Cerca nel blog e nelle pagine collegate

martedì 7 aprile 2020

Passeggiata virtuale alla scoperta del "misterioso" reperto borghigiano


Proseguendo le passeggiate virtuali andiamo ora a indagare un'altro luogo  che ha spesso suscitato la curiosità dei fidentini. 

Chi, per necessità o diletto, era abituato a percorrere il breve tratto tra lo slargo adiacente all'abside del duomo e piazza Gioberti poteva scegliere, terminata via Affanni, la vecchia via Cutteri che da un lato affianca l'attuale ristorante San Giorgio. Dopo una decina di metri dall'imbocco di via Cutteri avrà senz'altro notato un reperto sul lato destro: un blocco massiccio di cemento che da l'idea di essere antico mostrando evidenti cicatrici.
Queste foto dicono molto di più e più celermente di quanto una accurata descrizione potrebbe permettere.


Non è stato facile avere la certezza che il reperto vada messo in relazione al complesso del vecchio seminario di cui costituiva il punto estremo sud-est. In quel punto il seminario confinava con l'area dell'antico convento San Bernardo. Ci siamo recentemente occupati di questo convento nell'articolo "Un momento borghigiano: belle e sorridenti nell'abito buono!"

Devo al compianto Aldo Magnani l'indicazione:
"trattasi del protiro dell'ingresso posteriore del seminario utilizzato dalle suore che accudivano alla cucina del seminario stesso".
 Le suore di cui parla Aldo erano le RR Piccole Figlie di S. Giuseppe di cui parleremo più diffusamente in altra occasione.


Vecchio seminario e ex convento complessivamente formavano un'area abbastanza vasta che nel tempo ha vissuto le normali tribolazioni delle altre aree urbane; questo almeno sino al 13 maggio 1944 quando un accanito bombardamento aereo ha sconvolto tutto ed azzerato molto. 

Del vecchio seminario qualcosa abbiamo già detto nell'articolo "Tre secoli di fianco al Duomo: il vecchio Seminario Vescovile", ma val la pena ricordare che fu costruito alla fine del XVII secolo e completato nel 1709, ampliamenti si sono poi succeduti nel tempo. L'ultimo ampliamento, avvenuto negli anni trenta dello scorso secolo, ha visto lo sviluppo del seminario in via Cutteri con l'aggiunta di una chiesa ed un fabbricato invadendo l'area dell'ex convento San Bernardo che la Diocesi aveva acquistato dalla famiglia Bormioli. Ricordiamo che i Bormioli avevano acquisito quest'area nel 1807 per convertirla in vetreria.  

La Tavola A, che utilizza una mappa assai antica, individua la posizione del reperto e la sua connessione col "Vecchio Seminario".


Più facile la localizzazione nella tavola seguente che indica la posizione del reperto nella cartografia urbana attuale. Per facilitarne la lettura abbiamo tracciato i contorni della zona occupata originariamente dal vecchio Seminario e del Convento San Bernardo. 

Valutando i dati disponibili si può quindi ragionevolmente concludere che il manufatto ritenuto "misterioso" sia riferibile al secolo XVIII e che costituisca l’unica testimonianza rimasta di quello che per circa tre secoli è stato il Seminario Vescovile della Diocesi di Fidenza, in questa foto ne ammiriamo la facciata. 

Colpisce l'orologio che per cent'anni e più ha sempre segnato le 12 ed un quarto, la cosa faceva parte del folklore borghigiano e aveva dato luogo a interpretazioni in chiave anticlericale da parte dei soliti mangiapreti.
Relativamente ai lavori d'ampliamento del seminario negli anni 1935-37 nulla è rimasto, anche questo è un caso pochissimo noto, ma è parte importante della nostra storia, civile e religiosa, del XX secolo. Varrà la pena raccontarla, ma lo faremo in occasione di un un'altra passeggiata che sarà assolutamente virtuale, se "necessità" ancora lo imponesse.  
  

2 commenti:

  1. Finalmente una risposta, grazie Ambrogio! Era da tempo che ero curiosa di sapere che valore avesse quel rudere, tra l'altro in una posizione strana e mai rimosso, come se fosse "un segnale".

    RispondiElimina
  2. In questo periodo di domicilio coatto fa piacere uscire per fare queste belle passeggiate virtuali, che ci fanno sentire ancora più borghigiani e vicini ai nostri antenati. Aspettiamo la prossima

    RispondiElimina