lunedì 15 marzo 2021

Got a revolution!

Got a revolution!

In fatto di rivoluzioni, per  indolenza ed avversione congenite ed inveterate, gli italiani conoscono solo quelle dei pianeti, a malapena, una volta cessata la persecuzione dell'Inquisizione. 

Per farne una, sono necessari antenati ed antecedenti propensi e di qualità; Togliatti disse, infatti, che ogni Stato ha i rivoluzionari che si merita, lui che non è mai stato un ribelle. Ci riescono meglio le reazioni e le involuzioni.  “Gl’Italiani hanno voluto far un’Italia nuova, e loro rimanere gl’Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina”- M. D'Azeglio.

I veri rivoluzionari devono essere persone lungimiranti e responsabili, non solo agitatori e arruffapopolo parolai: siamo ancora un volgo disperso che nome non ha. E poi, le rivoluzioni le fanno gli inferiori per diventare superiori e opprimere i nuovi inferiori. Anche quelle più famose, sono state  solo la breve festa degli oppressi e degli sfruttati, vedi quella francese e quella russa: dopo un un inizio sanguinario, i rivoluzionari si sono ritrovati sotto nuovi padroni, peggiori di quelli precedenti. Noi italiani ariamo il mare, da millenni. Tutte le rivoluzioni durano il breve periodo della generazione che le ha combattute. Poi, tutto rientra e si adagia in una morta gora reazionaria.

Il Risorgimento è stato quello di quattro poveri illusi di trovare appoggio in un popolo ignaro ed ignavo. L'impresa dei Mille fu sostenuta da poveracci fiduciosi in Calibbardo (il popolo chiamava così Garibaldi storpiandolo in Calibbardo), con promesse non mantenute di miglioramenti sociali ed economici. Vedi il famoso, cinico giudizio ne Il Gattopardo. 

Anche ora, in terza fase di pandemia perversa e letale, dopo un anno di migliaia di morti e contagiati, con la necessità di vaccinazioni celeri a tappeto, galleggiamo in una situazione vaga, incerta e confusa. 

Got a revolution, got to revolution!, cantavano i Jefferson Airplane, già cinquant'anni fa; ma in California, non in Italia.

Franco Bifani

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