Viaggio nella memoria per due classi della scuola media Zani che, nello scorso mese di marzo, hanno visitato il campo di concentramento di Mauthausen.
I ragazzi della 3^A e della 3^E, accompagnati dagli insegnanti Bertuzzi, Guida, Lipia, Torricella e Dallospedale hanno inserito, nel loro viaggio di istruzione in terra austriaca, una importante tappa in quel luogo di dolore, dove hanno trovato la morte migliaia di persone innocenti.
Camminare, in silenzio, sulla strada che conduce al lager, vedere la piscina e il campo da calcio degli aguzzini e poi la Scala della Morte che ha fatto tante vittime, hanno avuto la valenza di mille lezioni sui banchi di scuola.
Come si rileva da alcune impressioni colte ‘a caldo’, la visita è stata molto toccante, angosciosa, ma anche importante per una riflessione sulla propria vita, sulla necessità di ‘pensare con la propria testa’ e ‘di non rimanere indifferenti, perché l’indifferenza produce danni quanto la violenza diretta’. ‘Ricordare è necessario, per costruire un domani migliore’.
La guida ha inoltre permesso loro di interagire e riflettere su situazioni attuali che sembrano ricalcare il passato. Anche questo passaggio è stato molto stimolante.
Tappa istruttiva e, nello stesso tempo, divertente, le miniere di sale di Hallein, con la discesa ‘al centro della Terra’ lungo velocissimi scivoli.
Pronti per scendere nelle miniere |
L’itinerario del viaggio prevedeva anche la visita della città di Innsbruck, con le sue meraviglie imperiali e il Castello di Ambras, Salisburgo, con il Duomo stupendo e la casa natale di Mozart.
Veduta di Salisburgo dalla fortezza di Hohensalzburg |
Città magica, nelle cui vie sembrano ancora risuonare le note del grande musicista. Il castello di Mirabell, le passeggiate serali lungo il Salzach e la fortezza di Hohensalzburg, che offre un’incantevole visione sulla città, hanno completato l’esperienza.
Mara Dallospedale
Castello di Ambras |
Il Tettuccio d’oro di Innsbruck |
RIFLESSIONI DEGLI ALUNNI
IN VISITA A MAUTHAUSEN
E’
stato sicuramente toccante e, anche se ammetto di non essere una persona molto
sensibile che si commuove facilmente, Mauthausen fa venire i brividi. Pensare
alla crudeltà e alla giustificazione
inesistente dell’omicidio di innocenti da parte dei Tedeschi sostenuti
dall’indifferenza dei cittadini, mette paura. Perché non riesco a credere che
un uomo possa essere tanto cattivo, possa avere tanto coraggio ed essere
talmente poco sensibile da torturare in questo modo un essere uguale a lui
(Sofia
M)
Al
vedere il filo spinato e il camino
identificato come sbocco dei forni crematori mi sono venuti i brividi, e non
certo per il freddo. La visita sembrava non finire più, perché immaginare i
prigionieri massacrati nello stesso posto in cui tu stai camminando fa venire
le lacrime agli occhi. Anche se può sembrare strano, la cosa che più mi ha
fatto riflettere è stato il locale delle docce. E’ difficile da spiegare,
perché, di per sé, la parola docce non suscita emozioni, come pronunciare la
parola camere a gas, che può suscitare angoscia e tristezza. Tuttavia, vedere
di persona le docce è stato molto diverso. Tutte le scritte dei nomi, le
richieste di aiuto tracciate da mani rovinate
e costrette ai lavori forzati e alla morte mi hanno lasciato senza
parole. Gli artefici di quei graffiti non hanno avuto la possibilità di vivere
come persone normali (Sofia F)
La
visita al campo mi ha colpito moltissimo, mi ha fatto riflettere. Alcune cose
mi hanno fatto impressione, come il filo spinato, le mura altissime, ma
soprattutto il forno crematorio e le camere a gas. Per capire meglio, ho
provato a sentirmi come loro, come i prigionieri, ma non ce l’ho fatta. Era
impossibile, troppo maligno. E’ stato il momento che mi ha fatto più pensare di
tutta la mia vita. Non riesco nemmeno a spiegare le emozioni che ho provato. La
visita mi ha proprio scosso. Ho pensato ‘se fossi stato io in quel posto?’ Non
ho saputo rispondere, perché al solo pensiero mi sono venuti i brividi.
(Pietro)
Nel
campo di concentramento di Mauthausen abbiamo visitato le baracche e i luoghi
della sofferenza e della morte di migliaia di persone, tra cui moltissimi
Ebrei. La mattina passata nel campo è stata toccante e molto commovente, per
me, soprattutto quando siamo entrati nella stanza dei forni crematori e nelle
camere a gas. (Nicole)
A
Mauthausen faceva molto freddo, anche con indosso le giacche e le felpe: io mi
sono immaginato in quello stesso luogo i prigionieri nudi e umiliati ad
aspettare per ore che i soldati tedeschi dicessero loro cosa fare. (Giancarlo)
L’aspetto
del campo è molto raccapricciante, rende subito l’idea di quanto fosse duro
vivere e lavorare in quelle condizioni. Mi ha molto rattristato il
fatto che i diritti umani fossero calpestati e che i prigionieri venissero
trattati come animali. Il luogo più interessante e sconvolgente è la camera a
gas e il forno crematorio. Con la guida abbiamo interagito e riflettuto su alcune situazioni attuali che sembrano
ricalcare situazioni passate. Bisogna saper pensare con la propria testa, per
evitare che gli errori possano ripetersi. (Francesco)
Questa
esperienza ci è piaciuta molto. Abbiamo avuto la possibilità di vedere luoghi
che da sempre avremmo voluto vedere (a completamento dello studio in ambito scolastico). All’inizio pensavamo di
non commuoverci, ma appena entrate nella stanza del forno crematorio e nelle camere a gas, ci
siamo commosse all’istante. Ci ha colpito molto il pensiero che alcune persone,
pur sapendo cosa succedesse dietro quei muri, non dicevano niente. (Marta e
Nicole)
L’esperienza
al campo è stata molto interessante, ma allo stesso tempo molto angosciante,
perché se capire è impossibile, conoscere è necessario. Da questa esperienza
abbiamo capito o meglio ci è stato confermato
che l’indifferenza produce danni quanto la violenza. (Anastasia, Emma)
La
guida è stata molto brava perché ci ha fatto entrare veramente nella storia.
Molte cose ci hanno colpito, soprattutto i monumenti in ricordo e i forni
crematori. Avevamo voglia di saperne di più, per non dimenticare. (Pietro,
Samuele, Lorenzo)
Appena
siamo entrati abbiamo percepito un senso di vuoto. La guida è riuscita
perfettamente a farci calare nell’atmosfera. (Luca, Michele)
La
visita è stata molto toccante, soprattutto la stanza dei forni crematori,
perché pensare che noi in quel momento stavamo visitando un luogo dove, circa
70 anni fa, si bruciavano corpi di persone innocenti come noi, morte di stenti,
fame o massacrati di botte, è terribile. Noi possiamo immaginare solo lontanamente
cosa provassero quelle povere persone quando entravano in quel luogo
terrificante, perché noi avevamo la certezza di uscirne, finita la visita,
invece loro no. (Sofia M, Arianna)
La
visita a Mauthausen ci ha fatto riflettere e maturare. Abbiamo pensato molto
alle difficoltà che si incontrano in un luogo come quello, senza supporto e
nemmeno affetto, soffrendo la fame e il freddo. Abbiamo provato a metterci nei
panni dei prigionieri, ma al solo pensiero ci sono venuti i brividi. Appena entrate
nella stanza dei forni crematori e nelle camere a gas, il cuore ha iniziato a
battere sempre più rapidamente ed eravamo quasi pietrificate. Esperienza unica
e indimenticabile, la porteremo sempre con noi. (Sofia F, Sara)
Questa
esperienza è stata molto istruttiva, sia in ambito scolastico che in ambito
morale. Scolastico perché ci ha fatto conoscere in modo approfondito quella che
era la vita dentro un campo di concentramento e ha riempito quel buco che c’era
quando ne parlavamo in classe seduti nei banche e guardando delle foto. In ambito morale perché, almeno
per me, è stato terribile camminare su terreni sui quali, tempo fa, venivano
sfruttate e maltrattate persone innocenti, colpevoli solo di essere Ebrei. Un’altra
cosa che mi ha colpito molto è l’indifferenza delle persone che abitavano lì
vicino. Mi stupisce il fatto che non abbiano pensato ‘se fosse successo a me?’.
Forse questa semplice domanda avrebbe potuto cambiare la storia. Non oso
pensare al terrore che hanno provato
queste persone quando si sono accorte che dalle docce usciva tutt’altro che
acqua. Noi non possiamo capirle, possiamo solo ricordarle. (Rebecca)
Entrato
in quel ‘cortile’ gigantesco mi è sembrato di sentire un fischio agghiacciante,
come un urlo che lacerava il silenzio delle persone sterminate. E’ stato molto
doloroso vedere quello strumento di sterminio. Mi vengono i brividi solo a
pensarci, ma è giusto ricordare per non commettere gli stessi errori, perché,
anche se più nascosto o più lontano da noi, questo sta succedendo ancora.
(Filippo)
Personalmente
ho avuto i brividi già da quando si vedevano le mura dal finestrino del
pullman, in quel luogo ogni cosa che si può vedere grida più forte di ogni
parola.
Abbiamo
iniziato la visita dai luoghi meno macabri, il Museo all’aperto dei Monumenti e
la scala della morte, per passare alla lavanderia e alle docce. Abbiamo
visitato poi l’ufficio del comandante e le baracche, dove mi ha scioccato la
notizia che i prigionieri erano di varia provenienza e lingua, in modo da non
poter nemmeno comunicare. Infine, la parte più raccapricciante: la camera a gas
e il forno crematorio, reso ancora più macabro dalla candela accesa e posta
all’ingresso del forno, appoggiata alla ‘barella’ che deponeva i cadaveri
all’interno. Esperienza indimenticabile. (Andrea)
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