Ironia, umorismo e sarcasmo
A proposito di sarcasmo, umorismo ed ironia, non solo nella aule del Parlamento, ma soprattutto nel corso dei vari talk shows, tra i nostri politici caciaroni abbonda il sarcasmo, e manca, invece una sana ironia. I tempi del fine umorismo di Andreotti, sono finiti. Ma sapevano esprimere ironia, umorismo o sarcasmo anche Cossiga, Craxi, persino l'acido Scalfaro, il cinico Togliatti.
Il sarcasmo è aggressivo, vuole ferire, è privo di compassione e di simpatia, vuole ridere di e non ridere con. Chi è sarcastico sente il bisogno di colpire, chiuso in un tetro guscio di aristocratico spregio per il prossimo o di ignoranza da dissimulare, ad ogni costo. I sarcastici sono rancorosi, biliosi e fegatosi, vogliono offendere ed umiliare, per rimarcare la propria supposta superiorità intellettuale e la presunta meschinità etica e culturale del prossimo, e segnare un confine preciso fra loro e gli altri.
In una discussione, chi non ha più argomenti validi, usa l'arma del sarcasmo, sintomo di scarsa apertura mentale ed intima volgarità. Vedi Salvini, Meloni o DiMaio e il fine critico d'arte Sgarbi, nomen omen..
C'è poi gente che non riconosce mai una battuta di spirito; come diceva Alberto Sordi, chi non ride mai non è una persona seria, masolo insopportabilmente seriosa, scostante ed altezzosa.
Quando si fa dell’ironia, si vuole suscitare una risata, pur esprimendo una critica; ma, per certuni, capire o esprimere una battuta ironica comporta una fatica improba.
La mancanza di senso dell'umorismo è sintomo di scarse vedute mentali.
Chi non ha il senso dell’humor, è una persona rigida, repressa, arrogante. L’umorismo, infatti, è alla base di una mente sana e di un buon equilibrio psico-emotivo.
Franco Bifani
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