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sabato 6 aprile 2019

Cosa dirà la gente?

Cosa dirà la gente

Nel film “Cosa dirà la gente”, Nisha è nata e vive ad Oslo, ha sedici anni, figlia di immigrati pachistani. Fuori casa, vive come una normale ragazza norvegese. 
Quando il padre la sorprende in casa, di notte, in compagnia del suo ragazzo, lui ed il fratello si organizzano per portarla, contro la sua volontà, in Pakistan, affidandola a una zia.
Anche la regista, Iram Haq, di famiglia pakistana, ma nata ad Oslo, fu rapita, 14enne, dai familiari e lasciata in Pakistan per un anno e mezzo, solo perché aveva amici norvegesi e voleva comportarsi come loro.
Ma la vicenda di Nisha non è legata tanto a motivazioni di fede, ma a ciò che dirà la gente, come cita il titolo del film. È il conformismo sociale, che impone i comportamenti nella comunità di immigrati pakistani ed è ad esso che il padre sente il dovere di aderire, giungendo addirittura all'istigazione al suicidio della figlia.
La ragazza è privata di ogni libertà, nonostante che fuori di casa la famiglia finga, ipocritamente, di essere aperta e moderna, mentre, tra le mura domestiche, è ancora profondamente legata alle più retrograde leggi islamiche pachistane. Nisha non può portare il fidanzato a casa, non può avvicinarsi a lui; e secondo il padre, la figlia è diventata una scostumata occidentale, cosa per lui inaccettabile. 
Cosa dirà la gente, questo il grande problema della famiglia di Nisha, l’opinione degli altri.
Nella sfera pubblica è necessario che una famiglia, specie il padre, faccia bella figura. I genitori di Nisha le ricordano spesso che per loro è fondamentale il pensiero della gente; ora, nessuno li invita più ai matrimoni, nessuno parla più con loro. Chi vorrebbe dare il proprio figlio in sposo ad una donna disonorata?
Come è avvenuto, e in parte avviene ancora, in alcune società occidentali, vedi il celebre film “Sedotta e abbandonata”, di Germi, e con il famigerato delitto d'onore.
Accade, tuttora, tra le famiglie dei cosiddetti perbenisti e benpensanti. Il padre la porta addirittura sull'orlo di un baratro e la incita a buttarsi giù, in modo da porre fine al disonore famigliare.
Il finale del film è struggente ed amaro: Nisha, ora per strada, di notte, al gelo, fuggita di casa, per evitare un matrimonio combinato, guarda verso l’alto e lì, ad una delle finestre, vede suo padre. I due si guardano, in silenzio, sembra addirittura che si capiscano. Ma lui la lascia andare, forse anche solo per liberarsi di un peso insopportabile.
Sono rimasto veramente rattristato, per questa vicenda, ispirata ad una drammatica storia vera.
Di recente, si sono verificati gli omicidi, per motivi simili, da parte dei familiari, di due ragazze pachistane, Sana Cheema e Hina Saleem, cresciute a Brescia. In queste vicende si mescolano i temi del divario profondo tra la cultura occidentale e quella musulmana, ma anche quello del peso del conformismo sociale e delle convenzioni culturali e moralistiche che soffocano la libertà individuale, trasversali ad ogni fede religiosa.
Franco Bifani

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