"Il brand della Tour Eiffel", ovvero l’immagine del monumento spendibile sia come richiamo turistico che come traino per un’eventuale campagna promozionale, sfiora i 440 miliardi di euro.
Mentre quello del Colosseo vale cinque volte meno, superando di poco i 90 miliardi. La Sagrada Familia di Barcellona raggiunge anch'essa i 90 miliardi, contro gli 82 del Duomo di Milano, metropoli il cui marchio si attesta su un valore complessivo di 'appena' 270 miliardi."
Così inizia l'articolo Cultura, il patrimonio che l’Italia non sfrutta. E la «cassa» piange che il quotidiano avvenire dedica appunto ad uno dei punti deboli del nostro paese: la valorizzazione del patrimoni artistico e culturale che abbiamo ricevuto in eredità dalle passate generazioni. Probabilmente non sappiamo valorizzarlo perché non sappiamo nemmeno apprezzarlo, e qui il discorso ci tocca ancora una volta da vicino.
Ne consiglio la lettura agli "addetti" e ai diversamente interessati, in calce riportiamo l'intervento di Germano Meletti pubblicato oggi dalla Gazzetta.
La lodevole iniziativa della Diocesi “La Cattedrale cuore della città – oltre la crisi” ha raccolto un numero miserevole di pubblico alla prima conferenza: ad esempio mancavano, se si esclude Aldo Magnani, i locali cultori dell'arte e dei monumenti. In compenso all'ingresso veniva consegnata una busta in cui eventualmente mettere un obolo a sostegno delle necessità della cattedrale.
Ma non è questo il problema, la questua di per se copre solo l'incapacità di "pensare" a cosa vogliamo fare del nostro "incomparabile", "unico" eccetera eccetera .. monumento, o meglio "cattedrale".
Inviato da: Germano MelettiEgregio Direttore, è con la presente che vorrei inserirmi nella polemica tra commercianti ed organizazzione della recente Notte Bianca, dove da una parte si pensa di aver favorito tutte le attività dell'area interessata e dall'altra ci si sente discriminati, questo nella totalità di esercizi commerciali, bar e pochi altri esclusi. Credo che in ogni caso questi siano solo palliativi atti a surrogare per il breve volgere di poche ore quella che è la crisi nera di tutte le attività commerciali, non solo fidentine. E' da tempo che vado ripetendo in varie sedi, di cui la Gazzetta è sicuramente la principale, che se non si guarda al turismo come fonte di reddito siamo destinati a continuare ad arrabattarci in surrogati momentanei che non portano da nessuna parte, il tutto dimostrabile osservando la miriade di cartelli "vendesi" o "affittasi" apposti su locali ad uso commerciale in tutte le vie fidentine, principali e secondarie. A nulla servono i supposti 2 milioni di visitatori annui del Fidenza Village se questi fanno una visita in stile "mordi e fuggi", anche con eventuali acquisti, non toccando minimamente quello che è il centro e le attività connesse. Oggi il turismo di Fidenza può essere sintetizzato nei soli circa 20 mila visitatori annui del duomo, anch'essi forzatamente "mordi e fuggi", ma un'attenta analisi territoriale potrebbe portare a risultati ben più consistenti. Castione Marchesi, principale frazione fidentina, è indiscutibilmente la capitale della Civiltà Terramaricola, risalente ad oltre 4 mila anni fa. Qui il Pigorini iniziò gli studi su quella civiltà, fino ad allora semisconosciuta, nel 1861; possibile che tra tutti i centicinquantenari del 2011 non si sia trovato posto per questo, decisamente importante per il territorio? A Castione Marchesi c'è inoltre una bellissima chiesa in puro stile romanico, con importantisimi reperti all'interno del complesso ad essa collegato. Ci sono poi altre costruzioni ad altissimo interesse storico, insomma ci sono tutte le carte in regola per creare, magari supportando il tutto con una realizzazione fedele all'originale di alcune palafitte prendendo spunto dall'antico villaggio, un itinerario storico-turistico-culturale-didattico. Vorrei continuare nella descrizione di iniziative collegate (e potrebbero essere tante ed altamente interessanti), ma per il momento mi fermo qui, magari riservandomi di integrare il tutto in futuro. Voglio solo soffermarmi sul fatto che analoghe iniziative turistiche, ma ben meno valenti storicamente ed artisticamente di quella da me ipotizzata a Castione Marchesi, attirano 300 mila visitatori l'anno. Creando un "pacchetto Fidenza", dove il ruolo principale sarebbe indiscutibilmente rivestito da Castione Marchesi, non porterebbe beneficio anche al capoluogo incrementando largamente i 20 mila visitatori annui della Cattedrale? E non ne trarrebbe beneficio tutta l'economia, fatta sopratutto da eccellenze alimentari, della zona trattenendo i turisti per alcune ore almeno? Non buttiamo un capitale simile, sia culturale che economico, rischiamo di fare come coloro che vivono su un mare di petrolio ma lo lasciano là, senza creare nessuna attività estrattiva.
Carissimo Ambrogio grazie infinite per aver dato risalto alla mia lettera oggi pubblicata dalla Gazzetta di Parma. Grazie infinite anche perchè la pubblicazione sul tuo sito non è stata da me richiesta, anche perchè non ho la possibilità di contattarti telefonicamente. Grazie infinite anche perchè, mettendola così in evidenza, è chiaro che ho colpito nel segno, cosa che tento di fare da tempo, ma mi sto scontrando con tantissimi "mulini a vento" o con persone od entità sordi come pietre e muti come i pesci; non è così che si può aggiustare l'Italia. L'italia non sarà aggiustata solo da Castione Marchesi, ma quante sono in Italia i Castione Marchesi? Grazie ancora e saluti a tutti
RispondiEliminaCome primo contatto suggerisco di utilizzare la mail ambrogioponzi@gmail.com.
EliminaSono solidale con Meletti in molti punti da lui sottolineati. Mentre ho qualche riserva sul fatto di invitare la cittadinanza ad una conferenza sulla nostra Cattedrale e porgere ad ogni intervenuto una busta entro cui versare del denaro. Con i tempi che corrono?
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