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domenica 20 maggio 2018

Voici le temps des assassins


Voici le temps des assassins.
Con questo verso aveva concluso una sua lirica Rimbaud, “Matinée d'Ivresse”. E purtroppo, come dargli torto, quando la storia umana, da milioni di anni, progredisce non secondo principi democratici, di empatia, di carità, amore, amicizia, misericordia verso il prossimo? Caino che fece, con il fratello Abele? Solo la violenza può servire, dove regna la violenza”, scrisse Brecht, ossia, dappertutto e dovunque; e Quasimodo, con tragica amarezza, riconobbe ancora. in noi tutti, il marchio di Caino, in “Uomo del mio tempo”. 

Persino l'eroe della non-violenza, Gandhi, dovette riconoscere che se si è violenti dentro, meglio esplicare la violenza, che mascherarci con l'ipocrisia dell'amore verso il prossimo.   E lui e M.L.King, i due massimi campioni della non-violenza, furono uccisi, Gesù Cristo venne crocifisso. 

Ecco una massima del Mahatma, esemplare per il momento politico italiano: “Le radici della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza etica, la scienza senza umanità, il culto senza sacrificio, la politica senza principi.” 

Ma ciò che spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni. L’indifferenza è peggio della violenza. Dall’indifferenza non puoi difenderti. Essa favorisce l’oppressore ed aiuta il carnefice.

Ma anche chi è violento con le parole è già un assassino: le parole sono armi sempre a disposizione per ferire e negare la vita di un altro, e ne uccide più la lingua, parlata o scritta, che la spada. Personalmente, sono proprio le parole che mi fanno sempre più male. C'è violenza anche quando usiamo espressioni velenose, è una violenza molto più sottile, molto più profonda.

 John Lennon aveva notato che viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo, pudicamente, per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole.

Nel film “Il silenzio degli innocenti", Hannibal Lecter interroga Clarice, che in sogno aveva udito i belati disperati degli agnellini che venivano macellati. “Urlavano come pazzi!”  I macellai, invece, in genere, muoiono di morte naturale, perché sono uomini, ed è proprio dell'uomo uccidere per uccidere. 
Noi pensiamo sempre alla violenza nel mondo, mai a quella che è in noi. E Lenin, scriveva che anche lo Stato è violenza organizzata: aveva ragione. 
Però, ne fondò ed organizzò uno che oppresse spietatamente mezzo mondo, per 70 anni. La violenza dello Stato si chiama Legge, solo quella degli individui è Crimine. 

Ho appena letto una massima molto amara: Certi uomini non sono capaci di far male ad una mosca, soltanto perché non sono in grado di acchiapparla.

Franco Bifani

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