Anche Il Museo del Duomo di Fidenza aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio 2018 il cui tema, promosso dal Ministero Beni Culturali, è "L'Arte di condividere": nell'ottica di costruire legami più stretti e significativi fra i luoghi della cultura e i territori, le comunità, le genti che essi rappresentano.
Per l'occasione, sabato 22 settembre alle 16:30, il Museo organizza una visita tematica in esterni alla Cattedrale di Fidenza, capolavoro romanico-gotico innalzato lungo la Via Francigena tra il XI ed il XIII secolo e dedicato a San Donnino.
In sintesi:
- Appuntamento poco prima delle 16,30 presso il Museo.
- La visita guidata “Passeggiata attorno alla Cattedrale” è gratuita.
- Prenotazione consigliata: presso IAT R Casa Cremonini Fidenza, tel. 0524 83377, email: iat.fidenza@terrediverdi.it
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio
#GEP2018 promosse dal Ministero Beni Culturali, il Museo del Duomo organizza
una visita tematica in esterni alla Cattedrale di Fidenza. capolavoro
romanico-gotico innalzato lungo la Via Francigena tra il XI ed il XIII secolo e
dedicato a San Donnino.
Barbara Zilocchi, architetto, introdurrà le complesse vicende architettoniche della chiesa, la prima della città, edificata dall’architetto e scultore Benedetto Antelami su una precedente, sorta nel luogo del martirio del santo presso il torrente Stirone.
Alessandra Mordacci, direttrice del Museo del Duomo, illustrerà le scultore che impreziosiscono la facciata e l’abside con un ricco apparato iconografico: dalle Storie di San Donnino, ai temi biblici e di pellegrinaggio, alle raffigurazioni di personaggi storici, degli animali reali e fantastici del bestiario medievale, alle allegorie dei Mesi.
Barbara Zilocchi, architetto, introdurrà le complesse vicende architettoniche della chiesa, la prima della città, edificata dall’architetto e scultore Benedetto Antelami su una precedente, sorta nel luogo del martirio del santo presso il torrente Stirone.
Alessandra Mordacci, direttrice del Museo del Duomo, illustrerà le scultore che impreziosiscono la facciata e l’abside con un ricco apparato iconografico: dalle Storie di San Donnino, ai temi biblici e di pellegrinaggio, alle raffigurazioni di personaggi storici, degli animali reali e fantastici del bestiario medievale, alle allegorie dei Mesi.
La
facciata della chiesa di Borgo San Donnino (così era chiamata Fidenza
all’epoca) è straordinaria per il valore artistico e il messaggio cristiano, ma
anche per una particolarità che la rende unica: il legame con la storia della
cittadina, con il suo martire, con la sua configurazione territoriale, elementi
che intendono ribadire fieramente la propria identità e soprattutto l’autonomia
da Parma.
I temi presenti
sulla facciata sono molteplici: il primo è il messaggio evangelico, con la raffigurazione
di Cristo in trono alla sommità del portale centrale; alla sua destra sono i
patriarchi e alla sinistra gli apostoli. È l’Antico Testamento che prefigura il
Nuovo con le splendide sculture di re David e del profeta Ezechiele, ritenute opera
dello stesso Benedetto Antelami, e con le immagini di Daniele, Abramo, Giobbe, Elia
ed Eliseo, cariche di significati simbolico-religiosi.
Vi sono poi i segni che
rimandano a un duplice pellegrinaggio: quello alla tomba del santo martire, di
cui undici formelle narrano la storia (l’attività di alto funzionario alla
corte dell’imperatore Massimiano, l'allontanamento, l’inseguimento, la
decapitazione) e i miracoli; quello lungo la via Francigena, di cui Fidenza era
tappa fondamentale.
Una via percorsa da imperatori, papi e vescovi, monaci e
preti, eserciti, soldati, cavalieri, mercanti, ma soprattutto pellegrini
diretti a Roma. Ad essi l’apostolo Simone indica la via e numerose sono le immagini
di pellegrini in cammino, ricchi e poveri.
Sulla facciata compaiono anche vari riferimenti
storici, immagini di una storia locale che è storia di identità e di
appartenenza: nei rilievi di Carlo Magno, del papa Adriano che concede mitria e
pastorale all’arciprete della chiesa di Borgo, di Giovanni Pallavicino, dell’umile
Raimondino Palmerio.
Un grande “libro di pietra”, la facciata, ricca, così come
l’abside. di storia, di arte e di fede: un patrimonio da condividere.
DALLA CIRCOLARE MINISTERIALE:
Ogni anno il Ministero per i beni e le attività culturali aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), manifestazione promossa dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee. Si tratta di un’occasione di straordinaria importanza per riaffermare il ruolo centrale della cultura nelle dinamiche della società italiana.
All’iniziativa, com’è ormai tradizione, aderiscono anche moltissimi luoghi della cultura non statali tra musei civici, comuni, gallerie, fondazioni e associazioni private, costruendo un’offerta culturale estremamente variegata, con un calendario che spesso arriva a sfiorare i mille eventi.
Uno straordinario racconto corale che rende bene l’idea della ricchezza e della dimensione “diffusa” del Patrimonio culturale nazionale: da quello più noto dei grandi musei alle meno conosciute eccellenze che quasi ogni paese può vantare e deve valorizzare.
Per queste ragioni il MiBAC ha sempre colto occasioni come quella delle GEP per promuovere la progettualità elaborata dai singoli Istituti e continuare a rafforzarne lo stretto legame con i rispettivi territori e con le loro identità culturali. Inoltre, ogni anno viene proposto un tema conduttore, che nel 2018 è “The Art of Sharing”, in italiano tradotto “L’Arte di condividere”.
Il tema “L’Arte di condividere” riprende e sviluppa quello dei “Musei iperconnessi” promosso da ICOM e adottato da questo Ministero per la Festa dei Musei del 19 e 20 maggio 2018, nell’ottica di costruire e creare vincoli sempre più stretti e significativi fra i luoghi della cultura e i loro territori, le comunità, le genti che essi rappresentano; in questo caso, però, lo sguardo, partendo dal territorio, si rivolge verso l’Europa con una riflessione che si propone di essere ampia ed inclusiva e che può indagare, fra l’altro, sulle tracce del passato comune, sulle tradizioni condivise, su scambi e contaminazioni, su antiche strade, cammini, rotte terrestri e marittime, su storie di personalità o comunità che in passato hanno abitato i luoghi, su racconti e visioni di chi il territorio lo vede da fuori o con occhi diversi.
Ecco allora che l’Arte diventa Arte di condividere: condivisione delle conoscenze sul patrimonio culturale nelle sue componenti storiche, artistiche, archeologiche, antropologiche presenti nei luoghi della cultura; delle sue espressioni materiali e immateriali; del territorio di cui è espressione; dei saperi e delle esperienze di cui sono depositarie le comunità.
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