mercoledì 9 maggio 2018

La Storia a scuola: visita a Casa Cervi


LA STORIA A SCUOLA
Si è concluso giovedì 3 maggio  il percorso-laboratorio proposto dall’ANPI di Fidenza in collaborazione con il Centro studi e movimenti di Parma. Rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo grado, il progetto ha visto la partecipazione di sei classi della Scuola Zani, che hanno approfondito due temi che si intrecciano negli anni della seconda guerra mondiale: le stragi nazifasciste e la Resistenza.
Il percorso si è articolato in due fasi: nella prima, in forma di laboratorio, i ragazzi hanno ricostruito,  con l’aiuto di una ricercatrice, il contesto generale, analizzando immagini, filmati e documenti relativi alla storia della guerra e della Resistenza.
Nella seconda hanno visitato, accompagnati da un’altra studiosa, luoghi simbolo dei temi affrontati. La visita ai luoghi fisici, sia  siti storici che musei, è infatti una importante risorsa per la didattica della storia: la loro materialità costituisce un tramite privilegiato per la conoscenza del passato di cui sono testimoni e la visita che guida alla lettura del luogo – che lo decodifica e mostra anche ciò che non si vede – è uno strumento essenziale per la comprensione.
M


Chiesa di Pieve di Sasso 
Quest’anno una rappresentanza delle varie classi ha visitato Casa Cervi e, dopo una breve tappa presso la splendida Pieve romanica di Sasso,  il Museo della Resistenza 07.44.
In questa esperienza, gli alunni sono stati accompagnati dalle ricercatrici Michela Cerocchi per il percorso laboratoriale e Ilaria La Fata durante la visita ai luoghi della memoria, con le insegnanti Arcari, Corradi, Dallospedale e Melfi. Hanno aderito al percorso le classi 3^ B D E F G 2^A
M. D.
Le impressioni e i commenti degli alunni
La visita a Casa Cervi è stata molto interessante ed istruttiva. Pur nella loro semplicità di contadini, i Cervi sono diventati un simbolo per la loro terra e per l’umanità in lotta contro le ingiustizie e la brutalità nazifascista. (Chiara I, 3^E)
L’aspetto che mi è piaciuto di più dei Cervi è stato l’amore per la conoscenza, ereditato dalla mamma. Hanno studiato per coltivare meglio la loro terra e, dopo aver coraggiosamente acquistato il trattore, al venditore che offriva loro un omaggio, hanno chiesto un mappamondo, simbolo di apertura mentale. (Mattia T, 3^E)
Dai fratelli Cervi ho imparato che non si deve aver paura di rischiare per realizzare i propri ideali e difendere i propri cari. (Stella C, 3^E)
Non bisogna dimenticare  quello che è successo e ciò per cui hanno combattuto i Fratelli Cervi perché, se siamo liberi, è grazie anche al  loro sacrificio. Mi ha colpito che, per un grande ideale, abbiano donato la loro e vita e non si siano mai tirati indietro. (Giancarlo G, 2^A)
Conoscevo già la  storia dei fratelli Cervi ed ero emozionata di poter essere nella casa dove questa coraggiosa famiglia  ha vissuto. In quel posto si respira ancora la loro presenza e la loro forza, che ci può essere di grande esempio anche oggi. Mi è piaciuto anche che ritenessero importante  leggere ed istruirsi per migliorare il mondo. (Marta L, 2^A)
Mi ha colpito molto la storia della famiglia Cervi e la loro volontà di combattere contro la violenza e l’ingiustizia del regime fascista. (Sofia F, 2^A)
Mi ha colpito molto la forza con cui i Cervi facevano fronte alle difficoltà della vita e l’interesse per la lettura e la conoscenza. Sono due aspetti che oggi mancano e che dovrebbero tornare. (Mychael F, 3^D)
Mi ha colpito molto il coraggio dei fratelli Cervi e di tutta la famiglia. (Ermal C, 3^D)
Durante la visita alla casa dei fratelli Cervi, mi ha colpito soprattutto la rievocazione di Rina, la nipote di Antenore, uno dei sette fratelli uccisi. Il suo racconto ha fatto rivivere una famiglia molto unita. Inoltre, in tempi in cui la cultura era poco diffusa, in questa famiglia  si leggeva e ci si teneva informati. Dal racconto della nipote, papà Cervi appare come un uomo forte e intelligente che non si è arreso nemmeno dopo l'uccisione dei suoi figli, ma ha continuato a opporsi al fascismo. Una cosa che mi ha molto impressionato è stato il confronto tra due foto, una in cui la famiglia era ancora al completo (il padre la madre i sette fratelli e le due sorelle ) l'altra scattata dopo la fine della guerra in cui rimangono solo il padre, le quattro mogli dei fratelli e undici bambini orfani. (Arianna M, 2^A)


E’ stato tutto molto interessante ed istruttivo, ma la parte che mi ha più incuriosito è stata Casa Cervi. Impressionante la storia di questa famiglia, la forza, l’intelligenza, la fede. Nonostante tutto, sono andati avanti senza mai mollare. (Anastasia Z, 2^A)


Visitare questi luoghi mi ha fatto pensare che queste persone hanno avuto un coraggio enorme sacrificandosi e combattendo il regime per conquistare la libertà di essere diversi, liberi di scegliere, liberi di esprimersi.
(Samuele Z, 2^A)


E’ stato molto interessante visitare Casa Cervi e ascoltare il racconto di una nipote, che ci ha fatto comprendere come fosse dura la vita durante la seconda guerra mondiale (Aurora T, Sofia L, 3^B)


Mi ha colpito il fatto che i fratelli Cervi, pur essendo contadini, amassero molto istruirsi, (Anonimo, 3^B)


La famiglia Cervi era rivoluzionaria che faceva dell’agricoltura la propria vita, acquistando libri per specializzarsi e migliorare le tecniche di lavorazione. Non avevano paura di battersi per ciò in cui credevano e per questo divennero simbolo dell’antifascismo e della libertà. Viva la Resistenza! (Andrea G, 3^B)


Visitare Casa Cervi è stato un po’ come collegarmi con la famiglia. Non dimenticherò mai questa esperienza. (Jessica P, 3^G)


E’ stata una bella esperienza perché ho visitato luoghi molto importanti per la storia italiana durante la Resistenza. (Anonimo, 3^G)


Provenendo da una famiglia contadina, sono rimasta molto colpita dalle loro innovazioni nel modo di coltivare. La visita mi ha anche aiutato a pensare al valore della famiglia. (Sara, 3^G)


Mi è piaciuto molto il trattore di Casa Cervi con il mappamondo sopra, simbolo dell’amore per la terra e della voglia di conoscere il mondo. (Andrea B, 2^A)
Temevo che l’impatto emotivo fosse destabilizzante, ma le guide sono state molto brave ed hanno fatto un discorso graduale. Una cosa che mi è rimasta particolarmente impressa, mentre visitavo  Casa Cervi, è che quel luogo fosse ancora vivo e non abbandonato come le case vecchie, avevo l’impressione che gli abitanti fossero ancora vivi. (Isabella E, 3^F)




FOTO DAL MUSEO
Della visita al Museo 07.44 di Sasso mi ha colpito molto il filmato in cui persone sopravvissute al rastrellamento raccontano delle loro paure e preoccupazioni di bambini. (Stella C, 3^E)
Mi hanno colpito molto le testimonianze raccolte nel filmato del Museo di Sasso. Persone sopravvissute descrivono come è stato attuato il rastrellamento e le loro sensazioni. (Luca L, 3^E)
La cosa orribile che mi è rimasta dentro è la violenza dei nazifascisti contro civili innocenti e l’orrore che hanno impresso negli occhi dei bambini. (Mattia B, 3E)
L’elemento che mi ha affascinato di più è stato il Museo 07.44 perché, mentre mi immergevo nella storia e immaginavo le sensazioni dei civili, ero così coinvolta che mi è venuto un brivido. (Diarra B, 3^D)
Il Museo della Resistenza mi ha veramente commosso (Nik D, 3^E)
Mi ha colpito in modo particolare il video che abbiamo seguito al Museo. (Riccardo B, 3^D)
Oggi mi è piaciuta molto la stanza buia del Museo 07.44, dove sono elencati i nomi delle vittime e alcuni oggetti, perché “fa effetto”. (Anonimo)
Per quanto riguarda il museo di Sasso "07.44", le interviste registrate nel 2005 ai  superstiti fanno rivivere il clima di terrore durante i rastrellamenti per mezzo di minacce, uccisioni e deportazioni. Per noi, abituati  a vivere in pace e tranquillità, la visione di queste interviste è stata veramente molto impressionante. (Arianna M, 2^A).
Mi ha molto commosso ascoltare i testimoni che parlavano dei loro parenti catturati e uccisi dai nazifascisti. (Mattia B, 3^B)
Al Museo di Sasso ci hanno mostrato un video in cui i superstiti raccontano  il terrore del rastrellamento. E’ stata un’esperienza davvero emozionante. (Andrea G, 3^B)
Mi ha molto colpito il racconto della strage (Anonimo, 3^G)
La gita è stata molto utile perché mi ha fatto riflettere sulla situazione sociale del tempo, sulla lotta contro le disuguaglianze sociali  e le stragi di civili. (Alice, 3^G)


Sono state esperienze molto forti. Pensare che l’uomo possa compiere atti simili, sterminare intere famiglie è terrificante. E’ importante capire gli errori dell’uomo e non dimenticare chi è morto da innocente e chi ha dato la vita nel tentativo di salvare il proprio Paese. (Matteo B, 3^F)


L’uscita è stata interessante, significativa e profonda.
La cosa che mi ha più impressionato sono state le testimonianze del video a cui abbiamo assistito nel Museo di Sasso, dedicato al rastrellamento del luglio 1944. Mi ha colpito perché le persone ne parlano molto fluidamente, con precisione, perché quel momento è stato impresso per sempre nella loro vita. (Sofia T, 3^F)


Il momento più significativo e toccante è stato quello vissuto all’interno del Museo 07.44 perché le testimonianze, nonostante alcune siano in dialetto, sono chiarissime e documentano la crudeltà dell’uomo. Perdere la famiglia o anche solo un membro di essa crea un dolore, una ferita impossibile da riparare. (Manuel A, 3^F)

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