mercoledì 8 agosto 2018

Fidenza e le sue piazze: Piazza Verdi e Piazza Pontida


Piazza Verdi e Piazza Pontida.

Due piazze con un passato importante e un futuro da inventare.
I nomi mutano con il mutare degli eventi, ma i luoghi conservano memoria del tempo nelle loro pietre e nelle loro profondità a ricordarci la storia di quell'umanità che vi ha vissuto.
A noi attualmente le denominazioni di queste piazze servono solo a scopo pratico di riferimento. Gli spazi, così come li vediamo oggi, non danno spiegazioni , anzi  confondono  le idee, tanto che non si capisce la loro ragione di essere se non si fa un passo indietro.



3 agosto 2011

L'area interessata era uno dei poli più importanti della vita  religiosa del Medio Evo.
Al tempo gli ordini  monastici di Borgo erano numerosi ,  sostenuti da rendite importanti che provenivano da terreni , da benefici vari e dalla benevolenza di chi credeva di salvare la propria anima non tanto con una vita onesta e leale , quanto per le messe per loro celebrate e lautamente compensate.
L'area che attualmente vediamo occupata dal palazzo ex-liceo, dai resti del chiostro, dall'edificio ristrutturato per residenze popolari e dallo spiazzo ex forno comunale, in realtà è solo una parte ridotta di quella che era di competenza della chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista con annesso monastero delle monache benedettine, con rustici e orto.
Le origini di questa presenza sono molto lontane nel tempo.
Il Laurini, in “San Donnino Martire e la sua chiesa-1927/1992-pag. 125”, riporta la tesi dell'Affò secondo il quale risalirebbero “intorno al 1120 quando chiesa e monastero sarebbero stati eretti dal Marchese Oberto Pallavicino per la figlia Martina, la prima Badessa”.
Documenti del Pincolini, invece, dimostrerebbero la loro prima memoria “al 1 marzo 1099, data in cui le monache avrebbero affittato 24 biolche di terra sita in Casalseno ( Alseno)”. In seguito, 1106, un altro documento tratta “della donazione di un bosco fatta al suddetto Monastero”.

Ancora l'Antelami non era arrivato per costruire la cattedrale che vediamo ora e il luogo del martirio di Donnino era ai margini del territorio: la chiesa di San Giovanni era probabilmente la Chiesa Madre battesimale e, secondo quanto riportato nella storia di Fidenza del dizionario Treccani, qui, nel 1179, sarebbero state conservate le preziose reliquie del Martire durante i lavori di costruzione del tempio a lui dedicato.
Il monastero di San Giovanni era luogo di prestigio, il principale di Borgo ed ebbe l'onore di ospitare il 30 luglio 1195 i convenuti rappresentanti delle città di Verona, Mantova, Modena, Brescia, Faenza, Bologna, Reggio, Gravedona, Padova, Piacenza e Milano. 
Essi, in seguito alla Pace di Costanza conclusa nel 1183 con l'Imperatore Federico Barbarossa che concedeva le libertà comunali, intesero qui ribadire quanto avevano concordato. (“L'atto del giuramento  fatto a Borgo dai Rettori della Lega Lombarda si trova nel Registro del Comune di Modena”- Aimi- Copelli: Storia di Fidenza, pag.63, nota 43).
Testimonianze della vitalità  di questa piazza sono state fornite in varie occasioni durante scavi  condotti per modificare le funzioni dei vari edifici o ampliare quelli già esistenti. 
Si ha notizia per esempio che 
“Il 21 gennaio 1682 furono ritrovati importanti resti archeologici. Alcuni operai, mentre scavavano per un nuovo fabbricato da aggiungere al monastero delle suore di San Giovanni, rinvennero un antichissimo ed incognito fondamento.  Si pensò di utilizzarlo per la nuova costruzione, m , essendo lo scavo troppo profondo, il muro franò con gravi conseguenze per gli operai. Si convenne quindi di ricolmare lo scavo”. ( Aimi- Copelli 1982- pag. 184 )
A lungo, alla fine del secolo scorso, abbiamo visto interrotti i lavori per la nuova piazzetta del Teatro nell'ex caserma dei carabinieri. I ritrovamenti confermano che il luogo fu abitato fin dall'antichità e rendono prezioso il sottosuolo di questa parte di città leggermente sopraelevata  rispetto alla zona circostante.
Il monastero delle benedettine, occupava il lato meridionale della piazza, la chiesa esterna, invece, quasi la chiudeva ad oriente.
Il Palazzo Pretorio, come è possibile verificare anche oggi , seppur ampliato,  la delimitava a nord mentre a occidente tra il XIII e il XIV secolo era stata  edificata per volere dei Pallavicino la chiesa di San Francesco con annesso convento dei Minori Conventuali.
Si comprende quindi che tra questa piazza e l'altra, la cosiddetta Piazza Grande del potere civile, si svolgeva la vita di Borgo. Esse erano il luogo di incontro e di relazioni religiose e politiche.

I veri sconvolgimenti all'ordine consolidato per secoli avvennero tra la seconda metà del Settecento e l'Ottocento, circa fino alla proclamazione dell'Unità d'Italia nel 1861.
Per i mutamenti politici, l'arrivo delle “nuove idee”, ma soprattutto il passaggio del “turbine” Napoleone”, niente fu più come prima e Piazza San Giovanni non fu più luogo di processioni di tonache , ma di sfilate di drappelli militari che cambiavano divisa ogni volta che cambiava la bandiera.
Nel 1760 i Padri Conventuali avevano deciso di riedificare la loro chiesa di San Francesco demolendo la vecchia, ma l'opera si era interrotta per la loro espulsione da Borgo nel 1769. Ritornati, avevano completato i lavori con l'abbellimento di stucchi e nuovi altari e la consacrazione il 26 settembre 1784 da parte del vescovo mons. Alessandro Garimberti. (G.Laurini- pag.130)
Tra espulsioni e riammissioni il secolo si concludeva, nel 1809 il convento era occupato dalla gendarmeria e i Conventuali non torneranno più a Borgo.
L'8 giugno 1811 per decreto imperiale furono soppressi tutti i conventi ancora esistenti di tutti gli Ordini monastici nello Stato di Parma e Piacenza.
I beni delle congregazioni di Borgo, concessi al Comune, furono destinati ad uso militare.
Come scrive Vittorio Chiapponi  
“nel 1827 si abbatterono i fabbricati rustici e la casa del fattore delle monache, che già facevano parte dell'ex convento di San Giovanni. L'area così ricavata, in uno con quella dell'orto che vi confinava, venne trasformata in una spaziosa piazza per il mercato del bestiame, mentre si tenne in piedi la chiesa, usata per il commercio del grano e delle telerie, che venne pure demolita nel 1855”. (Appunti e curiosità toponomastiche borghigiane-pag. 49)
Una parte dell'antico convento delle Benedettine fu assegnato alla Cavalleria e il materiale della chiesa fu impiegato per il nuovo teatro sorto sull'area della chiesa di San Francesco dopo la sua demolizione del 1856. (Aimi-Copelli da Notizie Patrie- A. Riccardi e Archivio Musini ).
Ormai le fotografie raccontano i cambiamenti della piazza. Una del 1865 (4 passi per Fidenza- T. Corradi - 1994-pag. 176) mostra il teatro che sarà poi intitolato allo scenografo Gerolamo Magnani; si vede la grande piazza, denominata Dei Mercanti che si estendeva anche agli attuali giardini  e sull'edificio del convento si legge Forno Comunale.


 Cambiato l'aspetto, mutate le destinazioni, nuova vita borghigiana, ma sempre al centro degli interessi della popolazione, e, se si vuole interpretare l'immagine, si può dedurre che molta attenzione era prestata all'attività economica e commerciale.
All'inizio del Novecento la città onorò il grande Maestro Giuseppe Verdi dedicandogli la piazza del Teatro, nacquero i giardini pubblici per i quali venne riesumato il glorioso passato di Borgo, Città fra le Città, con la dedica di piazza Pontida.
La Storia va avanti e gli uomini fanno in modo che resti memoria del loro passaggio, così anche il Fascismo intendeva lasciare la sua impronta con un progetto per 
la ricostruzione dell'intera area compresa tra piazza Verdi, via Bacchini, piazza Pontida e piazza Matteotti (odierne!) a seguito della demolizione del vecchio Palazzo San Giovanni. Del disegno iniziale che prevedeva oltre alla Casa del Fascio, la Pretura, le carceri mandamentali, luoghi di aggregazione, quali cinema e teatro, e un nuovo forno, ben poco fu realizzato, anche il Palazzo San Giovanni fu demolito solo in parte”. (A. Ponzi - Un'opportunità per Palazzo Littorio - 9 giugno 2016)
Quello che era stato il prestigioso convento benedettino, poi forno comunale, quindi caserma del 62 Reggimento fanteria “Sicilia”, diventò, con le opportune modifiche strutturali e di immagine, l'emblema del Fascismo a Fidenza. Nel novembre 1937 fu inaugurata la Casa del Fascio e Pontida cedette il posto ai Martiri Fascisti.
Dal dopoguerra dura la dedicazione della Piazza a Giacomo Matteotti.

    1935-36 Foto dei lavori in corso per la Casa del Fascio
(Dal Blog di A. Ponzi 9 giugno 2016)
L'attuale piazza Pontida possiede un ricordo messo in evidenza nel restauro della facciata dell'ex “Cinema Italia”ora sede di una banca: un arco di portale con mattoni a vista appartenente agli edifici delle “Scuderie Ducali”della seconda metà del Settecento di memoria borbonica.
Era un grande fabbricato a “T”; ancora in ciò che resta della struttura è visibile la parte centrale più elevata corrispondente ai fienili.


Il complesso comprendeva le scuderie con depositi foraggio e alloggi per tutti gli addetti. Era conosciuto soprattutto per la sua funzione di Posta, ossia di sosta e cambio dei cavalli. Da qui il senso traslato agli oggetti trasportati, ossia la corrispondenza e le merci.
Era individuata, proprio per la sua funzione, come piazza della Posta, poi divenne piazza San Martino. Lo si deve forse all'accostamento con il Santo cavaliere?
 ( Il Doc. si trova presso l'Archivio di Stato di Parma )

Ora è piazza Pontida, ma tutta l'area attende lumi per essere risistemata. Riusciranno i Fidentini a conservare il loro antico spirito nella consapevolezza dei valori civili, religiosi, morali, politici, capisaldi- guida della comunità, con cui nei secoli hanno gestito con fierezza questo territorio?

Marisa Guidorzi

- - -
Fonti:
G. Laurini                : S. Donnino e la sua Chiesa- “La Commerciale”1927- 1992
A.Aimi- A. Copelli : Storia di Fidenza- Battei 1982
T. Corradi                : 4 Passi per Fidenza- Quaderni Fidentini n. 9- 1994
AA.VV                        : Centro storico e centro città- Artegrafica Silva 1981
A. Ponzi                    : Un'opportunità per Palazzo Littorio- 9 giugno 2016
V. Chiapponi          : Appunti e curiosità toponomastiche borghigiane


Nessun commento:

Posta un commento