Domani 1° maggio Genny sarà a Borgo San Donnino, cioè a Fidenza, e potremmo aver occasione di incontrarlo, non avremo problemi nel riconoscerlo, visto che porta una croce di legno da 40 chili sulle spalle.
Gennaro Speria, noto come Genny, un campano trapiantato a Rozzano, nel Milanese, dopo una vita, a suo dire dissoluta, ha deciso di cambiare "strada", di ravvedersi, e da Rozzano nel milanese, dove risiede, percorre la strada per Roma.
Il suo cammino spirituale diventa ora un cammino anche fisico, si propone infatti di giungere entro un mese nella Capitale da Papa Francesco. Porta nello zaino per consegnarlo al Pontefice un messaggio, quello degli ospiti del centro di accoglienza per ex detenuti 'Area 51' che Genny stesso ha creato qualche tempo fa.
Dopo aver attraversato il Po, domenica 28 aprile era a Calendasco di Piacenza dove è stato "intercettato" dal mio amico ed ex campanaro sancti Domnini Umberto che ci ha girato il suo articolo pubblicato sul quotidiano piacentino "La Libertà" che sotto riprendo nella sua integrità.
A. P.
A piedi da Milano a Roma con una croce di 40 chili:
«Così l’espiazione per la mia vita dissoluta»
E' transitato a Calendasco, diretto a Piacenza per una tappa, l'uomo milanese che ha lasciato tutto per arrivare nella Capitale attraverso un lungo cammino fisico e spirituale: «Sono un Barabba»
Domenica mattina di sole caldo qui a Calendasco. Nel paese c'è aria di festa perché il locale Gruppo Alpini ha l'annuale cerimonia affollata e con tanto di banda al seguito. Passato da poco il mezzogiorno si scorge una croce molto grande, intrecciata con due grandi travi, poggiata accanto al muretto dell'unico negozio-edicola del borgo.
Dal balcone di casa scorgo questa cosa e in ciabatte con la mia reflex al collo mi precipito per immortalare questo pellegrino della Via Francigena suigeneris.
E' un uomo robusto, sulla quarantina, moro e dal volto duro, vissuto; su tutto il corpo decine di tatuaggi, ed alcuni più d'uno incisi direttamente sul volto.“
A piedi da Milano a Roma con una croce di 40 chili: «Così l’espiazione per la mia vita dissoluta»
Lo avvicino senza tentennare, lo chiamo «Ciao Pellegrino» per iniziare un dialogo e lui, pronto, si lascia avvicinare e - da me curioso per natura - si lascia pure travolgere da una sfilza di domande cui risponde.
Si chiama Gennaro, ha passato il fiume Po qui a Calendasco, presso il Guado di Sigerico ed ora si accinge a terminare la giornata volendo arrivare a Piacenza.
La croce che porta sulle sue possenti spalle pesa oltre 40 chili ed a questo s'aggiunge uno zaino con le sue cose da viaggio.
La croce ha ai lati due corde a mo’ di frusta (quella che flagellò il Cristo) e sotto al cartiglio della grande croce una corona di spine. Il cartiglio non recita il classico "Inri" ma invece a grandi lettere c'è inciso "Area 51 per sempre".“
Umbe da Calendasco di Piacenza
Mio Amico e ex campanaro sancti Domnini
Io, se se proprio volessi una vita dissoluta, impiegherei le mie energie non per portare una croce, ma per aiutare il mio prossimo.
RispondiElimina.... sei come il cireneo che ha portato la croce di un altro!
EliminaAmbrogio, però il Cireneo lo avevano obbligato, non era stata una sua scelta. Pare che la croce la portasse sempre lui, fino al Golgota, ma ci sono versioni diverse anche nei Vangeli. Giovanni non lo cita nemmeno. Ma sai che, nel 1941, avevano scoperto, a Gerusalemme, un ossario, di una famiglia di Cirene, che conteneva, come da iscrizione, i resti dei due figli di Simone. Ma tu pensa, poter rivivere il cammino di Cristo, e poterlo aiutare, come fece il Cireneo. Io, quando vedo dei films sulla passione di Cristo in croce, mi commuovo profondamente, da sempre.
Eliminadiscutibile .... ma fà pensare
RispondiEliminaMa se ad un tale gli va di esprimersi ad un certo modo anzichè un'altro: cosa cavolo dobbiamo interferire?
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