A
proposito della riunione, oggi a Parma, in Prefettura, sul bullismo
giovanile e sui metodi per contenerlo od eliminarlo, sono d'accordo
sul fatto che esso sia anche un problema educativo e sociale, ma ora
è, soprattutto, di ordine pubblico. Le istituzioni varie propongono
una serie di iniziative per coinvolgere i genitori, educare i giovani
ai valori positivi e anche ad un uso più responsabile di Internet.
Ma a quali genitori sarebbero mai rivolte, quali valori positivi
hanno mai offerto ai loro figli? Che c'entra, con certi
comportamenti violenti, l'utilizzo corretto del web?
Il Provveditore dichiara che, per il contrasto al bullismo, bisogna
lavorare nel lungo periodo; ma intanto, su quello breve, le
baby-gangs continuano a perpetrare, imperterrite, le loro eroiche
gesta. Il dialogo costruttivo e proficuo, di cui egli parla, può
valere solo con adolescenti che conoscano, anche se in minima misura,
certi valori. L'esempio positivo, termina dicendo il Provveditore, è
contagioso; io credo solo per chi non sia stato vaccinato, alla
nascita, in famiglia, dai contagi positivi.
Il Prefetto sottolinea che, sull'episodio di via Gramsci, l'attività
investigativa è in corso e promette che, a breve, chi si è reso
colpevole sarà punito, in modo doveroso ed esemplare. Come, con il
ritorno in famiglie che li educano alla violenza, dopo una ramanzina
e una tiratina d'orecchie? Ma se sono tutti minorenni! Nessuno oserà
mai torcere loro un capello! Ed inoltre, a 15, 16, 17 anni, un
individuo non capisce forse quanto sta compiendo sul prossimo, a
base di botte da orbi? Come potrebbe la Diocesi intervenire su
ragazzi che manco sanno com'è fatta una chiesa o appartengono ad
altre fedi? Anche i controlli delle forze dell'ordine continueranno
per qualche giorno, poi si ritornerà alla situazione maligna
iniziale, anzi, peggio di prima. Il Prefetto auspica che si possa
lavorare sul rapporto con i ragazzi, e che si debbano sensibilizzare
le famiglie e coinvolgere associazioni e volontariato. Mi
sorgono dubbi serii e profondi, specie sull'eventuale intervento di
poveri volontari, di fronte a certi individui. E per quanto riguarda
l'educazione nelle scuole, se si fa eccetto per alcuno Istituti di
prestigio, confessionali e non, nelle aule, mentre il Preside rimane
barricato nel suo ufficio, impotente, gli insegnanti vengono
minacciati, insultati, presi a sputi in faccia, e picchiati, da
alunni e genitori dei medesimi.
Ilsindaco di Parma, il vicesindaco e l'assessore alla Sicurezza
propongono mappature(?) dei servizi esistenti, per incentivarli,
ampliarli e fare sinergie – sostantivo politichese abusato!- per
coprire lo spettro(?) dei possibili utenti. Loro credono molto al
fatto di fare squadra, per poter raggiungere certi risultati. Ossia,
in parole concrete, comprensibili anche al volgo plebeo, che nome
non ha?
Per il sindaco, i binari da seguire sono due: prevenire il
bullismo, responsabilizzando i genitori; fare controlli dal punto di
vista della sicurezza, ma anche sociale e sociologico(?).
Speriamo
che i suoi trenini non deraglino, come accade spesso a quelli delle
Ferrovie italiche. Ed ancora, ripete che bisogna puntare sulla
prevenzione, nell'ambito scolastico. Parole, parole, parole,
soltanto parole, parole per noi... Ai posteri non l'ardua sentenza, ma
le delusioni e le disillusioni su tutto questo materiale, verbale e
verboso; e speriamo che non si accompagnino anche ad altri pestaggi
selvaggi, a base di calci, pugni e bastonate.
Franco
Bifani
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