Deus lo vult?
Gentile Severgnini,
per il clero cattolico, la celebrazione della Messa è un rito collettivo e comunitario.
In questi tempi di emergenza sanitaria, però, essa avviene solamente con uno o due sacerdoti, in assenza dei fedeli, come recita l’Ordinamento generale del Messale romano, al n° 254:
“La celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo. In questo caso, si tralasciano i saluti, le monizioni e la benedizione al termine della Messa.”
Queste regole sono state accolte di buon grado da gran parte del clero, a cominciare dal Pontefice, ma sopravvivono alcuni sacerdoti, che continuano, imperterriti, a celebrare Messa, incuranti delle restrizioni governative, non si fermano nemmeno con l'intervento delle forze dell'ordine, e invitano poi i fedeli presenti a non pagare le multe, minacciando di denunciare i carabinieri per abuso d'ufficio e vilipendio alla religione.
“Il rito è stato celebrato a porte chiuse!”, proclamano; certamente, ma dopo che erano entrati tutti i fedeli.
Ma, se ben ricordo, Dio è onnipresente, lo si può quindi pregare in ogni luogo.
E' necessario assembrarsi in un tempio, per poterlo fare collettivamente, e individualmente, con il rischio, oggi, di propalare il contagio? Dio è presente solo in una chiesa? Ebrei e musulmani, si riuniscono forse nelle sinagoghe e nelle moschee?
Non mi risulta. Ci mettiamo, a invocare, per le Messe, come un tempo, fecero, per le Crociate, Pietro l'Eremita e Urbano II: Deus lo vult?, con il risultato micidiale di incrementare la popolazione dell'Aldilà?
Mi chiedo ancora oggi, dopo mille anni, dove finisca la Fede sincera e dove cominci invece il fanatismo più sciocco.
Franco Bifani
Ho lasciato l’intestazione a Severgnini, non a te, Ambrogio, perché sono curioso di vedere se e come mi risponde lui, in caso di pubblicazione sul suo blog. Ciao!
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