Daredevil selfie
Quanti giovanissimi rischiano o perdono la vita, per scattare e poi postare, sui social, foto e
video estremi!
Un adolescente, di 16 anni, si era sdraiato sulla strada per
filmare, con il cellulare, l’amico che sopraggiungeva, con lo scooter, a tutta velocità: è stato investito ed
ucciso.
Una ragazzina ungherese, di 15 anni, è annegata in Sardegna. Con
una zia, era salita su una roccia, a picco sul mare per un selfie inebriante,
ma un’onda enorme l'ha spazzata via.
Due ventenni, in Val di Susa,
hanno tentato un salto da una cascata,
nell’acqua gelida, ed uno è morto per affogamento.
Un ragazzo di appena 13 anni, a Soverato,
ha perso la vita, investito da un treno. Si era
posizionato sui binari per cogliere l’arrivo ad alta velocità del
convoglio.
A Padova, quattro ragazzi
sono saliti sul cornicione di un
grattacielo, per farsi una foto. Gli è andata bene, sono solo stati denunciati.
Si sfida la morte, pur di dimostrare, sui social, un coraggio
estremo. C'è chi tenta di prendere al volo uno skylift, chi gioca alla roulette
russa, chi si avvicina troppo a belve feroci.
Alla stazione di Piacenza, con una
donna, sui binari, che aveva perso una gamba, investita dal treno, un giovane
deficiente si è fatto un autoscatto, con lei sullo sfondo.
Pare che il selfie estremo, o Daredevil
selfie, sia un’attività piuttosto diffusa tra i giovanissimi, come risulta da
un sondaggio di Skuola.net. Il 18% dei giovani lo ha
fatto, per provare un brivido blu, un altro 10% solo perché costretto dal
branco
Ci si abbandona a gioiose follie estive giovanili, come il balconing (gettarsi in piscina dai balconi delle
camere d’albergo), binge drinking (bere shot
di superalcolici tutti d’un fiato), shocking game (provocare a sé o ad altri un
principio di strangolamento), ghost riding (abbandonare
lo sterzo dell’auto a folle velocità), eyeballing (versare a sé o ad altri
della vodka negli occhi), car surfing (cavalcare un’auto in corsa, come fosse
una tavola da surf).
Dietro ci sono noia esiziale, vuoto psichico, sociale, etico ed affettivo,
ricerca di pseudovalori del rischio, si conferisce positività persino alla
Morte. Ma tanti giovani devono apparire, per sentirsi vivi, specie sui social,
a caccia di like, ad ogni costo, anche della vita.
Il valore di una persona si
misura a seconda del numero di visualizzazioni. Tutta colpa dei genitori, della
scuola, della TV, della onnipresente e generica “Società”?
Franco Bifani
Forse si tratta soltanto di stupidità individuale, elevata all'ennesima potenza, grazie agli strumenti di cui oggi dispongono. Però, Biffo, non dobbiamo dimenticare che furono ritenuti pazzi o, quanto meno sconsiderati, sia Nobile che Compagnoni. Che dire, poi di Icaro? Una cosa è certa: questi ragazzi, dentro, hanno ben poco.
RispondiEliminaDa un certo punto di vista, anche se può sembrare cinico, per me questo è un esempio di selezione naturale.
RispondiEliminaAnonimo-0
Hai ragione, Anonimo, sono però in maggior numero i cretini che sopravvivono che non quelli che soccombono.
EliminaAncora una volta non è apparso il mio commento. Sono io o è il computer.
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