Il 13 maggio di ogni anno tornano ricordo e memoria di quel giorno di maggio, mese delle rose, in cui dall'alto ordigni terribili colpirono quell'umanità e quelle cose che erano la nostra città.
Fidenza onora quei 182 civili caduti quel giorno e quelli di prima e quelli di dopo con due cerimonie, la prima alle 15.30 con la recita del santo rosario e la deposizione di una corona d'alloro alle tombe dei caduti al cimitero.
Una cerimonia breve, per i pochi che vi partecipano.
C'è la bandiera della Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, è presente l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci con il suo Presidente Comm Gino Narseti.
Nessun lungo discorso ma poche e significative parole quelle che Gino Narseti ha rivolto ai presenti, quasi una preghiera se la contenuta commozione non avesse rinforzato la voce. Non una parola d'odio non una sbavatura retorica, nel breve discorso di un novantottenne che puntuale si presenta ogni anno in questo angolo bianco del cimitero di Fidenza. Questo filmato riprende l'ultima parte del discorso di Gino.
In altra parte della città, alla scuola secondaria di primo grado P. Zani i ragazzi tredicenni della classe 3^A hanno preso visione del filmato FIDENZA SOTTO LE BOMBE ed hanno poi sviluppato alcune personali riflessioni che più sotto pubblico.
La loro insegnante di Storia Prof.ssa Mara Dallospedale spiega così l'iniziativa:
Nessun lungo discorso ma poche e significative parole quelle che Gino Narseti ha rivolto ai presenti, quasi una preghiera se la contenuta commozione non avesse rinforzato la voce. Non una parola d'odio non una sbavatura retorica, nel breve discorso di un novantottenne che puntuale si presenta ogni anno in questo angolo bianco del cimitero di Fidenza. Questo filmato riprende l'ultima parte del discorso di Gino.
La loro insegnante di Storia Prof.ssa Mara Dallospedale spiega così l'iniziativa:
"Ho proposto il filmato, all’interno di un più vasto percorso, comprendente anche alcune pagine del testo UNA COMUNITA’ IN GUERRA, perché mi sembra importante portare l’attenzione dei miei studenti sul concetto di storia locale, intesa non solo come studio di avvenimenti circoscritti, parte di una più ampia storia generale, ma soprattutto come attenzione verso il vissuto interno e quotidiano di una comunità. Questo nella speranza che la memoria storica possa aiutare a rinsaldare il senso di identità sociale e culturale, il cui significato rischia di appannarsi con l’allontanarsi dei tempi e degli eventi. E’ significativo sentire che, dalle varie testimonianze, abbiano colto non solo l’aspetto drammatico della desolazione e della morte, ma anche la ‘magia’ della solidarietà che ha caratterizzato, appunto, la nostra comunità"
Le riflessioni degli alunni della 3^A della Scuola Zani di Fidenza
Il filmato mi ha molto colpito, perché pensare che cose così brutte possano essere successe proprio a Fidenza, la cittadina tranquilla che conosco da sempre, è strano, come sembra impossibile credere che i miei nonni o bisnonni fossero là, sotto quelle bombe e che, se quella bomba fosse caduta in un punto diverso, magari li avrebbe colpiti e io oggi non ci sarei.
E tutto ciò è successo così vicino...e per di più la guerra seminava la morte e colpiva persone innocenti, che volevano solo continuare la propria vita felici, persone a cui la vita era strappata a causa di una guerra stupida, perché la guerra è stupida, insensata e non serve a niente, l’unica cosa che fa è seminare odio, paura, tristezza. (Emma)
Il primo pensiero che mi passa per la mente quando penso al filmato è un senso di angoscia e tristezza. Vedere i propri affetti in frantumi e sentire il sibilo delle bombe che potrebbero annunciare la tua fine è orribile. A me vengono i brividi solo a sentire le testimonianze di chi lo ha vissuto, il ricordo delle persone che si sono salvate deve essere un tormento continuo.
Mi fa male pensare che avrei potuto esserci io e la mia famiglia e che avrei potuto perdere i mie cari. Guardando il documentario continuavo a pensare al dovere di solidarietà tra i cittadini, soprattutto nel ricominciare. Si è dimostrato che questo senso di aiuto verso il prossimo ha costruito una Fidenza bellissima. (Sofia F)
Il video descrive alla perfezione il dolore delle persone che hanno perso i familiari e visto la propria città distruggersi. La cosa che mi ha colpito di più è stata la minuziosità con cui le persone raccontavano la loro storia; usavano molti particolari e talmente bene che sembrava di rivivere quella scena. Nessun essere umano si meriterebbe di provare quelle emozioni. I sopravvissuti hanno deciso di testimoniare per far conoscere alla gente che la guerra non è un gioco, ma un’arma letale per distruggere l’umanità. (Sofia B)
E’ stato commovente ascoltare le testimonianze. Ho capito veramente come si sentivano le persone che hanno vissuto realmente il bombardamento . Mi ha colpito la testimonianza di quella signora che diceva di esser stata fortunata, perché l’albero sotto cui pensava di andare a rifugiarsi era caduto. (Nicole)
Il video documenta come nella primavera del 1944 Fidenza sia stata distrutta. Mi ha colpito, oltre alla devastazione di buona parte della mia città, il fatto che tra i primi ad accorrere in soccorso ci siano stati i Frati cappuccini e che uno di questi, Fratel Severino, io sia riuscito a conoscerlo personalmente. Mio padre mi ha raccontato che a quel tempo mio nonno paterno abitava a Ponteghiara e da lontano ha visto e sentito quando glia aerei alleati hanno iniziato a sorvolare e bombardare soprattutto la zona vicino alla ferrovia e ha visto molte persone fuggire dal centro storico verso la campagna.
Un amico di famiglia gli ha anche raccontato che alcuni hanno conservato le loro vite grazie ai rifugi antiaerei o buttandosi a terra nei campi dove ora sorge il quartiere Viglione. (Giancarlo)
Il primo pensiero che mi è venuto in mente vedendo il filmato è ‘quanto sono stata fortunata!’ Pensare, anche solo per un secondo, che persone come me, estranei ai motivi dello scoppio della guerra, siano finite sotto le loro stesse case schiacciate e uccise, mi mette paura. Mi angoscia anche pensare a quel dolore interiore che provavano nel sentire le bombe cadere e le sirene che avvisavano del pericolo. (Marta)
Credo che il filmato, oltre ad essere molto bello, sia un documento storico molto importante e utile. Le testimonianze sono molto coinvolgenti e la cosa che mi ha davvero stupito è che le persone intervistate sono riuscite a spiegare in modo semplice e comprensibile quello che hanno provato. La parte più bella, secondo me, è quando Fidenza viene liberata; molto commovente è il momento in cui si scopre di essere vivi, ma di aver perso tutto e tutti. Mi ha stupito il fatto che i Cappuccini siano stati i più ‘utili’ nei soccorsi. Mi sembra importante che tutti i cittadini di Fidenza vedano questo documento. (Lorenzo)
Ho provato un po’ di commozione mentre seguivo, perché io dico sempre che ho paura della guerra, ma non penso mai a quanta deve averne chi la guerra la vive. Questo mi ha fatto pensare, perché noi neanche lo immaginiamo cosa vuol dire perdere tutto o essere obbligati (se non si vuole rischiare di morire) a lasciare tutto in cambio di una vita migliore. Ho consolidato la mia convinzione che la pace è meglio della guerra! (Samuele)
Sono rimasta molto colpita dal filmato, mi ha emozionato la testimonianza di alcuni sopravvissuti, che ricordano come un incubo l’assordante sibilo delle bombe, l’acuto suono delle sirene spiegate e il fragore degli scoppi e dei crolli. Mi è sembrato singolare che, a distanza di molti anni, ricordassero più i suoni che le immagini, troppo brutte per essere ricordate.
Deve essere stato terrificante vivere in una simile atmosfera. Un altro aspetto mi ha fatto riflettere: gli intervistati ricordavano con rimpianto la solidarietà che era presente in quelle circostanze: i frati Cappuccini soprattutto, ma anche persone comuni si impegnavano ad aiutare chi avesse bisogno. Adesso che siamo abituati a vivere tranquillamente, forse ci dimentichiamo degli altri. (Arianna)
Mi affascina scoprire la storia della mia città, quindi questo documentario l’ho trovato molto bello e interessante. Le testimonianze hanno facilitato la mia comprensione, in quanto ho analizzato le condizioni di vita di quel momento con quelle attuali.
La differenza ‘sociale’ più lampante è quella tra l’umanità e la solidarietà di allora con quella attuale: in quel tempo, ad esempio, all'allarme per l’imminente bombardamento, i vicini di casa aiutavano le mamme vedove a vestire i bambini per scappare nei rifugi o nelle cantine.
Un altro esempio sono le persone che, abitando in campagna, ospitavano intere famiglie di ‘sfollati’ nelle proprie abitazioni. Penso che tutta questa umanità oggi non esista più. Un altro aspetto che ho notato è come nella seconda guerra mondiale i civili siano stati più coinvolti rispetto alla prima. Secondo me è incredibile come, ad una guerra così importante per il corso della storia, abbiano partecipato città così piccole come Fidenza. (Francesco)
E’ commovente ascoltare le storie delle persone che hanno vissuto la guerra e, di conseguenza, anche i vari bombardamenti. Non riesco ad immaginare il terrore della gente quando sentiva quella maledetta sirena, il dubbio costante che assillava le meni di quelle povere persone, il pensiero che faceva loro compagnia sempre e comunque: ‘quale sarà la bomba che mi ucciderà?’ non immagino il dolore delle madri nel vedere i propri figli morire. Non immagino il dolore per la perdita di una persona cara, di un’amata/o in un modo così triste. E i bambini? La loro infanzia? Assurdo!
Questo video mi è piaciuto molto perché, oltre ad essere stato pensato e creato molto bene, ha presentato divinamente la vecchia Fidenza ai nuovi arrivati, ignoranti in questa materia. Quello che è successo deve essere di aiuto a tutti noi. Ora mi chiedo come avremmo affrontato noi, dipendenti dai social, la guerra? Credo che rimarremo con il dubbio, anzi, lo spero vivamente. (Anastasia)
Spesso si pensa alla guerra come un evento lontano da noi, che non ci riguarda; invece, vedendo le foto di Fidenza distrutta e di quella attuale, ho compreso che, 75 anni fa, proprio casa mia, il centro, il parco in cui vado sempre erano rovinati, abbattuti. Che ogni persona viveva nell'ansia che la propria casa crollasse sopra le loro teste; che la vita si era momentaneamente fermata, anche le azioni che sembravano più scontate. Si pensava solo a salvarsi, a non morire sotto le bombe.
La guerra infatti è questo: distruzione, sangue, morte, non è vita. La routine di ognuno non esiste più, la guerra rovina le famiglie, crea solo tristezza, odio e rabbia.
E spesso i conflitti avvengono a causa di un piccolo gruppo di persone e per interessi personali, che non riguardano il popolo. Purtroppo ,in certi Paesi, questo succede ancora oggi: civili uccisi, città rase al suolo, popolazioni costrette ad emigrare, vite rovinate solo per interessi politici, economici e personali. (Sofia M)
La cosa che mi ha colpito di più è che il Duomo sia rimasto integro, nonostante la distruzione all'intorno. Penso che sia stato molto importante raccogliere le testimonianze dei superstiti, affinché i giovani possano conoscere e ricordare. (Riccardo)
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