C'erano una volta il congiuntivo e gli acculturati, tutti puristi e cruscanti, che lo utilizzavano e stavano ben attenti a non sbagliare i vari tempi e la consecutio temporum. Ma ora, questo poveraccio di un modo verbale, con tutto il codazzo dei suoi tempi, sta agonizzando.
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Non dimentichiamoci di “chiesimo”, non “chiedemmo”, secondo Gasparri. L'onorevole Di Maio, che parla un italo-avellinese, sull'argomento del cyber-spionaggio twitta, una prima volta: "Se c'è rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e cittadini?". In seguito: "Se c'è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e cittadini?".
Infine, su Facebook: "Se c'è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato qual è il livello di sicurezza che si garantisce alle imprese italiane e ai singoli cittadini? E quale sicurezza è garantita dall'impianto normativo che produce il Parlamento?"
Tre errori di fila: sbagliare è umano. Ma perseverare...
Di Maio, poi, pone Pinochet non in Cile, ma in Venezuela; poi precisa che «se voglio dirle qualcosa -alla Raggi- la telefono». Di Battista incalza con un “Mi facci parlare!”, Carla Ruocco confonde la legge di stabilità con il patto di stabilità. Del resto, Romano Prodi, il Mortadella, aveva detto, tempo fa, che nel Polo "volano polpette avvelenate sotterranee".
Ed ancora, il Cavaliere Mascarato, dopo la faccenda di Romolo e Remolo, espresse il desiderio di incontrare il papà dei fratelli Cervi, che era morto trent’anni prima.
Antonio Razzi augurò, una volta, a tutti i suoi fans "buona pascuetta". Domenico Scilipoti aveva trasformato Stepchild adoption in "Stepchild Association". C'è chi pensa che gli F35 siano elicotteri. Salvini è convinto che “migrante” sia un gerundio.
La Boschi, di Firèntse, a “Otto e mezzo”, fece nascere la Gruber non a Bolzano, ma a Berlino, parlando di muri contro gli immigrati. Ma, per carità!, Honni soit qui mal y pense!”
Franco Bifani
Tutto esatto, ma dove sta il rimedio? Si può correggere la presunzione di sapere, si può tornare all'umiltà di doversi confrontare con le regole della lingua, si può recuperare la sensibilità al suono e all'armonia delle parole?
RispondiEliminaMolti politici che ci rappresentano a Roma pensano che parlare in italiano corretto sia inutile e anche un pò contro-tendenza . Quindi ci sono persone che hanno la responsabilità di fare leggi, le quali ,oltre a fare dei pubblici danni, sono colpevolmente ignoranti.
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