martedì 11 marzo 2014

Caino non è solo nel passato di Franco Bifani

Srebrenica

Leggevo, qualche giorno fa, sulla Gazzetta on-line, i commenti di alcuni allievi di Istituti scolastici superiori, di Parma e del Parmense, di ritorno da un percorso guidato al Lager di Mauthausen. 
Ora, pur nulla togliendo a queste lodevoli iniziative, messe in atto da varie Scuole, per la visita ai luoghi degli ex-Lager nazisti, mi pare che si tenda, però, a relegare nel passato certi eventi infami, rinchiudendoli in un  cassetto, poi subito chiuso a chiave, come se quanto accaduto un tempo non dovesse mai più ripetersi.


Mauthausen, 5 maggio 1945
I giorni dedicati alla memoria, al ricordo e così via, da una parte costituiscono necessari ed improrogabili attività ed apprezzabili iniziative di  commemorazione, ma mi pare che si tenda a mettere in atto un comodo alibi, etico e storico, come se tutto quanto perpetrato allora appartenesse al passato e non si dovesse mai più ripresentare sul palco della storia. 
Basta, invece, scorrere quanto è avvenuto, nel corso degli ultimi cinquant'anni, per accorgersi che, purtroppo, quel passato non è stato ridotto ad un fantasma, ormai esorcizzato e reso innocuo ed inoffensivo, ma vive e prospera ancora, malignamente, nelle stragi del Vietnam, nei genocidii della Cambogia, dell'Africa nera, dell'ex-Jugoslavia, tanto per citare gli esempi più efferati. 
L'Olocausto non è stato un unicum irripetibile, che solo i nazisti hanno perpetrato, nella storia dell'umanità; su quella strada, invece, hanno proseguito tanti, troppi imitatori, con zelo e fervore. 
Bisogna tenere sempre ben presente che certi impulsi, turpi ed obbrobriosi, quali l'etnocidio e il genocidio, vivono e vegetano nelle pieghe, oscure e nascoste dell'animo umano e negli abissi neri della nostra psiche, dai tempi, lontani e prossimi, di Caino, e che Hitler, Pol-Pot, Stalin, Mao, alcuni capi di Stato  e di governo occidentali ed africani, non sono venuti da un pianeta extraterrestre, sono esseri umani, in carne, ossa e spirito omicida.
Franco Bifani

2 commenti:

  1. Prof. Bifani, ciò che affermi è ineccepibile, ma cos'altro possono fare gli educatori se non portare gli studenti negli infami luoghi più vicini a noi? Potrebbero portarli in Russia a vedere il genocidio perpetrato da Stalin? Indùa, che non si sa neppure dove siano i luoghi testimoni della ferocia comunista. Forse in Ucraina. Potrebbero portarli in Cambogia o in Cina o a Hiroshima e Nagasaki? Diventerebbe un problema anche tecnico e logistico. Ecco, mi sentirei di consigliare agli insegnati di leggersi e divulgare ai discepoli, l'importante chiosa del tuo servizio; questo sì.

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  2. Di fronte alla cava si erge una collina, sulla quale risiede il cascinale di proprietà della famiglia Gusenbauer. La famiglia risiede in questa zona da molti anni prima del campo, e ha assistito alla costruzione della cava e poi del lager.
    Nel 1941, quando il campo era in piena attività, la signora Eleonore Gusebauer assisteva quotidianamente ai massacri dalla propria finestra, dato che la cascina si affacciava proprio sulla cava. Decise coraggiosamente di sporgere denuncia alla polizia:
    « Mauthausen, 27 settembre 1941
    Alla polizia di Mauthausen, al Consiglio Provinciale di Perg.

    Nella cava del campo di concentramento di Mauthausen, gli internati sono ripetutamente vittime di sparatorie; quelli colpiti gravemente vivono ancora per un po' e rimangono a giacere vicino ai morti per ore quando non per mezza giornata. La mia proprietà si trova su una collina vicino alla cava e mi può accadere spesso di essere testimone involontaria di tali oltraggi. Io, ad ogni modo, sono debole e una tale visione produce una tale tensione per i miei nervi che, a lungo andare, non la potrò più sopportare. Chiedo che si faccia in modo di porre fine a tali azioni inumane oppure vengano compiute dove non possano essere viste.

    Eleonore Gusebauer »

    La denuncia non fu mai ascoltata e non ci furono nemmeno ripercussioni ed intimidazioni sulla famiglia.
    Se chiedi a qualche crucco austriaco, nelle vicinanze dell'ex-Lager, delle indicazioni per arrivarci, non ti rispondono, o ti mandano all'inferno; spesso, i cartelli stradali vengono girati, per confondere i visitatori.
    Di mio, ti posso dire che non ritengo indispensabili e necessarie le visite guidate ai vari ex-Lager nazisti, se non precedute da un serio e capillare percorso educativo ed informativo. Il quale è demandato non solo alla scuola, ma anche alle famiglie ed alla Chiesa. Visti i risultati di scarsa efficacia, su tanti giovani di oggi, che si danno al bullismo, reale o virtuale, tramite Internet, contro gay, compagne e disabili, arrivando all'istigazione al suicidio, mi pare che gli inteeventi formativi, educativi ed informativi non raggiungano, spesso, gli obiettivi prefissati. Clary, inoltre, dei Lager nazisti, non è rimasto quasi nulla e per capire quali stragi l'uomo abbia compiuto da migliaia di anni a questa parte, penso che siano sufficienti le testimonianze dirette od indirette, di storici e presenti ai misfatti, a meno di non voler giocare al negazionista a tutti i costi.

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