog giusto, perchè Ambrogio è " l'archivio " dove tutti possono portare il loro contributo.. Come per "malurbanismi" parte purtroppo "scomparsa" di questio blog, si potrebbe , proprio per non tediare troppo i lettori, titolarne uno specifico per "condividere " i documenti ed le riflessioni sulla Storia della nostra zona. Ritengo che aumentando l'interesse di tutti verso il territorio, eviterebbe a chi ci rappresenta, di commettere cavolate. Un "consiglio a Germano", continua a stare attento alla variante attorno al Canale del Mulino , perchè questa vanificherebbe tutto.
RispondiEliminaL'Analista
Grazie anche a te per i complimenti, se non è una coincidenza, so cosa vuoi dire per la "variante attorno al canale del mulino", a meno che tu non intenda il salvataggio del canale stesso con l'arginatura ed il "sovrapassaggio" sull'altro canale (Rio Caneto), dove appunto i due corsi d'acqua si incrociano (o per usare un termine moderno, che però non mi piace, il canale del mulino bypassa il Rio Caneto). Se il tuo invito è nella direzione di questa seconda ipotesi, allora abbiamo già perso il treno da almeno tent'anni, essendo stato abbattuto l'intero sistema di argini rialzati che portavano l'acqua al mulino.Di tutto questo rimane solo il ponte (probabilmente del 1200-1300), ma ancora per poco perchè si sta sfaldando, con costruzione secondo la collaudata tecnica dell'ingenieria romana, anche se il tempo era già superato da un po'.Grazie ancora per gli elogi, condivido per "essere approdato nel blog giusto", le mie esperienze precedenti me lo hanno insegnato e fatto capire (fossi arrivato prima!!!)
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