Mi sono fermata davanti alla prima foto: ruderi in primo piano che potrebbero sembrare resti di antiche costruzioni consumate dal tempo. Invece no... più in là una porta chiusa tra lacerti di pareti bianche, che chiude più niente... il piano terra pulito dai cumuli di macerie... di briciole di duecento cinquant'anni di vita religiosa...
Tra quelle anche le carte, le lettere, i passaporti, i volumi dell'Enciclopedia dell'abate Zani, raccolti e conservati per noi da mani preziose di anime buone, cui dobbiamo tanta gratitudine, in più perché avevano il cuore spezzato dalla morte di persone care... penso anche al suo grande ritratto dipinto a Vienna, che era nella biblioteca, raccolto da mani più leste, poi finito sul mercato antiquario... quante perdite non solo umane porta la guerra!
Ecco, quella foto per me tragicamente bella che mostra l'abside del nostro Duomo miracolosamente intatta oltre le mura dilaniate del vecchio Seminario, mi riporta alla mente anche l'abside dipinta da Barilli come sfondo alla Pietà nel quadro della Gran Madre di Dio, San Michele.
Ricordi, Ambrogio?
Il 13 maggio sera prossimo ci ritroveremo, come ogni anno, dopo la Messa celebrata dal Vicario vescovile Don Gianemilio Pedroni - che trova sempre parole profondamente significative nelle varie ricorrenze - davanti a quel quadro e a quella lapide con tanti nomi per ricordare...
L'elenco che non è in ordine alfabetico, riporta in alto i nomi di Corbellini Irene e Corbellini Angelo per primi.
La traccia...
Mirella Capretti
Quel dipinto di Barilli proprio non mi piace, non è nel suo stile solito, di solito rivolto a paesaggi. Ha dei colori troppo accesi ed una presentazione de una disposizione poco originale nelle figure e nello sfondo. Un po’ come in un’altra sua opera, Il ragazzo sulla battigia.
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