venerdì 21 febbraio 2014

A Carduccio e Francesca da Franco Bifani

 


A Carduccio e Francesca

Sì, proprio loro, e non Paolo e Francesca, amanti perduti, ma per sempre uniti ed allacciati, nella medesima, eterna pena! Si cercheranno e si rivedranno, anche Parizzi e Gambarini? Quien sabe...Carduccio, io ti vorrei dedicare un breve, o prolisso, commento, su politici e politica, che tu potrai applicare a chiunque desideri, anche a te stesso, in un moto di baldo masochismo. 

Non esser troppo maligno con la Franci, delicato fiore di campo, dai colori estenuanti, e che mi piace tanto; non riesco a criticarla, né tanto meno a sfiorarla, nemmeno con un petalo di rosa. E' un giovane, fragile virgulto, una diafana ninfa boschiva. 
Lady in the water
Mi ricorda tanto, la protagonista di Lady in the water -inteso come acqua, non …- l'esile Bryce Dallas Howard. La Lina mi fa soggezione, sempre con quel suo bel visino occultato dietro improbabili occhialoni, che farebbero l'invidia di un collezionista, come Elton John. 
Io sono convinto, quale omarino del vicolo, più che non della strada, che una delle regole principali della politica, attiva e passiva, sia quella di non dire e, soprattutto, di non fare mai, una volta che si sia saliti al potere, quanto si era promesso, quando si stava all'opposizione. 
Il sostrato ed il substrato della politica italiota, quasi un sandwich, insomma, imbottito solo di aria fritta, sono l'incertezza, l'incoerenza, il compromesso, l'assoluta mancanza di preveggenza. 
In politica c'è da aspettarsi di tutto e di tutti, specie da parte di amici ed alleati; non bisogna mai farsi cogliere di sorpresa, ma cambiare idea, almeno una volta la settimana, così come i latitanti cambiano di residenza, per rimanere tali, il più a lungo possibile. 
I politici sono, solitamente, insensibili alla verità, anzi, proprio ad essa allergici; anche perché, di solito, sono del tutto privi di competenze specifiche, proprio nel settore in cui li hanno collocati. 
Chi non sa nulla e crede di saper tutto, ebbene, costui  percorrerà, sicuramente, una luminosa carriera politica.  E nel caso che venga indagato, rimane fermo e saldo, come una roccia, sereno e fiducioso nella Giustizia. 
La politica rimane, per me, l'arte di impedire ai cittadini, derubricati a sudditi, di interessarsi, da impiccioni, delle cose che, invece, li riguardano. I politici: The Untouchables! 
Nell'esprimere ed esporre al volgo plebeo ed al popolino le proprie idee -chiamiamole così, per convenzione- i demagoghi, locali e non, utilizzano sempre il politichese, idioma assolutamente mancante di contenuto, un basic language contorto e maligno, adattabile, come il Pongo, a qualsiasi situazione, composto da cento sostantivi ed altrettanti attributi; i verbi sono sempre al futuro o al condizionale. 
A sinistra, specialmente, dopo i famigerati A monte e A valle e Nella misura in cui, sono oggi, utilizzati, Si fa squadra, Si mappano le risorse , Si operano sinergie; ci manca un compasso e siamo tra massoni. S'ode a destra uno squillo di tromboni e trombati, a sinistra risponde anche Renzi. Da Carduccio, sicuramente, forse da Francesca, mai da Lina, l'arduo anatema: Bifani soit, qui mal y pense!

Franco Bifani

9 commenti:

  1. Biffino, "Che cos'è la verità?" Chiese Pilato a Gesù durante lo svolgimento del sommario processo a suo carico..

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  2. Si vede in questo pezzo un po' dell'uomo di strada (o se peferisci del vicolo), un po' del professore di lettere ed un po' di "quell'uomo qualunque", già motivo di simboli elettorali post bellici, vittima di una classe politica che mai nulla ha fatto per noi, ma quasi tutto per sè. Ma consentimi, caro Franco, sopratutto in questa tua analisi vedo le speranze e le delusioni di un giovane di belle speranze, di uno che guarda al futuro come se avesse vent'anni. Complimenti sinceri, veramente!!!

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  3. Clary, la verità, per me, è una perenne eliminazione di errori, per cui non si taglia mai un traguardo prefissato e definitivo, ima lo si sposta sempre più in là. E' una lunga linea retta, che, nel momento più imprevedibile, non è più tale, ma diviene un angolo, un punto di vista.. Veritas filia temporis, la verità è figlia del tempo; il quale, per noi, esseri finiti, rimane sempre infinito. A parte, Clary, che ci sono verità che possono uccidere non un uomo, ma l'umanità intiera, perché la verità è solo di Dio, non di noi uomini, e faremmo meglio, quindi, a lasciar perdere di volerla conoscere a tutti i costi. Spesso, la sostituiamo con la fede, a base di dogmi, intorno ai quali ti impongono di non fare inutili ricerche. Chi ci ha provato, con convinzione, è spesso finito sul rogo, dato che tutte le grandi verità sono sempre viste come bestemmie; la verità è nuda, quindi, è femmina, a cominciare da Eva, -che aveva forse scoperto il bandolo della matassa- e può essere tacciata di atti osceni in luogo pubblico. Forse si arriva a conoscerla con la morte, ma, appunto, nessuno è poi tornato in vita a raccontarla a qualcuno.
    Germano, hai centrato il bersaglio,e mi hai fatto anche un po' male, accidentaccio!

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    1. La Verità non è indolore se consideriamo che è finita in croce, anche la ricerca della verità non è indolore e può finire al rogo per mani di chi asserisce falsamente, sempre falsamente, di averla. Certo che con questi commenti ci allontaniamo dai due nostri amici che avevano sollecitato la tua musa.

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  4. Ti avrò fatto male, ma è una bella soddisfazione per te avere 88 anni e dimostrarne 20 (naturalmente è una battuta, mica ti sei offeso, vero?

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  5. Hai ragione, Ambrogio; ma, come vedi, nessuno dei due soggetti mi ha risposto. Non sono un soggetto politico importante, non porto acqua e voti al loro mulino, mi si può ignorare, senza timore di conseguenze.
    Germano, mi sono molto offeso, ti toglierò il saluto, tanto non mi costa nulla, e comporrò una nenia per un voodoo e macumbe con bambolotti infilzati da spilloni.

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  6. Vedi, caro Franco, in generale di questi tempi e in questo luogo, cliccare sul tasto "rispondi" è un'impresa da matti, anzi è una prova, provata, da non tentare nemmeno. Invece ci ricasco. Però, scrivo d'altro. Scrivo... che ne so... ad esempio mi colpisce il fatto che noi non viviamo in un contesto solido; l'impressione è quella di un contesto estremamente instabile, di carattere allucinatorio. Una specie di fantastico mondo di pregiudizi che diventano verità quasi maniacali mancando una salda percezione di cose concrete e palpabili; tutto fumo niente arrosto, pregiudizi, appunto. Per finire, penso che in parte questo abbia a che fare con una specie di ricercata elevazione morale della vittima fai da te... vittima, ben inteso, di “una classe politica che mai nulla ha fatto per noi, ma quasi tutto per sè”; vittima con la tendenza crescente a fare volgarmente appello al vittimismo, ironia della vita, come l'unico criterio riconoscibile di giustizia e verità.
    “Il tragico”, scriveva Kierkegaard, “è espresso così bene nella Genesi, quando Adamo dà un nome a tutti gli animali, ma non ne trova uno per se.”

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  7. Sì, Carduccio, hai proprio ragione; tutti coloro che vedono in quale stagno di escrementi, solidi e liquidi, siamo caduti, da qualche decennio, sono tutto ammalati di vittimismo, sono dei volgarotti, assetati di giustizialismo, più che di verità e giustizia, vivono di pregiudizi, emanano spirali di fumo, ma sotto non c'è carne, né lessa, né arrosto. Solo tu e qualche altro eletto ab aeterno, sul tipo dei calvinisti, siete in grado di percepire le solide realtà del mondo circostante e non soffrite di allucinazioni e di grame fantasie. Resto comunque convinto che la classe politica odierna, di poco tempo addietro, di ancor più tempo a ritroso, non ha mai fatto nulla per gli altri, tranne che riempirsi le saccocce, di prebende e di privilegi infami. E si è rivolta al prossimo, raramente, solo per proteggere e coccolare i propri delfini, cui tramandare tutto ili lerciume partitico di truffe, imbrogli, compromessi e scappatoie, soprattutto dall'etica, correntemente e coerentemente intesa. Io, al contrario di te, che hai raggiunto la pace iperuranica della Via, della Verità e della Vita, non so trovare una definizione per me stesso, come il Gran Padre Adamo, pieno come sono solo di dubbi, sospetti e perplessità, tutte scemenze che non ti tangono. Tu sei in grado di alimentarti di certezze evangeliche, valide in eterno, di carni ben cotte, e non solo dei loro aromi, spiralanti verso il cielo, mentre io sniffo solo i miei fumi scadenti, mi flagello, mi frusto e continuo a portare un cilicio, per sanguinare più copiosamente ed ferire la mia informatica, in remissione dei miei peccati. Mi meriterò un posticino, in Paradiso, chissà?, magari anche solo in un sottoscala, come Fantozzi, da cui guarderò in alito, verso i piani alti, dove siederai tu, alla destra del Padre, in un megaufficio, qual santo tra i santi. Miserere mei, Carduccio!

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  8. ... caro Franco, lettoti devo dirti che, messo così, il contrasto tra di noi appare inconciliabile. Ne prendo atto. Poi dico che la sostanziale ambivalenza di ogni scelta rende tuttavia possibile, paradossalmente, aprire un varco di senso nella incomprensione di se stessi, come quando scrivi "io al contrario di te...." con quello che segue... la cosa è talmente surreale, un poco come l'uccellino azzurro di Maeterlinck che è proprio là dove nessuno lo cerca...

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