domenica 17 agosto 2014

Una comunità di persone attorno all'Oratorio dei Volpi


Al confine della Diocesi di Fidenza affacciato sul Ceno abbiamo scoperto il minuscolo paese "Ai Volpi" ed una comunità di persone che comprende oltre ai valligiani molti emigranti che annualmente vi ritornano.

Oggi tutti si sono ritrovati davanti al piccolo Oratorio che rappresenta il fulcro della loro comunità e che la loro sensibilità ha voluto salvare dall'abbandono ed ha rinforzato in ogni sua parte. Tutto questo sotto gli occhi di Don  Giuseppe Maserati, parroco di Iggio nel cui territorio si trova l'abitato "Ai Volpi". 
Dopo la benedizione del Vescovo Mons. Carlo Mazza la cerimonia è continuata con la Messa ed infine con un incontro conviviale. 
Oltre al Parroco ed al Vescovo e le autorità civili erano anche presenti il Don Paolo Pacifici parroco di Santa Maria Assunta di Salsomaggiore e l'arch. Marco Tombolato, responsabile dell'ufficio tecnico vescovile.


L'Oratorio dei Volpi, uno degli oratori legati alla Pieve di S. Martino Vescovo in Iggio, risale come istituzione al secolo XVII ed è dedicato a Santa Maria Bambina. Sequestrato con tutti i suoi beni nel 1870 dallo Stato Italiano venne di fatto recuperato al culto all'inizio del secolo scorso. La proprietà tuttavia presenta ancora elementi incerti per mancate trascrizioni catastali. 
Di non particolare pregio l'architettura della piccola chiesa e delle sue pertinenze, ma la natura attorno ed il panorama sulla valle del Ceno compensano il turista.
All'interno non si può non ammirare una statua lignea della Madonna che sorregge con il braccio e con la mano destra il Bambino mentre nella mano sinistra tiene stretto un fulmine da cui il titolo "Madonna della Tempesta". 
Il culto e la devozione per la Madonna della Tempesta sono legati, in una antica comunità agricola, alla salvaguardia dei raccolti. 
Alcune immagini aggiungono quel che manca a queste poche note.





Interno ed esterno dell'Oratorio dei Volpi



Madonna della Tempesta (secolo XVII-XVIII)
Momenti della cerimonia di Benedizione





Ho solo due parole da rivolgere a tutti voi qui presenti. La prima è questa: BENVENUTI tra noi, per condividere la gioia del raggiungimento di un risultato, che tutti potete vedere. Ce l’abbiamo fatta, nonostante tutte le difficoltà.
La seconda è questa: GRAZIE a TUTTI e a ciascuna persona che « ha dato una mano».
Le motivazioni sono tante, ma la primaria però è questa: siamo riusciti a ridare ancora voce a questo luogo, in cui si raduna la Chiesa viva di tutta la vallata del Ceno, scrigno che conserva la memoria della fede dei nostri padri, segno tangibile di una comunità che affonda le sue radici nei secoli ricordando che non basta conservare, restaurare, consolidare la chiesa di pietre, ma è necessario “rendere sempre più solida, più credibile, più convincente la Chiesa di Dio.

Continueremo ad esprimere quella fede e quella speranza che ci hanno lasciato in eredità tutti coloro che ci hanno preceduto.



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