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domenica 23 aprile 2017

Du iu spik italian?

C'erano una volta il congiuntivo e gli acculturati, tutti puristi e cruscanti, che lo utilizzavano e stavano ben attenti a non sbagliare i vari tempi e la consecutio temporum. Ma ora, questo poveraccio di un modo verbale, con tutto il codazzo dei suoi tempi, sta agonizzando. 

C'è chi incolpa i mass-media ed i loro beceri frequentatori, che hanno abolito la possibilità, l'incertezza, il dubbio, per cui si utilizzava il congiuntivo: viviamo in un'epoca di salde e ferme certezze, anche se espresse da ignoranti e semi-analfabeti. Oggi la comunicazione orale si riduce a qualche tempo del presente. Gli eventi ipotetici vengono espressi con l’indicativo, come se fra eventualità, possibilità e realtà non ci fossero poi tante differenze. 

L’Accademia della Crusca piange la morte del congiuntivo, e dà la colpa anche ai politici, che non sanno usare correttamente la nostra lingua, in particolar modo i verbi; per loro, l’italiano è un optional, nella pronuncia, nella logica, nella grammatica e nella sintassi. 
Non dimentichiamoci di “chiesimo”, non “chiedemmo”, secondo Gasparri. L'onorevole Di Maio, che parla un italo-avellinese, sull'argomento del cyber-spionaggio twitta, una prima volta: "Se c'è rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e cittadini?". In seguito: "Se c'è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e cittadini?". 


Infine, su Facebook: "Se c'è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato qual è il livello di sicurezza che si garantisce alle imprese italiane e ai singoli cittadini? E quale sicurezza è garantita dall'impianto normativo che produce il Parlamento?"


Tre errori di fila: sbagliare è umano. Ma perseverare...


Di Maio, poi, pone Pinochet non in Cile, ma in Venezuela; poi precisa che «se voglio dirle qualcosa -alla Raggi- la telefono». Di Battista incalza con un “Mi facci parlare!”, Carla Ruocco confonde la legge di stabilità con il patto di stabilità. Del resto, Romano Prodi, il Mortadella, aveva detto, tempo fa, che nel Polo "volano polpette avvelenate sotterranee".


Ed ancora, il Cavaliere Mascarato, dopo la faccenda di Romolo e Remolo, espresse il desiderio di incontrare il papà dei fratelli Cervi, che era morto trent’anni prima. 
Antonio Razzi augurò, una volta, a tutti i suoi fans "buona pascuetta". Domenico Scilipoti aveva trasformato Stepchild adoption in "Stepchild Association". C'è chi pensa che gli F35 siano elicotteri. Salvini è convinto che “migrante” sia un gerundio.

La Boschi, di Firèntse, a “Otto e mezzo”, fece nascere la Gruber non a Bolzano, ma a Berlino, parlando di muri contro gli immigrati. Ma, per carità!, Honni soit qui mal y pense!”


Franco Bifani


2 commenti:

  1. Tutto esatto, ma dove sta il rimedio? Si può correggere la presunzione di sapere, si può tornare all'umiltà di doversi confrontare con le regole della lingua, si può recuperare la sensibilità al suono e all'armonia delle parole?

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  2. Molti politici che ci rappresentano a Roma pensano che parlare in italiano corretto sia inutile e anche un pò contro-tendenza . Quindi ci sono persone che hanno la responsabilità di fare leggi, le quali ,oltre a fare dei pubblici danni, sono colpevolmente ignoranti.

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