Una scoperta
nella Pieve di San Nicomede
di Roberto Mancuso
La stupenda Pieve di S. Nicomede conserva molteplici testimonianze
di Fede e altrettanti misteri tramandati dalle leggende, che narrano di una
imperatrice, di pellegrini, viandanti e tesori nascosti, ma mai si era
sospettato che potesse contenere anche una preziosa testimonianza dell’arte
fotografica italiana. Come spesso accade il tesoretto è sempre stato sotto gli
occhi di tutti, ed è lì da decenni, molto probabilmente donato alla chiesa dopo
il restauro del 1909, che fu promosso dall’arciprete Giovanni Mangoni.
L’antica pieve fu riconsacrata il 3 aprile del 1910 e successivamente fu adornata da pochi arredi sacri, tra cui i quadretti che rappresentano la Via Crucis. Non sempre ci si sofferma ad osservare cosa è dipinto nelle stazioni delle Vie Crucis affisse alle pareti delle chiese, ma chi lo ha fatto in questo luogo, avrà notato accanto a Gesù dei personaggi in abiti del XVIII sec. Sono infatti raffigurati dei bambini, delle dame riccamente vestite e persino dei turchi con l’inconfondibile turbante, e tanta altre persone in abiti anacronistici per l’epoca in cui visse Cristo. Questi strani personaggi furono dipinti dal pittore veneziano Giandomenico Tiepolo nel 1749, questa Via Crucis è infatti la sua. In ogni tavola Tiepolo mise personaggi presi dalla vita quotidiana di Venezia, come le dame ingioiellate, i bambini che giocano e i turchi con il turbante, realizzando un capolavoro che è conservato a Venezia.
L’antica pieve fu riconsacrata il 3 aprile del 1910 e successivamente fu adornata da pochi arredi sacri, tra cui i quadretti che rappresentano la Via Crucis. Non sempre ci si sofferma ad osservare cosa è dipinto nelle stazioni delle Vie Crucis affisse alle pareti delle chiese, ma chi lo ha fatto in questo luogo, avrà notato accanto a Gesù dei personaggi in abiti del XVIII sec. Sono infatti raffigurati dei bambini, delle dame riccamente vestite e persino dei turchi con l’inconfondibile turbante, e tanta altre persone in abiti anacronistici per l’epoca in cui visse Cristo. Questi strani personaggi furono dipinti dal pittore veneziano Giandomenico Tiepolo nel 1749, questa Via Crucis è infatti la sua. In ogni tavola Tiepolo mise personaggi presi dalla vita quotidiana di Venezia, come le dame ingioiellate, i bambini che giocano e i turchi con il turbante, realizzando un capolavoro che è conservato a Venezia.
Quella che abbiamo nella pieve è chiaramente una riproduzione
molto ben fatta, talmente ben fatta che chi scrive non ha saputo trattenersi
dal sollevare un pochino un quadretto, per vedere se nel retro ci fosse la
firma del bravo autore della riproduzione, trovando un marchio storico
prestigioso: F.lli ALINARI Soc. An. I.D.E.A. VIA NAZIONALE, 6-FIRENZE (ITALIA).
Ebbene, La Fratelli Alinari, fondata a Firenze nel 1852, dai
fratelli Leopoldo, Giuseppe
e Romualdo è la più antica azienda al mondo nel campo della fotografia e della
comunicazione per immagini.
Tutt’ora operante, la società conserva nei suoi archivi oltre 5 milioni
di fotografie, documentando in questo modo la storia dell’Italia e del mondo,
dalla metà dell’800 ai giorni nostri.
Immagini d’arte, cultura, società e paesaggio fanno parte di un
corpus prezioso e continuamente arricchito, che raccoglie le preziose
testimonianze di oltre 170 anni di storia.
La società fu anche la
prima ditta fotografica ammessa al servizio dei Musei
Vaticani, del Louvre e di vari musei italiani, attività che prese forma nella
produzione di immagini delle opere, presenti all'interno dei musei. L’elenco
del patrimonio culturale e delle attività della società è infinito, e rende
evidente l’eccellenza dell’azienda e la qualità straordinaria delle sue riproduzioni,
tra cui la Via Crucis di Tiepolo, presente qui, nella pieve millenaria di S.
Nicomede.
Nel sito www.alinari.it
, è possibile esplorare parte dello sterminato archivio d’immagini storiche,
tra le quali compaiono alcune stazioni in bianco e nero della Via Crucis di Tiepolo,
accompagnate da una breve descrizione, da cui risulta che lo scatto fu eseguito nel 1915/20
ca. presso la Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. L’opera di
San Nicomede è una versione a colori, presumibilmente realizzata nello stesso
periodo nei laboratori fiorentini e arrivata fin qui, forse come regalo di un
facoltoso fedele, per la chiesa da poco restaurata.
La nostra versione è quindi un piccolo e finora dimenticato
capolavoro di fotografia, la nuova arte che si stava affermando in quei lontani
anni e che oggi è diventata alla portata di tutti grazie alle moderne
tecnologie. Non sarà mai alla portata di tutti invece la capacità che ebbero i
fratelli Alinari, pionieri del settore e straordinari divulgatori di cultura e
bellezza, tramite i loro scatti fotografici, di cui ben 14 sono conservati
nella suggestiva pieve, da secoli custode di Fede, Arte e Storia, che stavolta
ci ha offerto un dono inaspettato: la Via Crucis dei Fratelli Alinari.
Nell’anno scolastico 1994/95, la classe IIB della Scuola Media Carozza di Salsomaggiore, aveva eseguito un’interessante ricerca sulla Pieve di S. Nicomede, edita poi, a cura del Comune, su un libriccino, che conservo gelosamente. Quello che proprio non capisco è il rifacimento della facciata, da parte dell’architetto Tancredi Venturini, nel 1909-10, con un rosone inesistente nell’originale, insieme ad un protiro, pure esso innestato artificiosamente. Trovo che siano un tradimento per un opera architettonica, costruita in un certo modo, dai suoi antichi artisti, e poi spiacevolmente distorta, in uno stile neogotico lombardo che non c’entra nulla con il resto, in puro stile romanico.
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