Il
Quinto Evangelo secondo Bifani
1
In
principio era Tedeschi,
il Verbo era presso Tedeschi
e il Verbo
era Tedeschi.
2
Egli
era in principio presso il Comune:
3
tutto
è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato
fatto di tutto ciò che
esiste a Fidenza-Borgo.
4
In
lui era la vita
e la vita era la luce dei borgsàni;
5
la
luce splende nelle tenebre, e le tenebre l'hanno accolta.
6
Venne
poi un uomo mandato dal PdL
e il suo nome era Mario.
7
Egli
venne come testimone
per rendere testimonianza ad una nuova
luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8
Egli
non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla novella luce.
9
Venivano
nel mondo
altre nuove luci vere,
quelle che illuminano ogni
uomo.
10
Tedeschi
era a Borgo,
e il Borgo fu fatto per mezzo di lui,
ma, un giorno,
non lo riconobbe più.
11
Venne
fra la sua gente,
ma i suoi non lo accolsero.
12
A
quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di
un dio minore:
a quelli che credono nel suo nome,
13
i
quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di
uomo,
ma da Massimo sono stati generati.
14
E
Tedeschi si fece da parte
e venne a predicare in mezzo ai
Salsojodici;
ed essi videro la sua gloria,
gloria come di
unigenito dal PD,
pieno di grazia e di verità.
15
Cantini
non gli rese testimonianza, anzi, gridò: «Ecco l'uomo di cui io
dissi:
Colui che viene prima di me
voleva passarmi ancora
avanti,
perché era prima di me».
16
Dalla
sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
grazia su grazia.
17
Perché
la legge fu data per mezzo di Baffone,
ma la grazia e la verità
vennero per mezzo di Berlusconi.
18
Grillo
nessuno l'ha ancora visto, finora:
ma proprio l'Angela del Beppe
unigenito,
che è nel seno di Casaleggio, lo vuole ora rivelare.
Parola dei Partiti, amen!
Franco Bifani
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