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martedì 28 aprile 2020

Viaggio a Lipari alla ricerca del 1° maggio perduto



Quel che resta del 1° maggio è la festa, ma quest'anno sarà virtuale. Le difficoltà del momento non impediranno che il senso del 1° maggio sia in ogni caso mantenuto anche se quest'anno nessuno distribuirà garofani rossi in piazza Garibaldi. Ancora qualche giorno ed avremo il manifesto con il programma.
Nel frattempo ci dedichiamo ad un'altro 1° maggio: quello del 1930 a Fidenza, quando il festeggiarlo era proibito dal regime.  
Per saperne qualcosa di più è necessario tuttavia fare un salto a Lipari ripetendo, in modo certamente diverso, quello di tre fidentini, due fornai ed un negoziante tutti di fede repubblicana, che, proprio 90 anni fa, vi finirono confinati.
L'accusa era "celebrazione del 1° maggio", si presero una condanna a cinque anni da scontarsi proprio lì, a Lipari,  perla delle Eolie.




Vi rimasero tuttavia una manciata di settimane prima di essere prosciolti con clausola condizionale, ecco il loro nomi e qualche altro elemento utile estratto dai registri d'epoca: Anesi Pietro nato il 27-3-1897, negoziante, repubblicano, prosciolto condizionale il 25-7-1930; Cattani Cesare nato il 21-1-1899, fornaio, repubblicano, prosciolto condizionale il 15-6-1930; Patroncini Primo, nato il 29-1-1890, fornaio, repubblicano, prosciolto condizionale 26-6-1930.
Chissà se questi nostri "eroi", rei di aver contravvenuto  a disposizioni fasciste, oggi avrebbero allo stesso modo risposto alle disposizioni governative antivirus? 
A questo proposito un'altro dubbio: meglio essere confinati a Lipari o in casa propria come ora?




Non furono i nostri tre concittadini gli unici fidentini, nati 'borghigiani', confinati a Lipari in quegli anni, i registri indicano anche altri nomi.
Il 1-10-1932 vi finirono per "diffusione di stampa comunista": Ceriatti Gino, nato il 6-7-1900, comunista, condannato a anni 3, prosciolto il 24-11-1932 e Denti Amilcare, nato il 13-5-1902 comunista, pure lui condannato a anni 3 e prosciolto il 26-11-1932.
Il 15-10-1935 per aver espresso "critiche alla preparazione della guerra d’Africa" prese la strada verso Lipari un certo Tagliaferri Gino, fidentino nato il 23-2-1900, dottore in chimica, antifascista, condannato ad anni 2, pena poi commutata, da quel che capisco, in ammenda.

Ma perché Lipari?




Dovete sapere che nel corso del 1927 Lipari diventò la principale colonia di confino degli oppositori del regime. 
I confinati per ragioni politiche raggiunsero il numero di cinquecento, provenivano da ogni parte d’Italia, simpatizzanti di tutti i partiti, appartenenti a tutte le classi sociali. Vi furono confinati personaggi illustri e meno illustri, tra i primi, quelli illustri, Ferruccio Parri che presiederà poi il primo governo della liberazione.
La piccola cittadina non vide di buon grado l'istituzione di una colonia di confinati, trovava infatti la cosa dannosa agli interessi di un'isola che stava scoprendo nel turismo la sua vocazione, "alla pari di Capri".
I maggiorenti dell'isola misero in campo i loro protettori in sede politica, civile e religiosa ma senza successo, scrissero anche al Primo Ministro Mussolini, al Principe di Monte Nevoso (sic!) Gabriele D'Annunzio, al Comandante Rizzo "Eroe Nazionale assertore ogni identità civile".

Originale fu la risposta del Principe di Monte Nevoso, Gabriele D'Annunzio, al Cavaliere Franza di Lipari che ne aveva sollecitato l'aiuto: 
"Siate sicuro che sosterrò col più alto fervore l’aspirazione della più bella fra le isole Eolie dove io vorrei essere felicemente relegato per polire con la pomice cutulliana il mio ultimo libro”.
Le didascalie delle fotografie che seguono sono estratte dalle richiamate petizioni:
"Noi abbiamo il coraggio di ancora una volta affermare che Lipari sarebbe potuta diventare più. Importante di Capri e di Taormina se l’opera dell’uomo non l’avesse completamente abbandonata."
"La nostra isola potrebbe ben diventare un centro importante pel turismo internazionale: molte condizioni ne faciliterebbero il compito. Potrebbe essere un luogo di cura di prim'ordine per le svariatissime sorgenti d’acque termali. Offre abbondante materiale di studio ai vulcanologi."
"Una scrittrice, nelle impressioni ritratte da un suo viaggio nell’Eolie, aggiunse che ognuna delle sette isole vale una Capri e tutte insieme rappresentano un tesoro inestimabile di bellezze naturali"
A. Ponzi


Crediti
Tutte le foto ed alquanta documentazione si devono alla solerzia del nostro inviato a Lipari, Ivano Lorenzoni di Lonato (BS), che salutiamo e ringraziamo.

2 commenti:

  1. Ma Berlusconi aveva detto che Mussolini non era poi così malvagio, mandava i dissidenti in un posto meraviglioso, non in Lager o Gulag. E sono in molto che anelano al ritorno di quei tempi.

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  2. Preferirei essere confinata a Lipari, almeno sarebbe in seguito a mie scelte politiche personali. Il virus non mi lascia scelta

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