In questo articolo o post Franco affronta le tematiche ed anche i dubbi suscitati dalla pubblicazione del nostro post "Attorno al Duomo la decrescita infelice" che molto interesse ha suscitato tra i nostri lettori.
Si tratta quindi di un saggio vero e proprio che parte da alcuni assunti semplici o addirittura banali che Franco cerca di interpretare.
Egologia
Già preannunziato in Deuteronomio
-8,3, e ripreso nei Vangeli di Matteo -4,4- e di Luca -sempre 4,4-:
Non in pane solo vivet homo, sed in omni verbo quod procedit de ore
Dei - Non di solo pane vivrà l'uomo. ma di ogni parola che procede
dalla bocca di Dio.
Questo detto nientepopodimeno che da Cristo, il
quale, però, aveva più volte ripetuto e sottolineato che il Suo
Regno non era di questo mondo.
Noi, poveri mortali e peccatori,
sudditi e servi, che viviamo, da millenni, qui in Italia, dobbiamo
spesso arrangiarci in altro modo.
Per quanto riguarda la vasca
peripatetica, ormai negletta dalla nostra mejo gioventù, io spero
proprio che, a Fidenza-Borgo, la maggioranza dei residenti, del
sasso, del legno o del cartone, frequentino, se non la vasca, che
ormai è demodèe, almeno la doccia. Me ne accerterò, quanto prima,
andando, letteralmente, a naso, per i bar del borgo, tra il ribollir
dei cappuccini. Questo per rispondere all'Anonimo fidentino, delle
15,24 del 18 marzo.
Alla carissima Clary, posso argomentare
che i piatti che Ella -con la E maiuscola, sì!- propone, non sono
più adatti alla gente del giorno d'oggi, potevano andare fino a
50-60 anni fa, quando i carboidrati, i lipidi, i trigliceridi e le
proteine di troppo non provocavano decessi a ripetizione, per
collassi cardiovascolari ed obesità oscene ed infauste.
Io, ad
esempio, Clary, mi potrei soffermare sui tortelli d'erbetta, di
patate, di zucca, -questi ultimi li adoro, ma non è facile trovarli
fatti a dovere!-, sulla frittata con cipolla. Ma eviterei,
assolutamente, alla mia veneranda età, e a 95 kg. di peso per 1,83
m. di altitudine, i sacraut, il merluzzo fritto, la busecca, la
veccia, la luganiga con patate. Cui potrei aggiungere, dalla cucina
lombarda, i bruscìtt, la cassoeula e la cutìzza; tutta robina
leggera!
La tua cucina, Clary, del tipo di
quella dell'Artusi, che senz'altro tu conoscerai, anche se non era di
Borgo, andava bene quando la gente lavorava nei campi o in officina,
spaccandosi la schiena e le braccia, per ore ed ore, quando, per
spostarsi, lo faceva pedibus calcantibus, spesso senza scarpe, e
smaltiva ed eliminava gli eccessi alimentari nel giro di poche ore.
Erano tutti magri ed asciutti, quasi patiti, il viso scavato,
ballavano dentro ai poveri abiti, non griffati; te li ricordi, in
certe foto anni '40 e '50, che parevano usciti tutti da un campo di
concentramento?
Se tu proponessi, oggi, una cucina del genere, ti
metterebbero dentro a vita, per istigazione al suicidio culinario.
Infine, mi trovo fraternamente d'accordo con Ambrogio, circa
l'assistenzialismo ed il clientelismo, imperante non certo solo a
Fidenza-Borgo, ma in tutta Italia.
Solo incurvando la schiena, ancor
più di un nipponico di fronte all'Imperatore, e solo leccando
stivali ed altro ai potenti di turno, sia di piccolo che di grosso
calibro, si riesce a stare a galla, insieme a tutta la famigliola, un
po' come dicono che succeda agli escrementi solidi, che emergono e
galleggiano sempre, sulle superfici liquide.
Specie in campo
lavorativo, crisi o non crisi, per coloro che si abbassano a fare i
clientes, con la sportula in mano, dinnanzi ai palazzi del potere,
laico o clericale, e per i quali non è duro calle lo scendere e il
salir per l'altrui scale, si trova sempre qualche posticino, comodo
e ben remunerato, con tanto di scrivania, PC e seggiolina in
alcantara, munita di rotelline, per non faticare troppo negli
spostamenti, anche minimi.
Questa è non l'ecologia, ma l'Egologia,
la scienza del mangiar bene e del vivere meglio, di egoisti,
egocentrici ed egotici, che pensano solo al proprio orticello, magro
e stento, ma il Loro di essi, pardinci e pardiana!, ben ammanigliati
ed ammanicati con il Potere, fino a consumarsi la lingua.
Per cui,
chi li gusterebbe mai i manicaretti della Clary o quelli più
recenti, a base di cous-cous e kebab, con una lingua assottigliata,
priva di papille gustative? Ma ormai, non si mangia più che m..., in
ogni senso, alimentare, sociale, civile e politico, o meglio,
partitico. Ai posteri l'ardua sopravvivenza...
Franco Bifani
Biffino, t'ho mîa ditt äd mägnäria tütt i dé. Infatti di persone grasse, a Borgo se ne vedevano poche, perché era ed è la quantità dei cibi e la frequenza con cui si assumono, che procura obesità e quant'altro. A Borgo, nonostante fossero tutti artigiani che non si muovevano dal loro banchetto di lavoro, era difficile vedere una persona grassa, nonostante mangiasse ciò che ti ho elencato, perché ne mangiava moderatamente. Inoltre mi sai dire perché in case private o aperte al pubblico, la gente giovane e non, viene ancora per mangiare proprio i piatti che tu ritieni "da galera"? Conosco persone che stanno malissimo se mangiano formaggi; altre che patiscono una sete rabbiosa se assumono prosciutto crudo, altri che vanno "in cägonia" con la verdura e la frutta. Ho visto gente costretta ad un ricovero causa due patate bollite, altre causa un pesce in court buillon, senza che mai avessero patito danno mangiando un piattino äd cäsöla, äd büsècca. äd rugnón trifulè; Bada bene che ho detto "un piattino" mîa 'na šgòrba. Vedo gente che mi dice "devo mangiare in bianco", poi si condisce pasta, riso ed altro con dei pezzi di burro che stroncherebbero un elefante. Altri che affermano di cenare solo con la frutta ed ogni mattina ne vanno a comprare 2 kg. Pensi che ciò sia salutare? Ripeto: modus in rebus. Mi sai dire perché nei ristoranti o nelle feste campestri in cui si servono torta fritta ed altre nostre specialità, la gente fa a pugni per trovare da sedersi? E perché nessuno di coloro che vengono a casa mia o nel gruppo dove vado a cucinare, è mai stato male? Perché servo piatti solo all'apparenza pesanti. Sai per chi sono pesanti? Per chi li cucina (tanto per tornare all'intento primario del mio commento) e incö änsó n'ha vöja äd tribülèr.
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