E' in rete l’Instant Book dell’Open Space Technology elaborato sabato 8 settembre nella giornata dedicata all'esame delle proposte ed idee raccolte negli incontri precedenti.
L'iniziativa, che fa capo all'assessore del Comune di Fidenza Franco Amigoni, si è posta fin dall'inizio la domanda: “Come rivitalizzare l’area ex licei per il futuro di Fidenza?” nell’instant book troviamo i report delle proposte emerse e di quanto discusso.
Le coordinatrici Agnese e Stefania informano che:
"Nei prossimi giorni andremo avanti a confrontarci: non si tratta infatti di selezionare una sola proposta, ma di capire come integrarle e gestirle all’interno di un progetto articolato che risponde alle molte esigenze emerse e trasformi questo spazio (l’edificio e la piazza) in un punto vitale, in cui gli abitanti sono protagonisti. Giovedì 13 parleremo di tutto questo anche con Marianella Sclavi, sociologa, esperta di progettazione partecipata e fondatrice di Ascolto Attivo, e racconteremo alcune esperienze analoghe che possono essere punti di riferimento per partire."
Nel consigliare la lettura del documento noto con un certo interesse che gli elaborati sembrano comprendere sia lo spazio vuoto lasciato dalle demolizioni dei fabbricati ex-forno comunale che il Palazzo ex-Liceo di Piazza Matteotti.
Il prossimo incontro è programmato per giovedì 13 settembre alle ore 19 al Palazzo ex-Liceo.
La scheda di comparto di riferimento dell'area nei Nuovi Strumenti Urbanistici Comunali è la N° 97. Non dice molto ma è bene tenerla presente.
Il prossimo incontro è programmato per giovedì 13 settembre alle ore 19 al Palazzo ex-Liceo.
La scheda di comparto di riferimento dell'area nei Nuovi Strumenti Urbanistici Comunali è la N° 97. Non dice molto ma è bene tenerla presente.
Per me, sarebbe da abbattere, per costruirci sopra qualche cosa di più moderno e dall’aspetto più gradevole. È un edificio vecchio, grigio, triste, massiccio, non capisco a quale stile architettonico possa essere ascritto, tanto mi risulta tetro e sgradevole.
RispondiEliminaQualcosa che faccia pendant con le torri dei nuovi terragli ?
RispondiEliminaSperiamo di no.
Sarebbe bello poter aumentare lo spazio verde ormai insufficiente di piazza Matteotti.
Spero che non venga abbattuto l'ex Littorio, l'ex Casa del Popolo, l'ex Liceo. In nome di che cosa, poi, non capisco. Non è neppure fatiscente.L'area dell'ex Forno Comunale, va rivitalizzata, ma senza costruire mura di cinta o quant'altro. Deve (a mio avviso) restare uno spazio all'aperto. Le opportunità di riempirlo, volta per volta, non mancheranno, l'importante è rimanere con i piedi per terra.
RispondiEliminaAnonimo, ti pare forse che io possa auspicare, al posto del palazzone grigio, un altro obbrobrio modello Terragli? Per te, non esistono altre opzioni molto più gradevoli e funzionali?
RispondiEliminaClary, va bene che per te sia accettabile tutto quanto cresce sul suolo barghigiano, ma non dirmi che sia esteticamente piacevole quel tetro parallelepipedo, greve e pesante.
Biffo, non è vero che, per me, "tutto... sia accettabile etc". Sono contraria a tante cose, sorte di recente sul mio patrio suol, ma, più di tutto, temo che ne possano nascere altre e peggiori. Abbattendo fabbricati, questo può succedere. Ristrutturando e sanificando, invece no. Il "parallelepipedo", potrebbe offrire molte possibilità.
RispondiEliminano,certamente nessuno auspica nuovi terragli ma il pericolo c'è,purtroppo, considerando i tempi.
RispondiEliminaio accennavo ad incremento di spazio verde .....
Tra uso e disuso c'è sempre di mezzo il fare. Ben venga l'entusiasmo della progettazione, dell'iniziativa, del fare insieme ( bello fin che dura!) , ma c'è anche un prima e un dopo...Se non si tiene presente la realtà sociale in cui si opera, in quale contesto si inseriscono i progetti, a lungo andare si capisce di aver sognato invano e gli ultimi sogni di Fidenza sono talmente evidenti nella loro vanità che non si possono nascondere sotto alcun tappeto.
RispondiEliminaVorrei porre solo alcune domande: sono necessari altri luoghi di aggregazione? chi se ne prenderebbe cura? mancano forse sedi per la cultura? c'è il rischio di lasciarsi influenzare da proposte idilliache di un'oasi di verde, di un paradiso in cui leggere e ristorarsi?
Guardiamoci intorno e misuriamo le reali esigenze della popolazione fidentina, il livello di educazione civica, il grado di reale aggregazione dei giovani, degli adulti fra loro, siamo veramente comunità?
I progetti non sono giocattoli, una volta realizzati avranno un dopo...
Colloquio volentieri con la Signora Guidorzi, che ho già invitato ai nostri incontri e che spero sempre possa raggiungerci nelle prossime puntate.
RispondiEliminaIntanto una questione generale: condivido il suo stile del porsi delle domande, invece di improvvisare risposte come è uso fare sui social.
"se non si tiene presente la realtà sociale...": avere coinvolto sin qui in 8 incontri e interviste personali circa 100 persone e 210 presenze, punta proprio a far emergere il senso di comunità e l'intelligenza collettiva, per facilitare il dialogo tra i cittadini e tra loro, l'Amministrazione e i tecnici. Credo che i progetti che possono scaturire da questi percorsi siano molto più ricchi e radicati.
"sono necessari altri luoghi di aggregazione?": non dipende da astrusi calcoli da tecnocrati, ma dalla capacità della comunità di crescere e di produrre dal basso energie che necessitano di luoghi. Secondo i cittadini che hanno sin qui preso parte agli incontri, la risposta è sì.
"chi se ne prenderebbe cura?": qui casca il famoso quadrupede che tutti amiamo. La gestione dei luoghi, che siano dedicati a funzioni temporanee o continuative, fa la differenza. Per questo occorre coinvolgere e chiedere manifestazioni di interesse e poi impegni formali sulle parti dell'intervento che potrebbero essere dedicate ai privati.
"Mancano forse sedi per la cultura?": no, non mancano. A meno che la cultura sia intesa in senso lato, non come mostre, spettacoli teatrali, concerti. Ma come la sostanza stessa del vivere insieme, che tocca trasversalmente tutti i settori dell'urbanità.
"c'è il rischio di lasciarsi influenzare da proposte idilliache di un'oasi di verde....": chi è che si fa influenzare? chi è il soggetto agente? Qui mi permetto di fare io una domanda aperta, che introduce il concetto di democrazia partecipativa e deliberativa sul quale si sta lavorando a Fidenza nel nostro piccolo da parte di questa Amministrazione e in generale nel mondo, per provare a medicare e curare la democrazia rappresentativa.
"Guardiamoci intorno e misuriamo le reali esigenze...": è quello che stiamo provando a fare, con metodi che credo rivoluzionari (sempre nel loro piccolo, per carità), al Laboratorio Civico delle Idee. Misurazioni nuove, qualitative, dal basso e non calate dall'alto, trasparenti.
Quello che abbiamo fatto al Quartiere Europa, che per qualcuno è una cosa insignificante, e per me fa tutta la differenza del mondo.
"Siamo veramente Comunità?": la risposta è si e no. Il gradiente di senso civico e capitale sociale era molto alto da noi in Emilia sino a qualche decennio fa, come spiego nell'introduzione al libro che raccoglie il nostro lavoro di sabato al laboratorio e che ho anche riportato in questo blog. Marianella Sclavi, persona eccellente che era con noi l'altra sera, ha scritto un libro formidabile che si intitola "Arte di ascoltare e mondi possibili", dove insegna come uscire dalle "cornici" di cui siamo parte per innovare il nostro modo di ragionare e ricostruire la comunità. Cosa molto faticosa, ma indispensabile.
"I progetti non sono giocattoli...": proprio per questo bisogna giocare insieme per costruirli.
Buona domenica