La conchiglia è il simbolo dei pellegrini, lo troviamo inserito nello stemma del nostro Vescovo Carlo Mazza in quanto "la conchiglia, è anche un richiamo all'importanza di Fidenza come tappa verso Roma di coloro che percorrevano la Via Francigena. Mons. Vescovo ha scritto diversi contributi sul pellegrinaggio come cammino spirituale".
E' forse pensando alla centralità del nostro e suo Duomo nel percorso della Via Romea che è sviluppato il tema del pellegrinaggio in una relazione che ha tenuto a Ravenna nella basilica di San Vitale in occasione dell'incontro organizzato dall'Opera Pellegrinaggi, un progetto che riunisce sette diocesi della Romagna i cui obiettivi sono indicati nel comunicato riportato in calce.
Immediatamente sotto al breve filmato ho trascritto il testo della relazione che in qualche modo tocca anche noi, il tema della "mobilità religiosa" non è forse scolpita sulla facciata del nostro Duomo? Ripercorrere la storia di San Donnino non è un percorrere le strade d'Europa?
E' forse pensando alla centralità del nostro e suo Duomo nel percorso della Via Romea che è sviluppato il tema del pellegrinaggio in una relazione che ha tenuto a Ravenna nella basilica di San Vitale in occasione dell'incontro organizzato dall'Opera Pellegrinaggi, un progetto che riunisce sette diocesi della Romagna i cui obiettivi sono indicati nel comunicato riportato in calce.
Immediatamente sotto al breve filmato ho trascritto il testo della relazione che in qualche modo tocca anche noi, il tema della "mobilità religiosa" non è forse scolpita sulla facciata del nostro Duomo? Ripercorrere la storia di San Donnino non è un percorrere le strade d'Europa?
Ravenna, 23 settembre 2013
Basilica di San Vitale
Inaugurazione dell’“Opera Pellegrinaggi della Romagna”
Premessa
L’occasione per la quale siamo qui convocati è propizia per condividere alcune considerazioni di merito che bene si addicono a questa “inaugurazione”. Essa ci invita a prendere coscienza del tempo particolare che ci è dato di vivere.
E’ tempo prezioso e fortemente caratterizzato dalle “res novae” che il divenire storico-sociale-culturale pone di fronte a noi e si riflette in noi causando conseguenze di diversa natura. Esse appaiono infatti ricche di suggestioni, di criticità e di prospettive, idonee a modificare visioni del mondo, stili di vita, comportamenti.
A ben vedere l’emergenza del “cambiamento” implica di per sé una poderosa spinta di “movimento”, come altresì istanze che richiedono interpretazione e giudizio. Anzi proprio il movimento – la cosiddetta “mobilità” – si evidenzia come la cifra dell’uomo contemporaneo. Ne consegue una nuova morfologia antropologica e sociale che interpella la nostra intelligenza e la nostra coscienza.
Fin dagli anni ’50 del secolo scorso, la Chiesa non s’è mostrata estranea, anzi ha percepito la particolare valenza pastorale e culturale connessa alla mobilità. Se ne trova traccia nel documento conciliare Gaudium et Spes. Ma è soprattutto il magistero pontificio dei decenni successivi che se ne fa carico, prospettando una linea di lettura pastorale dei fenomeni del turismo, del turismo religioso e dei pellegrinaggi.
Dall'insegnamento magisteriale si rileva come la mobilità sia un “segno dei tempi” (cfr. documento Peregrinans in terra, 1969 e altri), un fattore di elevazione spirituale, un’opportunità di pace e di relazioni tra i popoli, una modalità di integrazione e di sviluppo economico, un facilitatore della comunicazione tra le culture.
Dunque per la Chiesa la mobilità risponde ad una novità con cui fare i conti e per la quale esprimere una valutazione positiva, non sottraendosi tuttavia a mettere in guardia riguardo ad eventuali situazioni negative o quanto meno rischiose rispetto ai valori essenziali della persona, delle comunità residenti, dei diritti umani, della giustizia e della pace.
Paolo VI ha istituito un apposito organismo per seguire la mobilità nelle sue differenziate modulazioni, il Pontificio Consiglio per la pastorale dei Migranti e Itineranti (1970).
La CEI da parte sua ha operato di conseguenza creando, in parallelo con la Santa Sede, un Ufficio Nazionale (1988) competente in materia, abilitato a rapportasi con le Diocesi, con le istituzioni dello Stato, con gli organismi di categoria, con le associazioni ecclesiali e le agenzie cattoliche preposte alla promozione dei viaggi, delle vacanze, dei pellegrinaggi.
Il ruolo e le funzioni dell’Ufficio Nazionale riguardano soprattutto i profili di coordinamento, di incentivazione, di produzione di pensiero pastorale e culturale attraverso proposte e iniziative di varia natura e di vario genere.
Pastorale del Turismo
Il compito essenziale e irrinunciabile della Chiesa si riferisce all’evangelizzazione. Non ha altro di mira se non attuare il mandato del Signore: “Andate, battezzate, fate discepoli le genti” (Mt 28, 19) e coerentemente la sua attività primaria consiste nell’annuncio del vangelo di salvezza, nella carità solidale, e nella speranza dell’avvento del Regno.
Ora la concreta storicizzazione del mandato avviene secondo un discernimento che valuta le situazioni, le circostanze, le culture che di volta in volta si presentano. Oggi la categoria emergente che guida l’impegno apostolico della Chiesa è quella dei “segni dei tempi”, carichi di prospettiva e di profezia. Essi interpellano la Chiesa e la Chiesa cerca di corrispondervi con delle risposte che siano sapienti e indicative del messaggio evangelico.
Nello specifico del turismo, la Chiesa anzitutto dispone una “pastorale” in grado di offrire una significativa proposta di salvezza, formulando iniziative e studiando mezzi e strumenti adatti alla “nuova” condizione di vita. Senza porsi in alternativa ai soggetti commerciali e professionali che operano nel settore turistico, la Chiesa adotta una sua specifica modalità di presenza per dare un’anima al turismo stesso, rimediando ad una sua deriva etica.
Turismo religioso e pellegrinaggi
Fidenza - Torre del Duomo, particolare |
Nella fattispecie del turismo religioso e del pellegrinaggio, la Chiesa opera in modo diretto rispetto ad altre Agenzie turistiche per la natura, le modalità, gli scopi di questo particolare “viaggiare sacro” che riguarda la stessa forma della fede. Esso è inerente all'esperienza primordiale del cristiano, alla formazione di una spiritualità penitenziale ed itinerante, alla coltivazione della vita interiore.
Qui emerge il ruolo dei Santuari scelti come meta dello stesso viaggio e considerati come luoghi di gravitazione della pietà popolare. Lungi dall'essere riservati solo ai fedeli, i Santuari figurano come vere “statio” per i cercatori di Dio, per tutti coloro che ambiscono dedicare tempo al silenzio e alla preghiera.
In tale prospettiva va operata la distinzione tra i pellegrinaggi tradizionali o nelle forme innovative odierne, e il cosiddetto “turismo religioso”. Pur essendo diversamente motivati, entrambi rappresentano una peculiare identità e una propria finalità che consentono una fruizione del tutto appropriata, dignitosa e feconda di bene spirituale.
L’Opera Pellegrinaggi della Romagna
L’iniziativa delle 7 Diocesi della Romagna si presenta lodevole nell’intenzione, generosa nella disponibilità, coraggiosa nella finalità. Essa risponde ad esigenze di comunione, di competenze, di professionalità, di messa in rete, che oggi si richiedono per superare il cosiddetto “fai da te” e un certo spontaneismo organizzativo.
Mi permetto di segnalare che il particolare “progetto” di azione che l’Opera si è data, apre ad una operosa fattiva collaborazione con gli Enti pubblici e privati favorendo programmi integrativi in ordine alla cultura locale, ai Beni culturali, al territorio e al paesaggio. E’ dunque un progetto di prospettiva che guarda al futuro e che attiva i diversi soggetti ad interagire con intelligenza e passione.
Auguro ai promotori grandi soddisfazioni e un “buon cammino”.
+ Carlo Mazza
Vescovo di Fidenza
Il progetto Opera Pellegrinaggi
Le sette diocesi della Romagna (Rimini, San Marino-Montefeltro, Forlì-Bertinoro, Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Imola, Ravenna-Cervia) hanno dato vita al progetto Opera Pellegrinaggi. Il via questa sera nella basilica di san Vitale a Ravenna con Illuminaci, i primo di una serie di appuntamenti alla scoperta delle chiese monumentali della Romagna e del Montefeltro.
Promuovere il patrimonio artistico e culturale del territorio in una prospettiva cristiana, è l'intento del progetto OPeRo (Opera pellegrinaggi della Romagna). La Ravenna cristiana, il cammino di san Vicinio, la Romagna di Francesco o le pievi della Valmarecchia, una serie di proposte per conoscere i segni e le testimonianze della spiritualità. Non un'agenzia di viaggi ma uno strumento di evangelizzazione attraverso il viaggio e il turismo.
Diversi gli obiettivi, tra questi sicuramente realizzare un supporto tecnico per la programmazione e la gestione di una pastorale d'insieme riguardo la catechesi dei pellegrinaggi e favorire la collaborazione tra gli operatori. L'intento è anche quello di essere porta aperta verso le altre comunità cristiane con pellegrinaggi in Terra Santa a novembre, a Londra per l'unità dei cristiani a gennaio o in Francia in primavera. Importante l'apporto della diocesi riminese attraverso il biennio di specializzazione di arte sacra e turismo religioso dell'ISSR Marvelli e dell'agenzia Ariminum capofila dell'iniziati
Il progetto Opera Pellegrinaggi
Le sette diocesi della Romagna (Rimini, San Marino-Montefeltro, Forlì-Bertinoro, Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Imola, Ravenna-Cervia) hanno dato vita al progetto Opera Pellegrinaggi. Il via questa sera nella basilica di san Vitale a Ravenna con Illuminaci, i primo di una serie di appuntamenti alla scoperta delle chiese monumentali della Romagna e del Montefeltro.
Promuovere il patrimonio artistico e culturale del territorio in una prospettiva cristiana, è l'intento del progetto OPeRo (Opera pellegrinaggi della Romagna). La Ravenna cristiana, il cammino di san Vicinio, la Romagna di Francesco o le pievi della Valmarecchia, una serie di proposte per conoscere i segni e le testimonianze della spiritualità. Non un'agenzia di viaggi ma uno strumento di evangelizzazione attraverso il viaggio e il turismo.
Diversi gli obiettivi, tra questi sicuramente realizzare un supporto tecnico per la programmazione e la gestione di una pastorale d'insieme riguardo la catechesi dei pellegrinaggi e favorire la collaborazione tra gli operatori. L'intento è anche quello di essere porta aperta verso le altre comunità cristiane con pellegrinaggi in Terra Santa a novembre, a Londra per l'unità dei cristiani a gennaio o in Francia in primavera. Importante l'apporto della diocesi riminese attraverso il biennio di specializzazione di arte sacra e turismo religioso dell'ISSR Marvelli e dell'agenzia Ariminum capofila dell'iniziati
Ahiahaiahiai, però; la conchiglia è anche il simbolo della Shell. Presso quale distributore di carburante si serve Mons. Mazza? Scherzi a parte, io sono qui, ancora una volta, a chiedermi che significato, intimo ed esteriore, abbiano mai, al giorno d'oggi, queste scarpinate chilmetriche sulla Via Romea o Francigena, in compagnia o in solitaria. Ora et labora, ripeteva San Bendetto. Intanto, chi compie questi pellegrinaggi, deve possidere tempo e denaro, in abbondanza, da perdere. Io ritengo che sarebbe molto più proficuo, soprattutto per il loro prossimo, che costoro destinassero entrambi ad opere di carità e di beneficenza.
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