giovedì 18 aprile 2019

La scuola media Zani a Mauthausen. Riflessioni degli alunni.


Viaggio nella memoria per due classi della scuola media Zani che, nello scorso mese di marzo, hanno visitato il campo di concentramento di Mauthausen.
I ragazzi della 3^A e della 3^E, accompagnati dagli insegnanti Bertuzzi, Guida, Lipia, Torricella e Dallospedale hanno inserito, nel loro viaggio di istruzione in terra austriaca, una importante tappa in quel luogo di dolore, dove hanno trovato la morte migliaia di persone innocenti.  


Camminare, in silenzio, sulla strada che conduce al lager, vedere la piscina e il campo da calcio degli aguzzini e poi la Scala della Morte che ha fatto tante vittime, hanno avuto la valenza di mille lezioni sui banchi di scuola.  
Come si rileva da alcune impressioni colte ‘a caldo’, la visita è stata molto toccante, angosciosa, ma anche importante per una riflessione sulla propria vita, sulla necessità di ‘pensare con la propria testa’ e ‘di non rimanere indifferenti, perché l’indifferenza produce danni quanto la violenza diretta’. ‘Ricordare è necessario, per costruire un domani migliore’. 
La guida ha inoltre permesso loro di interagire e riflettere su situazioni attuali che sembrano ricalcare il passato. Anche questo passaggio è stato molto stimolante.


Tappa istruttiva e, nello stesso tempo, divertente, le miniere di sale di Hallein, con la discesa ‘al centro della Terra’ lungo velocissimi scivoli. 

Pronti per scendere nelle miniere
L’itinerario del viaggio prevedeva anche la visita della città di Innsbruck, con le sue meraviglie imperiali e il Castello di Ambras, Salisburgo, con il Duomo stupendo e la casa natale di Mozart. 
Veduta di Salisburgo dalla fortezza di  Hohensalzburg
Città magica, nelle cui vie sembrano ancora risuonare le  note del grande musicista.  Il castello di Mirabell, le passeggiate serali lungo il Salzach e la fortezza di Hohensalzburg, che offre un’incantevole visione sulla città, hanno completato l’esperienza.
Mara Dallospedale

Castello di Ambras

Il Tettuccio d’oro di Innsbruck

RIFLESSIONI DEGLI ALUNNI
IN VISITA A MAUTHAUSEN

E’ stato sicuramente toccante e, anche se ammetto di non essere una persona molto sensibile che si commuove facilmente, Mauthausen fa venire i brividi. Pensare alla crudeltà e alla giustificazione  inesistente dell’omicidio di innocenti da parte dei Tedeschi sostenuti dall’indifferenza dei cittadini, mette paura. Perché non riesco a credere che un uomo possa essere tanto cattivo, possa avere tanto coraggio ed essere talmente poco sensibile da torturare in questo modo un essere uguale a lui
(Sofia M)

Al vedere il filo spinato  e il camino identificato come sbocco dei forni crematori mi sono venuti i brividi, e non certo per il freddo. La visita sembrava non finire più, perché immaginare i prigionieri massacrati nello stesso posto in cui tu stai camminando fa venire le lacrime agli occhi. Anche se può sembrare strano, la cosa che più mi ha fatto riflettere è stato il locale delle docce. E’ difficile da spiegare, perché, di per sé, la parola docce non suscita emozioni, come pronunciare la parola camere a gas, che può suscitare angoscia e tristezza. Tuttavia, vedere di persona le docce è stato molto diverso. Tutte le scritte dei nomi, le richieste di aiuto tracciate da mani rovinate  e costrette ai lavori forzati e alla morte mi hanno lasciato senza parole. Gli artefici di quei graffiti non hanno avuto la possibilità di vivere come persone normali (Sofia F)

La visita al campo mi ha colpito moltissimo, mi ha fatto riflettere. Alcune cose mi hanno fatto impressione, come il filo spinato, le mura altissime, ma soprattutto il forno crematorio e le camere a gas. Per capire meglio, ho provato a sentirmi come loro, come i prigionieri, ma non ce l’ho fatta. Era impossibile, troppo maligno. E’ stato il momento che mi ha fatto più pensare di tutta la mia vita. Non riesco nemmeno a spiegare le emozioni che ho provato. La visita mi ha proprio scosso. Ho pensato ‘se fossi stato io in quel posto?’ Non ho saputo rispondere, perché al solo pensiero mi sono venuti i brividi. (Pietro)

Nel campo di concentramento di Mauthausen abbiamo visitato le baracche e i luoghi della sofferenza e della morte di migliaia di persone, tra cui moltissimi Ebrei. La mattina passata nel campo è stata toccante e molto commovente, per me, soprattutto quando siamo entrati nella stanza dei forni crematori e nelle camere a gas. (Nicole)

A Mauthausen faceva molto freddo, anche con indosso le giacche e le felpe: io mi sono immaginato in quello stesso luogo i prigionieri nudi e umiliati ad aspettare per ore che i soldati tedeschi dicessero loro cosa fare. (Giancarlo)

L’aspetto del campo è molto raccapricciante, rende subito l’idea di quanto fosse duro vivere e lavorare in quelle condizioni. Mi ha molto rattristato   il fatto che i diritti umani fossero calpestati e che i prigionieri venissero trattati come animali. Il luogo più interessante e sconvolgente è la camera a gas e il forno crematorio. Con la guida abbiamo interagito e riflettuto  su alcune situazioni attuali che sembrano ricalcare situazioni passate. Bisogna saper pensare con la propria testa, per evitare che gli errori possano ripetersi. (Francesco)

Questa esperienza ci è piaciuta molto. Abbiamo avuto la possibilità di vedere luoghi che da sempre avremmo voluto vedere (a completamento dello studio  in ambito scolastico). All’inizio pensavamo di non commuoverci, ma appena entrate nella stanza  del forno crematorio e nelle camere a gas, ci siamo commosse all’istante. Ci ha colpito molto il pensiero che alcune persone, pur sapendo cosa succedesse dietro quei muri, non dicevano niente. (Marta e Nicole)

L’esperienza al campo è stata molto interessante, ma allo stesso tempo molto angosciante, perché se capire è impossibile, conoscere è necessario. Da questa esperienza abbiamo capito o meglio ci  è stato confermato che l’indifferenza produce danni quanto la violenza. (Anastasia, Emma)

La guida è stata molto brava perché ci ha fatto entrare veramente nella storia. Molte cose ci hanno colpito, soprattutto i monumenti in ricordo e i forni crematori. Avevamo voglia di saperne di più, per non dimenticare. (Pietro, Samuele, Lorenzo)

Appena siamo entrati abbiamo percepito un senso di vuoto. La guida è riuscita perfettamente a farci calare  nell’atmosfera. (Luca, Michele)

La visita è stata molto toccante, soprattutto la stanza dei forni crematori, perché pensare che noi in quel momento stavamo visitando un luogo dove, circa 70 anni fa, si bruciavano corpi di persone innocenti come noi, morte di stenti, fame o massacrati di botte, è terribile. Noi possiamo immaginare solo lontanamente cosa provassero quelle povere persone quando entravano in quel luogo terrificante, perché noi avevamo la certezza di uscirne, finita la visita, invece loro no. (Sofia M, Arianna)

La visita a Mauthausen ci ha fatto riflettere e maturare. Abbiamo pensato molto alle difficoltà che si incontrano in un luogo come quello, senza supporto e nemmeno affetto, soffrendo la fame e il freddo. Abbiamo provato a metterci nei panni dei prigionieri, ma al solo pensiero ci sono venuti i brividi. Appena entrate nella stanza dei forni crematori e nelle camere a gas, il cuore ha iniziato a battere sempre più rapidamente ed eravamo quasi pietrificate. Esperienza unica e indimenticabile, la porteremo sempre con noi. (Sofia F, Sara)


Questa esperienza è stata molto istruttiva, sia in ambito scolastico che in ambito morale. Scolastico perché ci ha fatto conoscere in modo approfondito quella che era la vita dentro un campo di concentramento e ha riempito quel buco che c’era quando ne parlavamo in classe seduti nei banche e guardando  delle foto. In ambito morale perché, almeno per me, è stato terribile camminare su terreni sui quali, tempo fa, venivano sfruttate e maltrattate persone innocenti, colpevoli solo di essere Ebrei. Un’altra cosa che mi ha colpito molto è l’indifferenza delle persone che abitavano lì vicino. Mi stupisce il fatto che non abbiano pensato ‘se fosse successo a me?’. Forse questa semplice domanda avrebbe potuto cambiare la storia. Non oso pensare al terrore che  hanno provato queste persone quando si sono accorte che dalle docce usciva tutt’altro che acqua. Noi non possiamo capirle, possiamo solo ricordarle. (Rebecca)

Entrato in quel ‘cortile’ gigantesco mi è sembrato di sentire un fischio agghiacciante, come un urlo che lacerava il silenzio delle persone sterminate. E’ stato molto doloroso vedere quello strumento di sterminio. Mi vengono i brividi solo a pensarci, ma è giusto ricordare per non commettere gli stessi errori, perché, anche se più nascosto o più lontano da noi, questo sta succedendo ancora. (Filippo)

Personalmente ho avuto i brividi già da quando si vedevano le mura dal finestrino del pullman, in quel luogo ogni cosa che si può vedere grida più forte di ogni parola.
Abbiamo iniziato la visita dai luoghi meno macabri, il Museo all’aperto dei Monumenti e la scala della morte, per passare alla lavanderia e alle docce. Abbiamo visitato poi l’ufficio del comandante e le baracche, dove mi ha scioccato la notizia che i prigionieri erano di varia provenienza e lingua, in modo da non poter nemmeno comunicare. Infine, la parte più raccapricciante: la camera a gas e il forno crematorio, reso ancora più macabro dalla candela accesa e posta all’ingresso del forno, appoggiata alla ‘barella’ che deponeva i cadaveri all’interno. Esperienza indimenticabile. (Andrea)

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