“Costruire la città
futura” è il titolo del riuscito Convegno che si è svolto sabato
mattina nel cortile della Curia vescovile all'ombra della nostra
splendida Cattedrale che ha preceduto l’inaugurazione del matroneo
sud, completando così il loro recupero.
In una giornata luminosa
sotto un cielo azzurro, come da tempo non si vedeva, proprio la
centralità tra l’anima della nostra città e diocesi rappresentata
dalla Cattedrale di San Donnino e la Fidenza del futuro sono state al
centro di profondi ed articolati interventi da parte degli autorevoli
relatori che hanno raccolto il consenso del folto pubblico presente.
Che la giornata fosse di
quelle importanti per la città lo si è visto subito dall'importanza
dei relatori e dalle autorevoli presenze che hanno caratterizzato
tutti gli eventi tra i quali il Presidente dell’Unione Parmense
Industriali Giovanni Borri, il direttore sempre dell’Unione
Industriali Cesare Azzali, l’assessore provinciale Giancarlo
Castellani, il Comandante dei Carabinieri Nicola Caruso, il
Comandante delle Polizia della Terre Verdiane Luciano Soranno, il
Presidente dell’Amministrazione della Cattedrale Antonino Besagni e
tante altre autorità civili e militari, oltre a tantissimi
cittadini.
“In questa piccola
grande città di Fidenza – ha iniziato il Vescovo – siamo
all'ombra di un bel fiore, la nostra Cattedrale e questo ci aiuta
ad elevare i nostri pensieri. Costruire la città futura è un tema
straordinario che non può non ricordare la grande avventura di
Babele. Ci sta a cuore la città che è un luogo mitologico che
appartiene al percorso umano dell’abitare insieme. L’uomo ha
superato le organizzazioni tribali per stare insieme in modo
ordinato. La città nasce dall'utopia della pace, come diceva La
Pira. La pace e la convivenza sono la misura del governo della città
che deve tendere al bene comune. La città dell’armonia è fondata
su due cardini: il tempio e il palazzo, che rappresentano l’incontro
tra il sacro e il profano, tra il dono e il potere che hanno la
necessità di stare insieme e questa collaborazione punta sulla
necessità del bene comune. Il tempio è il centro della vita della
città e del suo destino. Il palazzo rappresenta invece il luogo
ordinato dei suoi interessi. La città in se non è né buona né
cattiva, sono gli uomini che la rendono vivibile e bella. La grande
virtù sia evangelica che civile della città è la mitezza. Noi
siamo in una città murata e per questo si chiamava borgo; avendo la
doppia funzione di proteggere e nel contempo di guardare al futuro
con l’obiettivo di scongiurare la sconsolazione e la solitudine al
suo interno. Per raggiungere questo obiettivo occorre guardare al
futuro cercando di costruire la bellezza, che rappresenta lo sguardo
di Dio sul mondo. Solo così non imploderemo in una nuova Babele”.
Il Sindaco di Fidenza
Mario Cantini ha subito posto l’attenzione sulla difficile
situazione economica attuale. “Viviamo oggi in luoghi
– ha proseguito Cantini – dove dominano sentimenti come la
disperazione e la rabbia. Abbiamo perso il senso della gioia ed è
difficile uscire dal momento di criticità che stiamo vivendo.
Giornate come questa fanno prevalere l’ottimismo della volontà del
fare su quello del dire. La grande sfida che dobbiamo affrontare è
quella di disegnare la città del futuro guardando più al contenuto
(le persone) che al contenitore (le case), cercando di combinare
l’attenzione alle persone con lo sviluppo della città. Dobbiamo
concentrarci su un sano realismo, mettendo al centro la persona con
una forte attenzione verso chi crea lavoro”.
Manuela Catarsi Sopraintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Parma e Piacenza ha descritto la grande importanza storica che Fidenza riveste nel contesto nazionale.
“Gli interessi degli
archeologi per questo territorio – ha iniziato la Catarsi – è
molto antico e parte dal 1800 con gli scavi alle terramare di
Castione Marchesi ed è proseguito con interesse fino ai giorni
nostri. Proprio le terramare erano una forma primitiva di città, poi
nell'età del ferro a Vaio e Siccomonte vi erano dei villaggi
strutturati che utilizzavano le acque salmastre. In epoca romana
l’insediamento nasce per supportare la sosta di chi percorreva la
via Emilia, per diventare poi città vera e propria nel I secolo dopo
Cristo. Nel IV secolo arriva la decadenza tanto che quasi scompare.
La città romana muore come è molto ben documentato dagli scavi di
via Bacchini, per poi risorgere grazie al culto di San Donnino.
Proprio sotto palazzo Bellotti abbiamo trovato i resti del cantiere
che sono serviti a costruire la Cattedrale. Le fonti e l’archeologia
ci danno elementi importantissimi, ed in alcuni casi unici in tutta
Italia, che non si possono ignorare nella costruzione della città
futura. Vi suggerisco di valorizzare al meglio queste vostre
ricchezze, all'interno del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC).
Per questo vedrei bene una carta delle potenzialità archeologiche
che ritengo sia un valore aggiunto della città e di chi la abita”.
Il prof. Francesco
Karrer, ordinario di Urbanistica alla Sapienza di Roma e responsabile
del gruppo di progettazione del PSC di Fidenza ha sottolineato la
grande responsabilità che sente, nel dover realizzare il nuovo
strumento urbanistico di Fidenza, in un territorio al centro dei
cammini francigeni come delle più importante reti della viabilità
nazionale.
“Credo che occorra
essere umili – ha continuato Karrer – quando ci si avvicina ad
una città che non è la propria. Nella concezione di questo progetto
di costruzione della città del futuro dobbiamo essere consapevoli
che cercheremo di cogliere tutte le opportunità che questo
territorio offre, in particolare quello di creare relazioni lunghe,
esaltando anche il tema della mitezza che valorizza le relazioni e i
rapporti tra gli uomini. La sfida è molto grande e l’approcciamo
anche noi con mitezza, chiedendo l’aiuto di tutti voi”.
“Non si può più
vivere senza poesia, senza calore e senza amore”. Sono queste le
parole con cui ha invece iniziato il suo intervento il prof. Paolo
Rizzi docente di Politica Economica all’Università Cattolica di
Piacenza. “Occorre essere creativi per garantire lo sviluppo – ha
proseguito Rizzi – perché ciò avvenga occorre che la città sia
bella. Dobbiamo lavorare per sviluppare dei distretti che fondano il
loro sviluppo sulla cultura, inserendo poi le filiere nella realtà
delle tradizioni presenti. Sapendo bene che l’unicità è molto più
vincente della serialità. Sono gli abitanti che formano la città e
la cultura garantisce la felicità nei cittadini perché fornisce
quella libertà che deve essere vista come una vera e propria
identità in cui tutti si riconoscono”.
Il Presidente della
Camera di Commercio di Parma Andrea Zanlari ha invece voluto
evidenziare come occorre ripensare al nostro passato per costruire un
futuro migliore. “Negli ultimi 30 anni – ha continuato Zanlari -
si è favorito l’abbandono dei centri storici verso le nuove
urbanizzazioni di periferia, con il risultato di spopolare il centro
e di occupare la campagna. Abbiamo il dovere di ascoltare la nostra
storia che ci insegna che in questo territorio è stata costruita la
più grande cultura alimentare d’Europa. Guardiamo poi al centro
storico come luogo pulsante dell’intelligenza. Solo ai piedi delle
Cattedrali d’Europa si è salvata la nostra storia. Non possiamo
che ripartire da lì”.
Il prof. Ettore Capri
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha parlato
dell’importanza di impostare il nuovo strumento urbanistico avendo
ben chiari i principi dello sviluppo sostenibile.
“Nel 2050 – ha
proseguito Capri – saremo 3 miliardi nel mondo e dobbiamo chiederci
quale risposta stanno fornendo i nostri ecosistemi a questa
evoluzione dell’uomo. Il cambiamento climatico e la scarsità di
acqua sono sicuramente i due elementi più critici a livello globale.
Negli ultimi 30 anni stiamo divorando le risorse senza nessuna
attenzione ad uno sviluppo più rispettoso e sostenibile. Oggi non si
può più nemmeno pensare di parlare di città senza guardare
all'ambiente e alle nuove tecnologie verdi. Penso che abbiamo
l’ultima possibilità per creare opportunità di sviluppo in questo
territorio così ricco e bello”.
Spazio quindi agli
interventi che hanno illustrato il restauro di Palazzo Bellotti, con
i contributi di Enrico Montanari e dell'arch. Giovanni Rossi e del
Matroneo sud della Cattedrale.
Giampaolo Gregori,
direttore del Museo del Duomo, ha ripercorso le tappe che hanno
portato a questo importante risultato.
Ci si è quindi
trasferiti all'interno della Cattedrale dove è stato tagliato il
nastro inaugurale che ha anticipato la visita al Matroneo mentre la
Corale San Donnino accompagnava la visita con canti gregoriani di
grande fascino. Certo la visuale che si ha della Cattedrale dal
Matroneo toglie il fiato, testimoniando ancora una volta la unicità
e straordinarietà del Duomo di Fidenza.
Amedeo
Tosi
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